Il problema del numero di lanci che un giovane lanciatore può fare per la salvaguardia del braccio, è stato fortemente dibattuto in questi ultimi 10 anni.
La Federazione ha messo dei limiti molto severi limitando il massimo di inning lanciati per ogni giorno (seguiti dai rispettivi riposi). Tre per i Ragazzi, quattro per gli Allievi, cinque per i Cadetti e sette per gli Juniores.
Si potrebbe obiettare che pochi inning non significa pochi lanci. Infatti in particolari occasioni, quando è stato fattibile, fu inserito il conteggio dei lanci limitandoli secondo le indicazioni che provenivano dalla Little League.
Non sempre questo è stato possibile perché la suddetta forma richiede una persona che si incarica al conteggio dei lanci e non sempre era disponibile.
La domanda a questo punto è: vista la sensibilizzazione a questo argomento, i coach italiani sarebbero in grado di autoregolamentarsi limitando il numero di lanci senza necessariamente essere obbligati per regola?
Di Giuseppe Bataloni
Pino dopo la prima scheda di lavoro, e la scheda 2/a e la 2/b , ci invia la 3^ scheda che idealmente conclude la sua settimana di allenamento.
Pino ci precisa inoltre il suo pensiero: Queste schede a mio parere, coprono una buona parte del lavoro che bisognerebbe fare durante la settimana, ma non tutto.
Una favola di TERZABASE
Sui rami di un grande quercia, nel cuore dell’Oklaoma, nei pressi di un piccolo campo da baseball, si insediò un grosso sciame di api. L’ape regina era preoccupata per la pericolosa posizione dove si erano collocati, proprio al centro dei due pali del faul e chiese il parere ad una delle api scout.
Ape regina:- ho saputo che ne sai di baseball, perciò non è che con un fuori campo ci possono colpire?
Ape scout:- non si preoccupi Maestà, questi giocatori non battono un fuori campo dall’epoca di Babe Ruth e sono soliti battere faul o battute corte all’interno del diamante. Le probalità sono pertanto all’ 1%. di vedere un home run.
Ape regina: allora sono tranquilla, ma vorrei saperne di più,visto che li conosci bene.
Tony Abbatine fondatore della Frozen Ropes che abbiamo avuto modo di conoscere per cinque lunghi anni di collaborazione tecnica, diceva che la prima cosa importante di un battitore non sono le mani, i fianchi, il piede chiuso, ecc, ma sono gli occhi. E come si fa a dargli torto.
Scrivere di battuta qui sul Blog è impresa veramente ardua. La battuta nel baseball è giudicato il gesto tecnico più complicato tra tutti gli sport.
Allora io volevo fare da apripista in attesa del contributo di altri coach Italiani.
Dire che vedere la palla per batterla è di fondamentale importanza, non facciamo altro che scoprire l'acqua calda. Allora proviamo ad immergerci in questo primo ed importantissimo argomento.
Quando la diva delle dive s'innamorò dell'eroe del baseball
Un libro di Andrea Schianchi
Ho scoperto questo libro per caso e dopo pochi giorni dall'ordine mi è arrivato.
Devo dire che l'inizio mi è parso poco convincente, ma con il passare del tempo sono stato letteralmente rapito dalla lettura.
La storia di per sè è nota in tutto il mondo. L'amore tra Joe Di Maggio e Marilyn Monroe non è di certo un segreto, come non lo fu il loro rapporto burrascoso. Joe Di Maggio l'amò per sempre, anche dopo la sua tragica morte, portando tutti i mesi dei fiori sulla sua tomba.
Andrea Schianchi riesce a coinvolgere il lettore raccontando i travagli interiori del grande campione. Alcuni personaggi ruotano attorno alla storia, in particolare Gregorio amico del cuore sempre disponibile nei momenti difficili.
Una interessante nuova iniziativa dell'organizzazione USSSA
Teammate in collaborazione con USSSA organizza per i giorno 6 – 7 – 8 settembre 2012 un Clinc di Sviluppo Tecnico per giocatori dagli 11 ai 18 anni.
Istruttori del Clinic saranno ex giocatori MLB che proporranno metodologie di allenamento professionistiche per un’esperienza di istruzione tecnica assolutamente senza eguali.
La nuova favola di TERZABASE
La primavera è iniziata, e il mondo del baseball si sta risvegliando dal lungo torpore invernale. Si comincia a tagliare l’erba, segnare il campo e sistemare tutto ciò che completerà il diamante. Nel magazzino ancora a riposo, oltre ad altre attrezzature, c’è il PIATTO DI CASA BASE e le sue tre figlie, (le basi) e per la prima volta il topo di campagna, ospite nella stagione invernale. Tra di loro nasce una conversazione quasi familiare:
L'iniziativa di Baseball On The Road rivolta ai tecnici, relativamente all'esposizione dei loro lavori, sta offrendo degli spunti molto belli. Succede quindi che oltre a ciò che appare sul sito ci sia anche un dialogo "dietro le quinte" di grande interesse. Cogliendo alcune parti di questo dialogo, ho realizzato l'articolo di oggi. Il tutto all'insaputa dei due coach che, spero, non la prendano male visto che erano e-mail tra loro due e di cui mi hanno fatto partecipe per copia conoscenza. Trovo molto bello e interessante infatti questo scambio di vedute tra Pino e Franco.
Esiste nello sport un momento in cui ci si ferma perché un atleta ha compiuto un'impresa epica? Si, certamente; molte sono le grandi occasioni in cui il mondo sportivo rende omaggio ad un campione: ad esempio nelle Olimpiadi dove l'attenzione verso l'atleta è al massimo. Esiste però un momento in cui tutti, ma proprio tutti acclamano un avversario e lo sostengono fino al grande compimento dell'impresa? Si, nel baseball si.
Ieri 20 Aprile 2012 al Fenway Park c'erano proprio tutti. Cento anni di storia americana. Uno per uno da quel portone all'esterno destro hanno fatto il loro ingresso. Chi con la divisa candida per il recente passato, chi quella ingiallita riposta nell'armadio chissà quanti anni fa. Alcuni con passo svelto, altri con il lento peso dell'età, altri ancora seduti su una carrozzella. Tutti in quello stadio hanno scritto una pagina di quei cento anni. E i 38.000 in piedi gli hanno espresso il loro tributo, perché quei campioni rappresentavano la storia americana. Per ultimi i campioni di oggi, ma che indossavano le uniformi di ieri, il tutto per chiudere il grande cerchio della storia rappresentata al Fenway Park.
Lanciatore, ha giocato nella massima serie dal 1985 al 2005; giocatore della Nazionale Maggiore per 12 anni; ha partecipato alle Olimpiadi di Barcellona 92 e Atlanta 96; quattro Campionati Mondiali, quattro Campionati Europei, 3 Coppe Intercontinentali. Pitching Coach della Nazionale Juniores 2006/2007 e del Redipuglia in serie A 2009, 2010, 2011.
Attualmente è Pitching Coach della Nazionale Under 21, del Redipuglia e Scout dei Pittsburgh Pirates. Questa è solo la parte principale del suo Curriculum.
Rolando ci ha inviato un suo lavoro molto interessante. Lo pubblichiamo in tre parti perché è molto consistente. Questa è la terza e ultima parte.
Una favola di TERZABASE
Un giorno mentre la squadra era a riposo, ci fu una discussione nel magazzino della Società tra la mazza 35 e le altre mazze meno pesanti:
Mazza 35: - "Care colleghe non per vantarmi ma io sono una delle più forti della categoria e i miei avi facevano parte di quelle mazze che usava Babe Ruth all’inizio della sua brillante carriera, una vera clava. Sono il terrore dei Pitcher, che quando mi vedono impugnata dal battitore, mi concedono quattro ball, piuttosto che farmi battere.”:”
La notizia è una di quelle che rimbalzano sui giornali. Ogni genitore che la legge sente dei brividi lungo la schiena. Questa volta è toccato a uno di noi, dei nostri ragazzi.
Si perché di qualsiasi società faccia parte Flavio era uno dei nostri ragazzi. Tutti ne siamo coinvolti.
Baseball On The Road vuole essere vicina alla Famiglia Sprocati nel dramma che l'ha sconvolta.
L'articolo su "La Stampa"
L'articolo sul sito dei Grizzlies Torino 48
La prima cosa che dovrebbe fare un coach è un programma di allenamento giornaliero. Il programma consente di allenare ogni fondamentale e ogni situazione di gioco, in particolare riprendere quelle carenze che sono apparse nell'ultima partita. Il capo coach inoltre dovrà spiegare agli altri allenatori come sarà l'organizzazione della giornata. A volte si fa, a volte non si fa. A volte si prepara tutto per bene e magari ti mancano i giocatori chiave. Spesso il programma si scrive su un foglietto che poi risulta difficile di difficile interpretazione.
L'importante è che si divertano!
Quante volte abbiamo sentito e probabilmente detto questo riferendoci alle squadre giovanili.
Questa frase mi ricorda un po' il programma di Renzo Arbore "Quelli della notte" il mitico salotto trasmesso da Rai 2 nell'anno 1985. Massimo Catalano diceva: "È molto meglio essere giovani, belli, ricchi e in buona salute, piuttosto che essere vecchi, brutti, poveri e malati. o Nino Frassica che diceva: "Non è bello ciò che è bello, ma che bello, che bello, che bello."
E' già difficile di per sè trovare poesie in dialetto, ma quando si scovano quelle che trattano il tema a noi caro, il baseball, diventano perle che ci legano alla nostra storia, alle nostre tradizioni, alla nostra terra. Leggi ad esempio la poesia in dialetto meneghino già qui pubblicata e scritta da TERZABASE.
Questa è una poesia in dialetto parmigiano scritta da un ex giocatore.
Il suo nome è Sergio Manghi. Provate a leggerla in originale e poi, per chi non è in grado di comprenderla appieno, la troverà più sotto in italiano. Dopo che l'avete letta in italiano tornate a leggerla in dialetto anche più volte e ogni volta sarà sempre più bella.
Buona lettura
Lanciatore, ha giocato nella massima serie dal 1985 al 2005; giocatore della Nazionale Maggiore per 12 anni; ha partecipato alle Olimpiadi di Barcellona 92 e Atlanta 96; quattro Campionati Mondiali, quattro Campionati Europei, 3 Coppe Intercontinentali. Pitching Coach della Nazionale Juniores 2006/2007 e del Redipuglia in serie A 2009, 2010, 2011.
Attualmente è Pitching Coach della Nazionale Under 21, del Redipuglia e Scout dei Pittsburgh Pirates. Questa è solo la parte principale del suo Curriculum.
Rolando ci ha inviato un suo lavoro molto interessante. Lo pubblichiamo in tre parti perché è molto consistente. Questa è la seconda parte. Vedi la prima parte.
Buona lettura!
Marco Ciriello è un affermato scrittore Italiano. Tra le sue opere: SanGennaroBomb; Pace alle Acque - Grande Atlantico, cargo ship stories. Ediz. italiana e inglese -Tutti i nomi dell'estate.
Questi sono solo gli ultimi suoi libri. Molti altri ne ha scritti in precedenza nonostante la sua giovane età. Marco è anche giornalista (Il Mattino di Napoli) e ha un Blog dove scrive dei racconti brevi molto belli.
Intervenendo ancora sul Batting Tee, Franco Ludovisi ci ricorda la figura straordinaria di Volfango Valbonesi, il Nonno di tutto il Baseball e Softball Italiano.
Per sgombrare il campo dal fatto che qualche mio intervento - come quello sul tee - sia finalizzato a far vedere che sono più bravo dell'autore dell'articolo iniziale, vi dico che prima di scrivere il pezzo sul diverso utilizzo del tee avevo privatamente contattato Dodo Furiassi, amico da sempre e preparatissimo allenatore, e gli avevo raccontato del doppio tee.
Come avevamo richiesto nell'articolo "Raccontami una storia", Ernesto Deramundo ci invia questo bel racconto sull'esperienza con un gruppo di giovani atleti della Dynos Verona durante il viaggio negli Stati Uniti nel 2011 con la nostra organizzazione.
E’ una giornata stupenda a Freeport, dalle finestre dell’Hotel il sole è già alto e il calore del Luglio americano si fa sentire.
Uno strano profumo riempie l’aria e forse per questo tutta la squadra è carica ed eccitata.
Lanciatore, ha giocato nella massima serie dal 1985 al 2005; giocatore della Nazionale Maggiore per 12 anni; ha partecipato alle Olimpiadi di Barcellona 92 e Atlanta 96; quattro Campionati Mondiali, quattro Campionati Europei, 3 Coppe Intercontinentali. Pitching Coach della Nazionale Juniores 2006/2007 e del Redipuglia in serie A 2009, 2010, 2011.
Quando aprimmo questo capitolo "Io alleno così" sottolineammo il fatto che tutti i tecnici venivano invitati a dare il loro contributo. E i contributi iniziano ad arrivare e questo ci riempie di gioia.
Vorremmo però chiarire che questo sito non ha la pretesa di diventare la verità assoluta, ma è semplicemente un insieme di punti di vista. Qui troveranno spazio tecnici di grande esperienza di massima serie, ma anche tecnici che vivono a contatto con i ragazzi e le ragazze delle giovanili.
Questo sito vorrebbe dare l'opportunità ai tecnici di mettersi in discussione. Poter illustrare le proprie teorie e scoprirne delle altre. Ecco quindi che ogni articolo che sarà qui pubblicato non è "verità assoluta" ma solo un "punto di vista" e in quanto tale deve essere rispettato da tutti.
Un ricordo di TERZABASE
Far visita al proprio solaio, riserva sempre delle sorprese e così giorni fa, rovistando tra le vecchie cianfrusaglie, ho ritrovato gli attrezzi della mia vecchia passione, l’arbitraggio. Aprii la mia borsa sportiva dove c’erano gli schinieri, la maschera, il conta strike, le scarpe con gli spikes e il piccolo notes con il punteggio e i cambi dei giocatori dell’ultima gara giocata.
Franco Ludovisi prende spunto dall'articolo di Dodo Furiassi sull'importanza dell'uso del Tee e ci invia queste sue interessanti considerazioni.
Ho letto l'articolo di Dodo Furiassi che giustamente riqualifica il tee che non è sempre gradito ai tecnici, giocatori ed altri.
E per noi non ci pensa mai nessuno? dicono i giocatori Senior davanti alla grande offerta di Tornei dai 10 ai 18 anni.
Ecco una bella proposta che viene dalla Francia e, cosa da non sottovalutare, ad un prezzo veramente molto contenuto.
La località è Fénay (vicino a Dijon) dal 24 al 26 Agosto.
Durante il torneo si svolgerà una grande festa Americana.
Se vuoi saperne di più vai nella sezione Tornei del nostro sito
Oggi vi presentiamo: Giovanni Delneri.
Molti di voi non lo conoscono, ma se aspettate la fine di questa breve intervista scoprirete chi è il nostro personaggio di oggi.
Nato il 9 Settembre 1930 conosce una ragazza su una pista da sci, se ne innamora e la sposa. Dopo qualche anno nasce l'unico figlio.
Giovanni è una persona speciale, coltiva molti hobby quali dipingere, ceramica, bricolage, filatelia, ma ciò che più ama è il baseball.
Piedi aperti, sinistro un po' avanzato, mani e guanto in avanti e a terra. Questa è la perfetta posizione di raccolta di una rimbalzante. Così la possiamo descrivere, perché così ce l'hanno insegnata e perché così noi la insegnamo. Così è anche perfettamente rappresentata nella foto da un grande campione qual'è Tulowitzki shortstop dei Colorado Rockyes. Come scritto l'altra volta però questo non è altro che un fotogramma di un movimento complesso.
Cari amici e care amiche che ci seguite con grande entusiasmo. Vi vogliamo ringraziare per l'attenzione che ci dedicate e per tutti i messaggi che riceviamo, importantissimi per continuare il nostro lavoro con entusiasmo. Volevamo fare un sito che parlasse di baseball e di softball, ma in modo diverso. Il vostro consenso ci dice che siamo sulla strada giusta. Auguriamo a tutti voi una Buona Pasqua. Ci fermiamo qualche giorno per "tirare il fiato".
Vi lasciamo questo ultimo lungo racconto che si intitola "Il mito e il rookye che scrissero la storia". Se avrete la bontà di leggerlo fino in fondo scoprirete chi sono i protagonisti della storia.
AUGURI !!!
Un ricordo, ma non solo, di Franco Ludovisi
Era il 1959 credo ed assistevo sul piccolo, ma delizioso Campo del Boschetto a Verona ad un allenamento di bambini, categoria Ragazzi si direbbe ora, figli di militari americani di stanza in città che facevano capo alla Caserma Passalacqua ed avevano residenza in amene villette appena fuori le mura di Verona verso la collina.
Una favola di TERZABASE
Lepre: - E’ arrivata la primavera! e con la primavera c’è anche la mia salvezza , perché vivendo nei pressi di questo piccolo campo da baseball, i cacciatori sino ad ottobre non verranno a cacciarmi.
Talpa: - Beato te! perché io dovrò spostare la mia tana, in quanto durante l’inverno è proprio nei pressi della prima base. In compenso ci divertiremo un mondo a vedere i ragazzini a giocare.
Racconto di TERZABASE
Non hai mai provato figliolo il brivido dell’ultimo lancio? “IO SI !”
L’ultimo lancio di quel maledetto “Pitcher”che vuole distruggerti e in parte l’ha già fatto, lasciandoti con tre ball e due strike. Fra qualche secondo tutto sarà finito, come nella vita può capitare , “perché figliolo il gioco del baseball è come la vita” e come nella vita mai hai vinto e mai hai perso sino all’ultima chiamata del destino, che qui si identifica” dell’uomo in nero,” l’arbitro!!!
Alla Coach Convention di Castelnuovo del Garda, Marco Mazzieri manager della Nazionale maggiore durante la presentazione di Alex Liddi, parlando del suo allenamento a Tirrenia disse che la cosa che più lo impressionò, era la sua concentrazione e determinazione nel lavorare sui piccoli dettagli della battuta attraverso il Batting Tee. L'ultimo articolo pubblicato su questo sito ad opera di Dodo Furiassi parla proprio di questo attrezzo così amato dai campioni e così trascurato dai giovani.