E’ giunto mercoledì a Sarasota (Florida), sede di Spring Training degli Orioles di Baltimore, Federico Castagnini. In realtà l’appuntamento di tutti i giocatori Orioles di Minor League è per martedì prossimo 4 Marzo, ma Federico ha preferito presentarsi con un buon anticipo anche per climatizzarsi alle nuove temperature. La sua stagione di preparazione invernale infatti si è svolta a Omaha, nel Nebraska che in alcuni periodi ha raggiunto i -27 gradi centigradi. Come ogni atleta professionista, la preparazione invernale è lasciata ai singoli atleti e Federico ha preferito ritornare presso la sua ex University dove ha trovato ospitalità per quanto riguarda palestra e istruttori. Come da noi pubblicato nel sito, c’è stata per lui anche una pausa italiana durante le vacanze Natalizie che sono servite, oltre per ritrovarsi in famiglia, anche per tarare il suo programma atletico con Gianni Natale, preparatore della Nazionale Italiana.
di Paolo Castagnini
Franco Ludovisi in un precedente articolo parla di evoluzione dei fondamentali, articolo commentato dal punto di vista arbitrale anche da Michele Dodde. E' fuori discussione che tutto lo sport si evolve, ma le modificazioni della tecnica sono talmente piccole che di anno in anno non si riescono nemmeno a percepire. Il nostro sport, che è tra i più complessi sotto il profilo dell'esecuzione dei gesti per lanciare, battere e prendere, ne è un esempio. Ci possiamo soffermare per vedere un giro di mazza di un campione oggi e confrontare com'era 10 anni fa. Comparando 10 anni di distanza le differenze probabilmente ci sono, ma poco evidenti. Quindi come cambia la tecnica del baseball?
L’incisivo e stimolante articolo di Franco Ludovisi inerente l’evoluzione tecnica del lancio invita a più riflessioni tendenti a migliorare il rendimento pratico di un lanciatore partita durante. E giustamente termina dicendo che “…non credo che ci sarà mai fine nell’evoluzione delle tecniche di lancio, come a quelle di battuta” ma a mio parere ha dimenticato di concludere con “…come a quelle interpretative da parte degli umpire.” Infatti è fuor di luogo che anche gli umpire prendono in considerazione i vari tipi di lancio per delineare al meglio sia la loro interpretativa Zona dello Strike (di cui si parlerà in un prossimo articolo) sia i limiti accademici per non fuorviare nel Balk.
Traduzione di Frankie Russo
dall'articolo di Paul Hagen su MLB.com
L’introduzione della regola per evitare collisioni a casa base sarà sperimentale nel 2014. Una nuova regola, 7.13, finalizzata ad aumentare la sicurezza dei giocatori nelle collisioni a casa base, è stata ufficialmente approvata dalla Major League Baseball e dalla Associazione Giocatori della Major League Baseball e sarà applicata in via sperimentale a iniziare dalla stagione 2014. (leggi il nostro articolo sull'argomento)
L’approvazione avvenuta con un mese di anticipo rispetto all’inizio della Regular Season, permetterà ai manager, allenatori, giocatori ed arbitri di adattarsi alla regola durante i campionati delle leghe Grapefruit (Florida) e Cactus (Arizona).
Per rimanere in tema di “ E’ come se” di Mario Salvini, uscito oggi nella sua rubrica "che palle" della Gazzetta dello Sport, ecco altri esempi di giocatori che hanno giocato in entrambe le Leghe Professionistiche. Tutto questo è possibile perché sin dalle scuole elementari negli Usa si cura molto lo sport. Già dagli 8/9 anni si disputano campionati inter-classe all’interno della scuola stessa. Poi ci sono i campionati di quartiere, una volta chiamati “Dad’s Club” dove i genitori fungono da coach. Nella High School il livello è superiore, e dopo aver effettuato una selezione tra circa 150 ragazzi, si forma la squadra che poi disputerà il campionato tra i vari Istituti della zona.
Ty Cobb – L’unico giocatore a battere sei valide in sei turni alla battuta nella stessa partita di cui tre fuori campo. L’impresa fu compiuta il 5 maggio 1925 trascinando i Detroit Tigers ad una sonante vittoria per 14-8 contri i St. Louis Browns. La prodezza incluse anche due doppi. Il giorno dopo colpì altri due fuori campo in un’altra vittoria di 11-4 divenendo così l’unico giocatore tra il 1884 e 1936 a battere cinque fuori campo in cinque partite consecutive.
Mi viene chiesto perché, nella trattazione dell’evoluzione del lancio, non ho citato, ad esempio, anche Tom House con il suo testo “The Pitching Edge” in cui descrive le metodiche di lancio che hanno fatto grandi numerosi lanciatori statunitensi fra cui anche il “mitico” Nolan Ryan.
Non è una dimenticanza da parte mia: mi sono fermato, nel descrivere l’evoluzione della tecnica agli anni 80 circa, mentre Tom House propone la sua trattazione circa un decennio dopo.
La sua tecnica poi, che prevede “leggero” piegamento della gamba di perno, mani unite finchè il corpo non si sposta in avanti, mani fra mento ed ombelico nella posizione di equilibrio con gamba di passo innalzata, sollevata, ma non calciata, senza spinta del corpo durante l’innalzamento della gamba di passo per non compromettere la “posizione di equilibrio” che questa tecnica prevede come imprescindibile, thumbs under, elbows up ed altro.
Nuove Direzioni è una pubblicazione di nicchia, non in vendita, ed è edita dall’omonima Associazione Nazionale e cura rubriche di Arte, Itinerari, Racconti, Scienza e Salute, Società, Scienza e Ricerca e quant’altro possa interessare il cittadino e viaggiatore.
Accattivante nel formato, il numero 16, luglio-agosto 2013, avrà ora nella biblioteca degli appassionati un posto privilegiato perché, dopo aver richiamato l’attenzione del lettore con una splendida foto di una ricevitrice della mitica squadra di softball Fiorini Forli, da pag. 32 e via sino a pag. 40 parla di baseball, o meglio ancora “La mia vita per il Baseball” di Lauro Bassani giocatore, allenatore, fotografo e padre di Alex Bassani, talentuoso giovane lanciatore. Personalmente non lo conosco ma oggi lo sento come un fratello ritrovato: per prima cosa come fratello di baseball, poi se si vuole, di casa base, di guanto, di mazza, di palla, di diamante ed infine fratello di camper poiché camperista come chi scrive.
Traduzione di Frankie Russo
Dall'articolo su ESPN di Mark Saxon
Il leggendario lanciatore Sandy Koufax, quando l’anno scorso fece la sua apparizione allo Spring Training dei Los Angeles Dodgers, dichiarò di essersi molto divertito a osservare Yasiel Puig aggiungere allegria ed energia alla squadra, ma vorrebbe anche vederlo migliorare i fondamentali. “Se il divertimento non porta a cattive abitudini, va tutto bene” asserisce Koufax. “Ai tifosi piace molto guardarlo. Ha un braccio molto forte, ma vorresti altresì che tirasse sempre preciso e al posto giusto. E’ ancora molto giovane, non ha giocato molto, e la cosa più interessante è che non ha ancora raggiunto il punto massimo di potenzialità, quindi il fisico riesce a sopperire ad alcuni difetti. E’ nella fase di apprendimento, sicuramente migliorerà, ha troppo talento per non farlo”.
Miguel Cabrera è ormai considerato all’unanimità il miglior battitore sul pianeta. In undici anni di carriera, lo “slugger” venezuelano ha una MB di 321, 365 HR, 1.260 RBI e 967 di OPS; 5 volte Silver Slugger (miglior battitore nel suo ruolo); nominato MVP per 2 anni consecutivi e una Triplo Corona conquistata nel 2012 (non succedeva dal 1967). Un’ernia inguinale ha forse impedito a Cabrera di conquistare la TC anche nel 2013. Ha un contratto di otto anni con i Detroit Tigers per 152 milioni di dollari che scade a fine 2015. Ha iniziato la carriera come interbase, come la madre, e già a 16 anni aveva firmato un contratto di oltre un milione di dollari.
John Doe è un intrigante personaggio che vive e si muove in un mondo del tutto reale tuttavia gestito, o meglio condizionato, da una serie di particolari personaggi che eternamente sono sempre al di fuori del tempo e dello spazio. Ideato da Roberto Recchioni e Lorenzo Bartoli, John Doe prende vita grazie alle matite di diversi cartoonist che ne delineano spessore e fascino. John Doe è l’enigmatico direttore di una stranissima agenzia, la “Trapassati Inc.”, il cui compito specifico è quello di occuparsi della gestione della morte e di altri casi inconsueti inerenti vari personaggi modificandone a volte le cause o gli effetti.
Nel 1919 Babe Ruth, nel suo ultimo anno con i Red Sox, realizzò 29 fuori campo, decretando il nuovo record stagionale per la Major League che in precedenza era di 27 stabilito nel 1884. L’anno successivo Ruth ne realizzò 54, poi 59 l’anno dopo e finalmente nel 1927 il numero massimo di 60. Il primato resistette per più di 40 anni, fino al 1961 quando Roger Maris ne realizzò 61 (da cui fu tratto il film “61”, ndr), per essere superato a sua volta da Mark McGwire nel 1998 con 70, e da Barry Bonds con 73 nel 2001.
Nella sua carriera Ruth stabilì molti altri primati. A fine carriera aveva battuto un totale di 714 fuori campo, record durato fino al 1974 quando fu Hank Aaron a superarlo. Aaron si ritirò avendo realizzato un totale di 755 fuori campo e, nel 2007, Bonds realizzò il 756° terminando la carriera con 762, l’attuale primato.
Ma i fuori campo ai tempi del Babe non erano gli stessi comparati ai nostri giorni. Ed è probabile che, applicando le regole odierne, Ruth avrebbe potuto battere ben più fuori campo di Maris, McGwire, Aaron e Bonds.
In ogni epoca ci sono stati grandi lanciatori che hanno saputo affrontare al meglio i battitori avversari e questo indipendentemente dalla tecnica in uso in quel momento.
La tecnica in uso era quella che si pensava fosse la migliore, ovviamente:
così Ron Squire nel suo libro “How develop the sucessful pitcher” consigliava, negli esercizi propedeutici al lancio, di portare il ginocchio di perno a terra durante il rilascio della palla e il petto sul ginocchio di passo che stava piegato a 90 gradi sul terreno. Si otteneva così la massima estensione del corpo verso il piatto grazie al poderoso piegamento della schiena.
E lanciatori forti e vincenti si ebbero con questa tecnica.
Mentre Dick Siebert – “allenatore dell’anno 1960” scrive del lancio nel 1968.
Con la tecnica descritta sembra che la palla debba venir proiettata verso il battitore da una azione “ a catapulta” del corpo arcuato all’indietro nel momento dell’atterraggio del piede di passo: il braccio di lancio è molto vicino ad ore dodici.
Anche in questo caso sono molti e forti i lanciatori che usano questa tecnica.
Perché oggi vi parlo di Tim Lincecum? I motivi sono molti. Innanzitutto perché è un Campione. Poi perché è un lanciatore anomalo: Non è grande, non è grosso, non è apparentemente un grande atleta. La sua tecnica è un mistero. Viene studiato, ma nessuno si sogna di insegnare il suo modo di lanciare. Però è fuori dubbio che la forza sviluppata da questo lanciatore è a dir poco sorprendente. C'è da dire che spesso si confonde il fondamentale tecnico con lo stile di un lanciatore e mi azzardo a dire che Tim Lincecum quello che lo fa differente da tutti gli altri è proprio lo stile. Prossimamente sarà pubblicato qui su questo sito un articolo di Franco Ludovisi dove ci racconta che i grandi lanciatori sono sempre esistiti pur con le evoluzioni delle tecniche di lancio.
Le precise puntualizzazioni di Frankie Russo sulla regola del replay non può non trovarci d’accordo perché è fuor di dubbio che gli aspetti evidenziati e le caratterizzazioni che tanto hanno sempre affascinato il pubblico (oltre a quelle squisitamente tecniche del manager che va a protestare solo per tagliare il ritmo negativo del lanciatore) erano il sale aggiunto allo spettacolo del gioco. Jayson Stark nel presentare la regola, precisa che finalmente dopo 25 anni la MBL si è allineata alla NFL dandone in sintesi un parere favorevole all’applicazione che dovrebbe eliminare le grosse sviste e produrre la partita perfetta.
Babe Birrer – Unico giocatore a battere i suoi unici sei punti a casa in una sola partita. In carriera Birrer lanciò in 56 partite per i Tigers, gli Orioles e i Dodgers tra il 1955 e 1958 collezionando gli unici sei punti battuti a casa il 19 luglio 1955 giocando per Detroit. Birrer entrò in rilievo lanciando quattro inning senza concedere punti contro Baltimore, battendo due fuori campo da tre punti nei suoi due unici turni alla battuta, e fu il lanciatore vincente con il punteggio di 12-4.
Cari amici oggi parliamo di softball, ma non solo. Vi voglio segnalare un progetto che sta sconquassando questo sport nel panorama nazionale. Come sempre le cose nuove ad alcuni piacciono e ad altri un po' meno. Si da il caso che io sia tra quelli che amano le novità. Poi sarà il tempo a giudicare se i progetti sono positivi o meno. Molti di voi conoscono il mio passato e quello dei miei collaboratori. Molti sono stati i progetti realizzati alcuni a buon fine altri meno e sempre con lo stesso denominatore comune: Proporre cose nuove per stimolare l'ambiente del baseball e del softball. Tra i tanti quello su cui state leggendo questo articolo è uno: Baseball On The Road. Oggi però i progetti di cui vi voglio parlare non sono nostri, ma di una persona che sta facendo molto parlare di se: Fabio Cecchin.
Per farvi conoscere meglio le sue idee ho pensato di presentarvelo con un'intervista a cui Fabio ha risposto con grande entusiasmo, passando dal softball al baseball e al business, il tutto a 360 gradi.
Il baseball tra una tazzina di caffè e l’altra
Il 6 giugno del 1996 a Jacksonville avvenne una clamorosa svolta nel baseball “pro” statunitense: la ventunenne Pamela Davis, prima donna nella storia minore del batti e corri, debuttò nei Jacksonville Suns, formazione maschile di Doppio A (terza serie) dei Detroit Tigers delineando un significativo momento di elevata emancipazione. In verità il debutto non era da considerare in senso assoluto, poiché già altre donne avevano giocato in squadre di college o nelle leghe semipro, ma era quel codice “pro” a dare colore ed un senso ed una risposta se vogliamo pensare insieme a che nei primi anni settanta in Italia si vietò al Bollate di schierare in serie A una donna. Il suo nome? : Maria Soldi.
Tradotto da Frankie Russo da un articolo su Seattletime.com
Seconda e ultima parte
Vai alla prima parte
Nel 1985 nacque il suo primogenito, Philip, e finalmente era diventato titolare nella squadra dei Mariners. Ma troppo presto la fortuna gli voltò le spalle quando una collisione a casa base gli procurò una contusione alla coscia sinistra, costringendolo sulla lista degli infortunati per tre mesi. Come tendono a fare molti giocatori reduci da infortuni, Valle voleva partecipare ai campionati invernali nelle isole caraibiche per riprendere la forma. Grazie all’amico Minaya, allora talent-scout per una squadra di MLB, trovò un posto come ricevitore con i Cristobal Caimanes. Dave e Vicky prepararono le valigie e si trasferirono nella Repubblica Dominicana dove si accasarono in un albergo.
Traduzione di Frankie Russo dall'articolo di Chris Sherwin: "Under the Hood: A Mechanical Breakdown of KYLE DRABEK"
Autore dell’articolo è Chris Sherwin, canadese di Windsor, che sin dall’età di quattro anni ha giocato e poi allenato baseball di cui è un grande appassionato. Co-coordinatore dell’informatica per i BlueJaysPlus, Chris è specializzato nella meccanica del lancio, tecnica dei ricevitori e nello scouting, oltre ad essere opinionista per le ricerche sulla biomeccanica relativamente agli infortuni, ai fondamentali e alle analisi strategiche.
Tradotto da Frankie Russo da un articolo su Seattletime.com
Siamo nel bel mezzo della terra di nessuno, su un’isola dei Caraibi dove i galli cantano tra una popolazione che vive con un reddito di centinaia di pesos al di sotto del livello di povertà, circondati da piantagioni di canne da zucchero e dove non si vede una strada asfaltata nel raggio di mezzo chilometro. Tutto questo ben lungi dagli uffici lussuosi situati nei grattacieli di Bellevue, da Costco pizza e dai negozi di seta di Tommy Bahama o da qualsiasi altro sfarzo a cui è abituato Dave Valle nella sua comoda vita americana.
Ovunque, ma particolarmente qui, tra i blocchi di calcestruzzo erge il fisico corpulento di Dave Valle dall’alto dei suoi 188 cm.
Lo scorso inverno (2013) partecipando, come relatore, ad un corso per tecnici del CNT-Lazio, l’argomento che mi fu assegnato fu : Il Lanciatore. L’esigenza che emerse più frequentemente, dai partecipanti, era come migliorare la velocità del lancio.
Io credo che le aree sulle quali intervenire per migliorare la velocità siano:
1- Acquisire una meccanica corretta e, aggiungo io, funzionale per il giocatore
2- Avere un buon programma di allenamento sul tiro
3- Effettuare un lavoro di rafforzamento fisico specifico per i lanciatori
Molto si è detto e scritto riguardo l’introduzione della nuova regola del replay. E’ ormai arcinoto che la nuova regola non eliminerà definitivamente gli errori umani, ma sicuramente ne limiterà il numero. Difficilmente capiterà di rivedere una quasi “perfect game” come quella lanciata da Gallaraga quando l’arbitro Jim Joyce prese una madornale svista sul 27° out in prima. Dopo la partita Joyce convocò Gallaraga e con le lacrime agli occhi chiese scusa.
Lo scopo della nostra rubrica Fatti & Misfatti non è solo di riportare alla memoria i ben noti primati e chi li detiene, ma rendervi partecipi anche di storie di giocatori meno popolari che, chi in modo più glorioso e chi meno, hanno calpestato i campi di baseball.
Dale Alexander – Unico giocatore a vincere il titolo di miglior battitore giocando per due differenti squadre nello stesso anno. Nel 1932 Alexander iniziò la stagione con i Detroit Tigers, ma alla data del 12 giugno aveva solo 16 turni alla battuta. Acquistato dai Boston Red Sox, giocò titolare in prima base. Alexander conquistò la corona di miglio battitore con la media di 367. Applicando le regole odierne, tuttavia, non gli sarebbe stato aggiudicato il titolo perché nel 1932 occorreva che un giocatore disputasse almeno 100 gare per qualificarsi, e Alexander ne disputò solo 124. Da considerare che le regole in vigore fino al 1957 richiedevano, altresì, un numero di 477 presenze alla battuta; nel 1932 Alexander ne aveva solo 453.
La data più triste della storia del baseball certamente è quella del 30 settembre 1990 quando, dopo l’ultimo lancio che poneva fine alla stagione interna dei White Sox, fu dato l’annuncio dell’abbattimento del mitico diamante del Cominskey Park dove i locali White Sox avevano contribuito non poco a scrivere una magistrale storia che era passata più volte dalla cronaca sportiva a quella prettamente nera e viceversa. Pur tuttavia, nonostante i White fossero amati in modo viscerale dai propri tifosi, freddamente l’Amministrazione della capitale dell’Illinois, valutando che lo stadio, costruito nel 1910, ormai non aveva più le basilari norme di sicurezza, ne aveva varato il dispositivo di abbattimento.
A volte capita di incontrare alcune persone che racchiudono in sé una parte importante della storia. E' quello che è capitato a me molti anni fa incontrando Michele Dodde. La storia di cui vi sto parlando ovviamente è quella del baseball e del softball italiano. Conversando con Michele hai la sensazione di aver a che fare con un signore vero, di quelli che ti fanno capire che il suo bagaglio culturale è al di sopra di un semplice diploma o di una laurea. E' la cultura della vita e dell'esperienza. Ritrovarlo è stato per me una grande gioia. Michele Dodde ha accettato di collaborare con Baseball On The Road inviandoci alcuni suoi scritti che molti conoscono bene, ma forse i più giovani troppo poco.
Cari lanciatori, la stagione è ormai alle porte. Sicuramente molti di voi avranno seguito i programmi Post Season e Off Season presentati al Corso di Pitching Coach dal Prof. Gianni Natale e pubblicati qui su Baseball On The Road. Sarete quindi pronti per affrontare l'ultimo impegno prima della stagione e quindi eccovi la terza parte del Programma invernale sempre di Gianni Natale, con spiegazioni e filmati.
Un particolare ringraziamento oltre alla professionalità di Gianni, va anche al Presidente del CNT Domenico Micheli che non solo acconsente la pubblicazione sul nostro sito, ma ne è un grande sostenitore.
Questo racconto è tradotto e pubblicato con l'autorizzazione di Narratively, una piattaforma dedicata al racconto di storie umane.
Per ulteriori pubblicazioni si prega di visitare il sito www.narrative.ly
Traduzione di Frankie Russo da un articolo apparso su ESPN.com
Clint Hurdle, il manager che ha guidato i Pittsburg Pirates ai playoff dopo vent’anni.
Seconda e ultima parte
Circa una settimana dopo, Hurdle cominciò a ricevere telefonate dai suoi ex collaboratori in Colorado dicendo che avevano nostalgie dei suoi proverbi. Dico tra me e me: “Mi state prendendo in giro? Io sono stato licenziato e a voi servono i miei sermoni?” e continua con una grossa risata: “Comunque avevo dato qualcosa che a loro sembrava utile e che desideravano ancora”.
Traduzione di Frankie Russo da un articolo apparso su ESPN.com
Clint Hurdle, il manager che ha guidato i Pittsburg Pirates ai playoff dopo vent’anni.
Cosa si nasconde dietro il successo di un manager? E’ tutto rosa e fiori come molti immaginano, o è frutto di sacrifici, delusioni, sofferenza, malattie e quant’altro? In quest’articolo ci è dato conoscere come Clint Hurdle fa la differenza con i suoi proverbi quotidiani.
Il 9 settembre 2013 Hurdle era in viaggio sul pullman della squadra diretto ad Arlington per affrontare i temibili Texas Rangers guidati da Yu Darvish. I Pirates erano reduci da quattro sconfitte consecutive contro i diretti rivali dei St. Louis Cardinals, la tensione e lo sconforto aleggiavano nel gruppo. La squadra aveva bisogno una scossa dall’allenatore con il suo consueto “Pensiero del giorno”. Dal suo smartphone invia un messaggio destinato a mille persone in tutto il mondo, tra giocatori, le loro famiglie, i suoi collaboratori, amici, amici di amici, ecc:
La corsa sulle basi non ha bisogno di molte nozioni, ma comunque deve essere trattata e allenata come la battuta, il lancio, la presa, il tiro, ecc.
Per correre sulle basi non basta essere veloci, ma sono necessarie alcune conoscenze molto importanti. Anzi si può essere dei buoni corridori senza necessariamente essere velocissimi e viceversa. Questa la prefazione di Tim Leiper a cui il CNT ha dato il compito di trattare e Tim lo ha fatto in modo chiaro e semplice, ma nello stesso tempo professionale. La corsa sulle basi spesso viene un po' trascurata, e limitata a pochi allunghi girando le basi senza la dovuta aggressività e conoscenza.
Leggendo l’articolo di presentazione sull’intervento di Claudio Mantovani alla recente Coach Convention, confesso che l’inciso iniziale riportato mi aveva suscitato qualche perplessità data, almeno per me , l’ovvietà dell’affermazione: "L'istruttore deve insegnare la Tecnica, ma egli è un insegnate particolare, perché non è che deve insegnare qualcosa di teorico, ma deve "far fare" qualcosa al suo allievo. Sembra un concetto banale, ma non lo è. Il suo allievo infatti non basta che abbia compreso; non è sufficiente che abbia capito come si lancia, deve lanciare!
Circa 20.000 individui hanno calpestato i diamanti di baseball sin dalla fondazione della National Legaue avvenuta nel 1876. Gran parte dei primati è associata ai nomi dei giocatori più prestigiosi quali Babe Ruth, Ty Cobb, Pete Rose, Hank Aaron e Joe Di Maggio. Molti altri sono, invece, coloro che hanno stabilito primati meno famosi o sono ricordati per episodi di grande imbarazzo. Per esempio Don Larson, un lanciatore sconosciuto ai più, a fine carriera aveva un primato di 81-91, ma sarà ricordato per sempre poiché nel 1956 lanciò una partita perfetta nelle World Series, unica nella storia. Ed è Johnny Burnett, sconosciuto interno dei Cleveland Indians a detenere il primato per più valide battute in una singola partita.
Che cosa si racchiude dietro una mascotte? Negli Stati Uniti praticamente non esiste squadra che non abbia la sua mascotte. Diverte i bambini, ma anche i grandi. Una "brava" mascotte raccoglie gli sguardi del pubblico per tutti i lunghi minuti in cui non c'è il gioco. Spesso è divertentissima. A noi Italiani non fa nemmeno sorridere, perché? Forse per il fatto stesso che è per noi un mondo sconosciuto. Allora iniziamo a conoscerlo in questo bel racconto di Frankie Russo.
Tim Leiper è stato uno dei relatori stranieri alla 29^ Coach Convention che si è svolta a Quinto di Treviso. Classe 1966 e nato a Whittier, California per 12 anni giocatore professionista nelle organizzazioni di Detroit Tigers , Pittsburgh Pirates , New York Mets e Kansas City Royals. Attualmente è senior advisor minor league operations per i Toronto Blue Jays. Nel 2004 ha fatto parte dello staff tecnico del Canada alle Olimpiadi e nel 2006, 2009, e 2013 sempre con il Canada al World Baseball Classic.
Tim Leiper ha trattato nel primo dei suoi interventi, quello del venerdì, i Fondamentali dell'interno (approccio, posizione di mani e piedi, tiro) e altro ancora.