Congratulazioni Boston Red Sox, perché avete giocato un anno intero con il pensiero di quanto è successo il 15 Aprile, dedicando le vostre vittorie, le vostre fatiche, le vostre barbe e ogni quant'altro a quella Maratona dall'epilogo così tragico. Le parole di Big Papi e di tutta la squadra hanno oltrepassato i confini del grande gioco e risuonano nei cuori di tutti noi.
Ecco cos'era ieri sera il Fenway Park!
Congratulazioni Boston Strong!
Nella partita di questa notte c'è secondo me un momento importante, che potrebbe aver cambiato le sorti della gara e forse delle World Series, a favore dei Boston Red Sox. La mia non è una critica verso la scelta di un allenatore, ci mancherebbe, non mi sento all'altezza, ma mi serve per introdurre un elemento strategico di vitale importanza qual'è il cambio del lanciatore. Quando è il momento giusto per cambiare il pitcher?
Incredibile baseball, spettacolare sport dove in un istante tutto si capovolge e dove le certezze scompaiono. Le World Series 2013 ci stanno regalando emozioni incredibili, ma anche spunti di grande interesse per chi non si accontenta di guardare passivamente la singola partita. Quello di cui voglio descrivere oggi è l'ultimo out della 4^ e bellissima partita (come lo sono state le precedenti) di questa sfida Boston Red Sox - St Louis Cardinals. Vorrei fare un'analisi tecnica di un solo out, un solo gesto, un solo fondamentale o per lo meno ci provo.
La notte scorsa si è disputata la seconda partita tra Cardinals e Red Sox, che con la vittoria dei primi ha riportato la serie in parità. La cosa entusiasmante è stato il ritmo impresso dai lanciatori partenti, John Lackey per Boston e soprattutto Michael Wacha, lanciatore dei Cardinals, un ragazzone alto due metri che pesa 95 kg con una palla da 95 miglia orarie.
Michael Joseph Wacha è nato nell’Iowa nel 1991, quindi giovanissimo, è selezionato al draft nel 2012 come prima scelta dei Cardinals (19° assoluto).
Il baseball è uno sport maledettamente serio. Nonostante tu manager sia propenso a perdonare qualsiasi errore della difesa, sai benissimo che c’è errore ed errore. La prima cosa che ogni allenatore dice alla sua squadra durante il primo incontro è che gli errori tecnici possono accadere (palla che cade dal guanto, rotolante tra le gambe, ecc.) quello che proprio non si vuole sono gli errori di testa. Ecco che quando succede che il tuo giocatore perde una palla, c’è un microsecondo di stizza, ma poi subentra la razionalità e quindi il “beh! dai può succedere”.
C’è errore ed errore però dicevamo all’inizio.
Manifesti, copertine di giornali, illustrazioni, opere d'arte. I migliori illustratori e vignettisti si sono sbizzarriti per illustrare le World Series durante tutto il XX secolo.
Così attraverso le opere di questi artisti, si può ripercorrere le più importanti fasi della storia del 900. L'illustrazione del 1942, tempo di guerra, sarà decisamente diversa da quella del 2001 anno dell'attacco dell'11 Settembre, o del 1965 dove Americani e Russi facevano a gara per primeggiare nelle imprese spaziali.
di Franco Ludovisi
Nei primi anni di baseball a Bologna venne istituito l’ISEF Istituto Superiore di Educazione Fisica; il baseball vi entrò come materia dimostrativa grazie all’appoggio di alcuni Professori Docenti dell’Istituto che erano già stati contagiati dal virus baseball. Ricordo che, giovanissimo, venivo ingaggiato per dimostrare il gioco direttamente agli studenti, futuri insegnanti di Educazione Fisica.
Questi docenti fra cui ricordo in particolare il Prof. Minardi, in seguito autorevole Direttore di Gara ad altissimo livello, erano anche insegnanti di scuole medie superiori e in queste sedi portarono l’insegnamento del baseball al punto che si formarono vere e proprie Società all'interno della scuola, come nel caso dell’ Aldini Valeriani diretta e voluta dal Prof. Bucchi, un mito.
Intervista di Paolo Castagnini
Nuotare è naturale per un ragazzino che nasce in provincia di Ravenna specie quando la sua casa dista 10 minuti dal mare. Ecco quindi che i genitori di Luca lo accompagnano in piscina e lo iniziano al nuoto. Chissà, forse se non diventerà un campione, magari saper nuotare bene potrebbe essere un'arma in più per vincere la dura selezione e diventare bagnino sulle spiagge romagnole. Il destino però è in agguato e mamma e papà non sanno che due allenatori vestiti da baseball e con le braccia colme di attrezzatura, stanno per entrare nella scuola dove studia il loro primogenito.
Molti sono i dibattiti su come e cosa fare per iniziare la pratica del Meraviglioso Giuoco del Baseball, il nome così come coniato dai fantastici Elio e Faso.
Le strade sono principalmente due: La Scuola e i Centri Estivi. Naturalmente il miglior mezzo in assoluto è il passaparola (le società che lavorano bene con i ragazzi hanno l'arma in più contando su chi, già fa parte dell'attività).
La Federazione Italiana Baseball Softball attraverso la Commisione Sport Scolastico e Giovanile ha costruito un progetto che ogni società, che essa sia agonistica o non agonistica o un gruppo di persone di buona volontà, possono utilizzare per entrare nel mondo della scuola e iniziare l'attività. Cuore del Progetto la Little League, la più grande organizzazione di sport giovanile del pianeta.
Venticinque anni fa è gara uno delle World Series 1988. La partita si svolge al Dodgers Stadium di Los Angeles e sono di fronte gli Oakland Athletics contro i Los Angeles Dodgers. E' il nono inning; con due out e un corridore in prima base; Conteggio 4-3 per Oakland. Tommy Lasorda decide di inserire il numero 23, Kirk Gibson che appena riusciva a camminare visto la serie di infortuni patiti in regular season.
Questa ragazzi è storia vera. Molti anni fa ero stato designato come commissario ad un corso per giovani arbitri e durante una di queste sedute uno di loro mi porse una domanda: "Perché all’arbitro capo non viene data una piccola sedia, che lo aiuterebbe nella sua faticosa prestazione?" Ci fu un coro generale di risate, ma io riportata la calma spiegai al ragazzo che tale se possibile variante, avrebbe pregiudicato tutte le azioni che si sarebbero svolte a casa base, in quanto il direttore di gara era troppo a contatto con i giocatori, cosa diversa in altri sport come ad esempio il tennis.
La stella dei Pirates Andrew McCutchen in questi giorni non solo è un eroe nella città di Pittsburgh, ma lo è anche per una piccola squadra giovanile di softball che gioca nelle vicinanze della sua città natale Fort Meade, in Florida.
Le Lady Panthers Mulberry , un team di 12 anni, avevano raccolto lo scorso anno $ 2.000 per le nuove divise. La squadra però ha finito il campionato, ma le uniformi non sono mai arrivate. La procura del Maryland ha ricevuto ben 45 denuncie per truffa rivolte alla stessa ditta (dove la squadra ha ordinato) per uniformi pagate e mai ricevute.
Riapro solo oggi in mio computer e subito leggo, a firma dell’amico Castagnini, l’articolo del 30 settembre “Meglio un Campione o un buon coach?”. Interessante davvero lo scritto con la proposizione dell’equazione “bravo giocatore uguale a bravo insegnante (di fondamentali)”. E concordo con Paolo che non sia corretta questa affermazione, anche se può esserla in molti casi. Certo nel caso citato di Hunter Pence sembrerebbe avvalorata la prima ipotesi, però, non essendo io un esperto di tecnica di battuta, non mi sbilancio più di tanto.
Intervista di Paolo Castagnini
Gli Stati Uniti è il grande sogno di molti giovani di tutto il mondo. In particolare per un atleta che vuole praticare il proprio sport preferito. Luca però mai avrebbe pensato che il corteggiamento ad una ragazza all'età di 13 anni lo avrebbe portato in America. Scherzi del destino!
Racconta Luca, ma veramente hai iniziato a giocare per seguire una ragazza?
Si certo! il problema è che poi lei ha smesso e io invece sono ancora qui.
Quella di oggi è una delle tante storie racchiuse nel mondo della MLB.
E' una storia che ha il finale bello, ma che racconta le mille difficoltà affrontate da un ragazzo nato nella provincia del Texas. Una vita difficile, ma un grande percorso personale che lo ha portato al suo sogno che è il sogno di tanti, tanti ragazzi come lui: Giocare in MLB
Baseball: emozioni, sofferenze, amore, battaglie, fatica, speranze, imprese, disastri, insomma la vita.
Ecco le immagini 2013 della MLB
Un filmato tutto da godere e da raccogliere nella nostra videoteca e magari da offrire a chi ancora ci chiede: cos'è il Baseball?
Clicca sulla foto per vedere il filmato