Romano Palombi, una grande persona del baseball

di Franco Ludovisi

 

Palombi Romano era alla chitarra, io Crozzoletto, Scianò, Paolucci, Piana ed altri eravamo al tavolo ai bicchieri e agli affettati ad accompagnarlo al canto, Luciano Nardi alla cassa a pagare perché aveva ricevuto degli arretrati dalla banca dove lavorava e generosamente ci rendeva participi delle sue entrate. 

 

La vista dalla balconata dell’Osteria di Vizzano, quella che si raggiungeva passando sul ponte sospeso alla “DaVerazzano” sul fiume Reno presso Sasso Marconi, era splendida con l’acqua del fiume che scintillava per via del sole che vi si rifrangeva:

cantavamo anche benino (Luciano escluso, ma lui pagava!) e sicuramente davamo l’impressione di essere molto contenti.

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Nuove regole baseball giovanile: un passo avanti o indietro?

Getty images
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di Paolo Castagnini

Probabilmente a molti è sfuggito che dal 2017 cambieranno molte delle regole sull'attività del baseball giovanile che ci hanno accompagnato negli ultimi 10 anni. Come si dice spesso e volentieri se le cose non vanno è necessario cambiare. Si però le modifiche ci renderanno l'attività più semplice o più complicata? Sono migliorative o peggiorative? O meglio: nei confronti dei ragazzi è un passo avanti o uno indietro?

Qualcuno forse non si è posto il problema, altri hanno rinviato il problema al prossimo anno, fatto sta che siamo ad inizio campionati 2016 e in un batter d'occhio ci troveremo alla fine e sarà necessario ragionare per il 2017 e questo chiunque ci sarà sulla plancia di comando visto che per la fine del 2016 sono previste nuove elezioni. Ma vediamo cosa cambierà dal 2017

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L'interpretazione etica ieri e oggi

Foto del 1951 - Franco Ludovisi alla battuta
Foto del 1951 - Franco Ludovisi alla battuta

di Franco Ludovisi

Sono sessantasette anni che si gioca il baseball in Italia.

In questo lasso di tempo è cambiato il GIOCO, la TECNICA adottata dai giocatori e il suo livello e non ultimo la INTERPRETAZIONE  ETICA  della gara. Il GIOCO è cambiato in diverse cose: si è passati, ad esempio, da monti di lancio alti 45 centimetri alle attuali collinette di 25; la lunghezza del campo  resta fissata al minimo di 76,20 metri, ma è impensabile, oggi, tale misura che era quella di molti campi dei primi campionati (Pirelli Milano, Campo dell’Oca Bologna); la finta di pick off in terza base è stata abolita; l’area dello strike è stata ridimensionata in altezza; le mazze in alluminio hanno sostituito quelle in legno che, poi, hanno ripreso il loro posto. E forse mi sfuggono altre cose.

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Gli albori del gioco

di Andrea Salvarezza

Come giunsero negli Stati Uniti i vari «bat-and-ball games» da cui poi scaturì il National Pastime Americano? Con ogni probabilità essi furono importati dai bambini inglesi che traversarono l’Atlantico con le loro famiglie, all’interno del più ampio processo di migrazione culturale in cui generazioni successive di coloni portarono nel Nuovo Mondo aspetti significativi delle loro tradizioni politiche e folkloristiche. Al di là delle variegate e difformi origini del gioco, infatti, è certo che esso arrivò in America grazie alla diretta influenza culturale inglese:

«there is little doubt that baseball’s implantation and nourishment in colonial America was almost exclusively the immediate product of English cultural influence»

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Come insegnare ai ragazzi a lanciare strike

di Frankie Russo

Libera traduzione da theseason.gc.com

In un precedente articolo del 23 Marzo 2015 abbiamo pubblicato una prima parte di questo argomento trattato dal coach Dan Spring. Qui di seguito la seconda parte.

 

Nel precedente articolo ho parlato dell’ importanza per i pitcher di lanciare strike e che la velocità ha poca rilevanza se non si riesce a comandare il lancio. Ora che siamo d’accordo che centrare la zona dello strike è fondamentale, la domanda successiva è: “Come s’insegna a un giovane pitcher a lanciare strike”.

Purtroppo la meccanica di lancio è piuttosto complicata, ma c’è un aspetto fondamentale che aiuta a correggere molte delle altre imperfezioni; è facile da riconoscere, e aiuterà a lanciare più strike. E non sono necessarie 10.000 ore di sedute di allenamento per individuarlo!

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Infield pre-game: allenamento o esibizione?

di Paolo Castagnini

Quando avevo poco più di vent'anni la meta preferita era Parma. Assistere alla partita del sabato sera della Germal era la cosa più bella per me. La prima regola era arrivare presto. Innanzitutto per prendere i posti migliori e poi per assistere agli allenamenti pre-partita. Così mi posizionavo dietro casa base un'ora e mezza prima e guardavo la squadra ospite battere. Poi la squadra di casa con Giorgio Castelli, Sal Variale, Carlos Guzman, cercando di prendere ogni volta qualcosa dal loro giro di mazza. Ma il momento più bello e non me lo sarei mai perso per nessuna ragione al mondo era assistere al cosiddetto "Diamante"

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I Brooklyn Dodgers

di Allegra Giuffredi

La storia dei Dodgers di Brooklyn è qualcosa di epico e molto, molto americano, a partire dal nome che, la leggenda vuole derivi da “To dodge”, che vuol dire “schivare” e perché mai?

Perché i bimbi di Brooklyn, giocando per la strada proprio a baseball, spesso dovevano schivare i tram, che passavano all’interno del loro campo da gioco immaginario ….

Qualche anno fa ho avuto l’opportunità di andare negli States, a New York e lì, ho assistito alla partita tra i Mets di New York e i Dodgers di Los Angeles … Eh sì, perché dal 1958 i Dodgers giocano sulla West Coast a Los Angeles, ma non è sempre stato così, dato che parliamo di Brooklyn, località popolare e popolana nota in Italia, soprattutto per una famosa marca di gomme da masticare (!?)

I Dodgers infatti, così come i Giants, attualmente siti in San Francisco, sono nati sulla East Coast, rispettivamente a Brooklyn e a Manhattan, prima ancora che quest’ultima diventasse uno dei cinque “borough” della Grande Mela, e proprio a New York hanno dato vita a partite memorabili.

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Gli Indimenticabili - 2^ parte

Foto tratta dal Museo Virtuale del sito FIBS
Foto tratta dal Museo Virtuale del sito FIBS

Storia della Italian Umpires Association - 

di Michele Dodde

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Certamente non furono facili gli inizi di questa pattuglia di una crescente Legione Straniera dei direttori di gara, termine coniato con grande efficacia dal milanese Giovanni Del Neri,  in specie se si considera come i giudizi da loro emessi durante le gare fossero sistematicamente in contrasto a causa sia per la diversa interpretazione del significato delle regole sia per gli oggettivi problemi di traduzione semantica delle frasi di un “Rule Book” rigorosamente in originale. Ancor più, per dare maggior colore, era sui campi da gioco per il calcio che autarchicamente venivano realizzati i diamanti. Le linee di foul venivano tracciate  con  un annaffiatoio colmo di calce liquida mentre il piatto di casa base ed i cuscini delle basi venivano portati dalle sedi sociali e sistemati sul campo con il tassativo compito di recuperarli poi a fine incontro. 

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Seventh-inning stretch

Nella foto il momento in cui Kane Kalas canta God Bless America durante il 7° inning
Nella foto il momento in cui Kane Kalas canta God Bless America durante il 7° inning

di Andrea Salvarezza

Sabato 23 ottobre 2010, sesta partita della finale della National League (NL): Philadelphia Phillies e San Francisco Giants si contendono il pennant della NL e soprattutto un posto nelle World Series, le finali del massimo campionato professionistico americano. Siamo a metà del settimo inning quando gli spettatori del Citizens Bank Park si alzano in piedi al richiamo dello speaker, si tolgono il cappello e si preparano ad assistere all’esibizione canora di Kane Kalas, figlio dello storico announcer dei Phillies Harry Kalas, scomparso nell’aprile del 2009. Le telecamere inquadrano una fotografia di “Harry the K”, come veniva affettuosamente chiamato dai tifosi di Philadelphia, poi staccano sul giovane, che in un’atmosfera di forte tensione emotiva esegue l’attacco di God Bless America.

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La verità sullo stretching

Presentazione di

Paolo Castagnini

Quante volte capita di vedere la squadra all'esterno destro che esegue esercizi di stretching così come nella figura qui a fianco? Quante volte per pigrizia abbiamo mandato la nostra squadra di giovani a scaldarsi da soli osservando poi che oltre a fare lo stretching statico lo fanno male e chiacchierando? Per fortuna! dico io perché è ormai dai primi anni 2000 che è stato riscontrato che questo tipo di stretching fa male. Quindi nonostante tutto, chiacchierare fa per lo meno "meno male". C'è da dire che le vecchie abitudini sono dure a morire. Ecco allora per sensibilizzare il tema questo articolo tratto dal New York Times e scritto per noi in italiano da Frankie Russo

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C'è la necessità......

Presentazione di

Paolo Castagnini

Nel 1993 il nostro Michele Dodde scrisse un editoriale.

Sono passati 23 anni, ma lo trovo attualissimo. Eccolo per voi integrale come fu scritto da Michele tanti anni fa, così per riflettere un po'.

 

Correva l’anno 1993

Pagine ingiallite di un editoriale di Michele Dodde

Babe Ruth, il più grande giocatore di baseball del mondo, o meglio di tutti i tempi, è divenuto suo malgrado un mito per il fortuito incontro che ebbe con un giovane discolo cui scrisse una lettera, sentenziò che il batti e corri “è il gioco più bello ed ogni uomo dovrebbe sentirsi orgoglioso d’averci qualcosa a che fare”.

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Gli Indimenticabili - 1^ parte

La locandina della prima partita di baseball ufficiale in Italia (Roberto Buganè Museo virtuale FIBS)
La locandina della prima partita di baseball ufficiale in Italia (Roberto Buganè Museo virtuale FIBS)

Storia della Italian Umpires Association - 

di Michele Dodde

 

La fondamentale quanto capillare e meritoria ricerca inerente la nascita e la divulgazione del baseball e del softball in Italia, condotta a termine con filantropica precisione da Roberto Buganè, unitamente ad altre similari storie, riporta che la prima gara giudicata regolare e svolta con tutti i crismi dell’ufficialità fu certamente quella disputata a Milano sull’inventato diamante realizzato sul campo Giuriati  il 27 giugno 1948 tra il Milano B.C. e gli Yankees Milano. 

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Il baseball nell'arte di Kadir Nelson

di Paolo Castagnini

Nella ricerca di immagini per impreziosire gli articoli pubblicati su Baseball On The Rod sono capitato casualmente sulle opere dell'artista Americano Kadir Nelson (vedi articolo La leggenda di Josh Gibson) e mi sono riproposto di scrivere un articolo a lui dedicato.

Kadir Nelson è un artista pluripremiato le cui opere sono state esposte in importanti pubblicazioni nazionali e internazionali, istituzioni, gallerie d'arte e musei. 

 

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Il Riccione cerca un lanciatore

di Paolo Castagnini

E' la prima volta che una società utilizza un servizio che avevamo messo a disposizione molto tempo fa: "cerco giocatori"  Il Riccione è la prima società che lo utilizza e quindi con piacere offriamo al Riccione la prima pagina di oggi. La società Riccione Baseball è una delle più illustri società Romagnole. Da anni attiva con il settore giovanile quest'anno presenta le squadre: Esordienti; Ragazzi; Allievi; Slow Pitch Amatoriale e Serie B. Proprio per quest'ultima squadra la società ricerca un buon lanciatore Italiano /ASI da inserire nel roster come "partente". Credo non ci sia altro da aggiungere anche perché la città di Riccione non ha bisogno di presentazioni. Auguro al Riccione di trovare il miglior lanciatore libero sul mercato ed invito anche altre società ad utilizzare questo servizio messo a disposizione da Baseball On The Road. I recapiti nell'apposita sezione.

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Italian catcher - 2^ parte

Di Allegra Giuffredi

E ricominciamo la parata dei catcher italo - americani con Michael Joseph Piazza (1968) che è un italoamericano vero e proprio avendo sia la doppia nazionalità che particolare cura ed interesse per il nostro “batti e corri”. Ma veniamo al giocatore ….

Piazza ha giocato per ben 16 stagioni nelle Major Leagues Baseball (MLB), dal 1992 al 2007, giocando principalmente con i New York Mets e i Los Angeles Dodgers ottenendo un'ottima media battuta vita, ma non solo. E' stato un battitore talmente valido, da procurarsi il record di fuoricampo per un catcher.

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Ancora sulla specializzazione giovanile

Una piccolissima in battuta
Una piccolissima in battuta

di Paolo Castagnini

L'articolo "Sempre più baseball/softball e sempre prima?" ha suscitato molto interesse. C'è chi ha commentato sulla pagina Facebook, chi direttamente in calce all'articolo e chi mi ha scritto privatamente.

La sensazione di molti è che si stia parlando di una realtà geografica (gli Stati Uniti) e agonistica molto differente dalla nostra. Questo è in parte vero, ma il rischio di non considerare il problema è un po' come il doping che sembra materia dei campioni per poi scoprire che invece è molto usato anche nei livelli più bassi. Allora proviamo a trasportare quanto detto nell'articolo alla nostra realtà.

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