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Allenare il baseball giovanile - 17^ e ultima parte

di Frankie Russo

Libera traduzione dal libro

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Le conclusioni di Cal Ripken

Il baseball, per quanto si possa essere d’accordo o meno, è un gioco semplice, giocato con mazze, palle e da persone. E’ un concetto ribadito molte volte in precedenza, ma non vogliamo che i coach dimentichino questo principio fondamentale.  Sembrerebbe un concetto banale, ma riflettendo bene, è proprio così. Se osservate due squadre durante il riscaldamento, il 99% delle volte vince la squadra che palleggia meglio. Meglio si applicano i fondamentali, meglio si gioca a baseball. 

Anche le giocate più difficili, come il doppio gioco, possono essere suddivise in vari segmenti. Il terza base prende la palla ed effettua un perfetto tiro al seconda base il quale a sua volta, effettua la presa ed esegue un perfetto tiro al prima base che deve prendere la palla. Tutto qui. Il doppio gioco è la combinazione di cinque fondamentali ripetuti: presa, tiro, presa, tiro e presa. Tutto però deve essere eseguito alla perfezione   per portare a termine anche il più facile dei doppi gioco. 

Per giocare bene, un giocatore deve essere in grado di tirare la palla, prendere la palla e battere la palla. Sembra facile, ma sappiamo che così non è. Per quanto concerne lo sviluppo invece, migliorare dovrebbe essere più fattibile. Quando si tratta di insegnare, il principio più importante è farlo in modo semplice.

 

Questo concetto spesso lascia perplessi i genitori che invece vedono nei loro figli dei futuri campioni della major league, a cominciare da tutte le età. Essi vedono il baseball come il raggiungimento della fama e della sistemazione economica e si aspettano di trovare la pozione magica che farà del loro figlio un campione, sia   essa  una formula già provata o meno,  o ingannevole oppure sono alla ricerca di qualche segreto che farà battere il loro figlio a 400. Viviamo in un’era caratterizzata dalla pubblicità e dalle soluzioni veloci. Purtroppo, non esistono scorciatoie per divenire un buon giocatore di baseball.

 

Con il concetto di semplicità vogliamo significare che, se un ragazzino raccoglie correttamente una rotolante, lo sta facendo come un giocatore professionista. La differenza è che il professionista lo ha fatto nel modo giusto per migliaia di volte, forse centinaia di volte al giorno. Dopo che il ragazzino ha raccolto la palla, dovrebbe muovere i piedi verso la prima base e tirare la palla come lo fa un professionista, magari non alla perfezione, ma il concetto è lo stesso, il professionista l’avrà fatto migliaia di volte e il corpo ormai si muove in modo naturale.

Un giovane giocatore forse non si posizionerà nel box di battuta come un professionista, ma la posizione è solo il punto di partenza, e  ne esistono a centinaia che sono accettabili. Alcuni aspetti della sventolata, come lo spostamento di peso, il passo, il livello del giro e la chiusura, devono essere tutti in sintonia per poter battere con successo. Gli esercizi del tee, soft toss, short toss, ecc. sono gli stessi che il giocatore professionista ha ripetuto giorno dopo giorno per tutta la sua carriera, e lo fa ancora. Se non lo fa, non durerà a lungo nelle majors.

 

La costante ripetizione dei fondamentali è la chiave per divenire un buon giocatore di baseball. Non esistono formule magiche o prodotti alternativi che possano aiutare un giocatore a raggiungere i massimi livelli. L’unico vero segreto è il duro lavoro e la ripetizione dei fondamentali fino a che tutte le giocate diventino di routine.

 

Non s’impara a fare le grandi giocate o prendere cattivi rimbalzi praticando a tuffarsi e giocando su campi irregolari. Molto similmente, non s’impara a battere curve e cambi battendo centinaia di questi lanci in allenamento.

 

Una volta acquisita la memoria muscolare, al punto che il movimento diventa naturale tanto da non pensare nemmeno un millesimo di secondo come prendere una rotolante o battere una veloce, il corpo imparerà automaticamente ad adattarsi alle giocate più difficili e a lanci ingannevoli.

Il gioco del baseball si complica molto velocemente, quindi, non c’è motivo per affrettare il processo.  Se cerchiamo di insegnare troppo durante la partita, il risultato può essere devastante.  Invece che reagire naturalmente su una palla battuta o lanciata, il giocatore si troverà a pensare  troppo e non riuscirà a mettere in pratica le sue capacità.

 

Prendere la palla e tirare la palla. Vedere la palla e battere la palla. Per incoraggiare e far rilassare il battitore è sufficiente consigliare di guardare la palla e colpire la palla. Non bisogna complicare la situazione facendo pervenire tante informazioni.

Semplificate: Guarda la palla, colpisci la palla.

 

Il momento migliore per correggere il giro di mazza non è certamente durante la partita quando il lanciatore sta tirando il più forte possibile o cercando di ingannare il battitore con curve e cambi. No, il momento opportuno è durante l’allenamento. Ogni singolo esercizio può aiutare a migliorare la sventolata fino al punto che il corpo reagisce naturalmente e automaticamente durante la gara. 

Quando si lavora con il tee, l’esercizio dovrebbe focalizzare sullo spostamento del peso. Per generare maggiore potenza, una frase utile potrebbe essere: ‘Vai indietro per poi andare in avanti’. Quando si fa il soft toss, una frase semplice potrebbe essere: ‘Mani morbide, mazza veloce’. 

 

Impugnare la mazza con scioltezza nelle dita permette maggior movimento dei polsi e crea maggiore velocità nel giro.

 

Nell'eseguire il front toss, consigliamo di mirare alla parte esterna del piatto e suggeriamo di battere al centro. Questo esercizio aiuta a non aprire la spalla anteriore, a fare il passo verso il lanciatore e battere in linea con potenza.

 

 

Durante gli allenamenti il giocatore si esercita senza tensione e a velocità inferiore rispetto alla gara. Questo permette al coach di correggere gli errori senza che il giocatore debba pensare ad una situazione di gioco o a colpire un lancio. Una volta acquisiti i giusti movimenti, adattarsi alle situazioni di gioco diventa molto più facile. Tutti i vari movimenti verranno eseguiti con naturalezza formando un efficace giro di mazza.

Semplificare significa anche che non bisogna sempre usare il fungo per far raccogliere rotolanti. Rotolare facilmente una palla permette al giocatore di controllare la velocità ed i rimbalzi e raccogliere la palla con la giusta tecnica senza preoccuparsi che la palla lo colpisca in faccia.

Una volta che ha preso confidenza nel prendere la palla nel modo corretto, lo farà automaticamente anche in partita.

 

Se un giocatore è in grado di assumere la giusta posizione in partita, gli sarà più facile gestire un improvviso rimbalzo o eseguire una difficile giocata rispetto a chi non applica correttamente i fondamentali. E’ un metodo che ha sempre funzionato, anche per giocatori a livello di college che poi hanno raggiunto il successo. Con questo non vogliamo dire che non si dovrà mai far raccogliere palle battute, ma è sempre meglio che il giocatore abbia abbastanza confidenza in sé stesso prima di farlo.

Può l’eccessiva ripetizione diventare noiosa per i ragazzi? Assolutamente si. Qui subentra la creatività del coach. Trasformate semplici esercizi in contese. Invitate i vostri giocatori a competere tra loro. La competizione aumenta la concentrazione e tiene alto l’interesse. Questa teoria, se applicata con impegno, renderà gli esercizi così divertenti che diventerà difficile porre termine al gioco.

 

 

Semplificare non significa che il metodo deve essere elementare anche per i giocatori più esperti. Significa solo che praticando i fondamentali con ripetitività, i giocatori raggiungeranno un livello confortevole di abilità e di  memoria muscolare tale da eseguire con naturalezza le giocate più difficili e più complicate. Se è un metodo che funziona per i professionisti, può funzionare anche per i ragazzi ad ogni livello.

 

Non è l’allenamento che porta alla perfezione, è l’allenamento perfetto che rende perfetti. Fa parte dell’essere umano rendere le cose difficili. Spesso i coach vogliono conglobare diversi esercizi in uno solo, vogliono inventare fantasiosi riscaldamenti pre-partita per intimidire l’avversario. Bisogna sempre tenere presente che più si complicano le cose, più si crea confusione nei giocatori e si creano situazioni che non sono in grado di gestire.

 

Un esercizio complesso che incorpora diversi fondamentali probabilmente avrà come conseguenza che il giocatore non riesce a praticare con efficienza e non riuscirà a migliorare nessuno dei fondamentali. Suddividere un’azione complicata nelle varie fasi fondamentali, cercando di perfezionare ogni fase prima di mettere tutto insieme, è probabilmente il modo migliore per raggiungere la perfezione.

 

I coach che non sono in grado di spiegare perché un gesto tecnico va eseguito in una determinata maniera, difficilmente avranno un riscontro dai ragazzi. Spesso si verifica che al giocatore è stato insegnato un gesto tecnico in modo diverso, ma se si riesce a spiegare perché il gesto va eseguito secondo le vostre filosofie, è più probabile che il concetto venga appreso. Imporre di eseguire solo “Perché lo dico io”, significa che appena girate le spalle il ragazzo continuerà a eseguire come faceva prima. 

 

Gli altri due aspetti su cui volgiamo focalizzare, ‘rispettare l’individuo’ e ‘far divertire’, sono volti a trattenere i ragazzi nel mondo del baseball. Osservando gli altri sport, si assiste a tanti diversi stili individuali, ed è un aspetto che attira l’attenzione dei giovani.

 

Il campionato della Major League dura 162 partite, quindi è facile che l’entusiasmo che si vede in aprile o durante i playoff non sia lo stesso che si può osservare in agosto. L’aspetto mentale per un giocatore delle majors è molto importante, ma la lunga durata del campionato non sempre permette una concentrazione costante. Nel caso dei campionati giovanili invece, vogliamo che i nostri ragazzi mantengano sempre la stessa concentrazione in campo. 

Molti istruttori si fossilizzano  sulle loro  teorie e ritengono il loro metodo di preparare la partita o eseguire un determinato esercizio sia l’unico modo, come se volessero clonare i giocatori.

 

L’approccio mentale è un elemento fondamentale nel baseball che è anche un gioco fatto di correzioni. Ci sono lanciatori che privilegiano  lanci ingannevoli, rotolanti che fanno improvvisi rimbalzi e volate condizionate dal vento.

 

Il baseball è anche uno sport individuale in cui ogni giocatore deve fare il proprio dovere per il bene di tutta la squadra. Ogni volta che il lanciatore lancia, ogni volta che un battitore è nel box di battuta, e ogni volta che la palla è battuta a un difensore, il giocatore coinvolto è messo sotto pressione.

 

Il giocatore deve essere rilassato e abbastanza confortevole da essere in grado di gestire la tensione ed eventualmente adeguarsi alla giocata. I giocatori che non si sentono a loro agio ed eseguono semplicemente perché devono soddisfare le richieste del coach, sicuramente avranno meno successo di un giocatore che ha la piena conoscenza di ciò che sta facendo. 

 

E’ pur vero che ci sono alcuni fondamentali che non possono essere cambiati, ma questo non esclude la possibilità per i giocatori di trovare la propria zona di comfort. Non tutti i giocatori assumono lo stesso stile nel box di battuta. Non tutti i giocatori in difesa si posizionano allo stesso modo e non tutti tireranno alla stessa maniera. Uno degli aspetti più importanti per un coach è la capacità di osservare e valutare i risultati prima  di suggerire cambiamenti. Lasciate che i giocatori si sentano a loro agio.

Infine, il divertimento è fondamentale per la sopravvivenza dello sport in genere. E’ indubbio che ai ragazzi piace giocare, è un dato di fatto. Fino a quando hanno la possibilità di giocare, saranno contenti. 

 

Un gruppo di ragazzi può giocare 100 partite, ma se perdono troppo spesso o non sono competitivi, la cosa certamente non li renderà felici.  Tutta la contentezza iniziale sparirà in un breve lasso di tempo.

 

I ragazzi sono come spugne, hanno sete di imparare e migliorare, e migliorare vuol dire divertirsi, ma non potranno migliorare se non si allenano.  L’allenamento può essere divertente quanto una partita, importante è che sia vivace e non noioso. Il segreto di tutto è la semplicità, il buon senso deve sempre prevalere. Fate eseguire esercizi semplici e veloci e che possono essere praticati da ogni gruppo. Quando i ragazzi si annoiano, trasformate gli esercizi in contese. 

 

Usate un linguaggio facilmente comprensibile, dimostrate come eseguire correttamente un gesto tecnico. Non cercate di insegnare durante le gare o quando sono in battuta o quando lanciano. L’allenamento è il momento migliore per correggere e perfezionare i difetti visti durante la gara. Applicate sempre gli esercizi che più si adeguano al vostro gruppo, e se sono eseguiti correttamente, avrete raggiunto l’obiettivo.

 

 

Anche fuori dal campo siate da esempio. Spiegate il vostro metodo e la vostra filosofia. Siate organizzati e comunicate sempre con i vostri giocatori. Siate educati, professionali e cortesi. Non lasciatevi andare a eccessivi temperamenti  durante la partite e gli allenamenti quando vi confrontate con i giocatori e i loro genitori. Siate positivi e divertitevi, trasmettete il vostro entusiasmo ai ragazzi. Non arrendetevi di fronte al primo ostacolo.

 

Non esiste soddisfazione più grande per un coach che vedere i ragazzi che ha allenato migliorare e divertirsi.

 

Frankie Russo

 

 

N.d.r. Si conclude qui questa serie di 18 articoli estrapolati dal libro: "Coaching Youth Baseball the Ripken Way" dove i fratelli Ripken con la loro grande esperienza danno dei consigli a tutti i coach di baseball, e di softball aggiungiamo noi.

Ringrazio Frankie Russo per aver portato a termine questo lavoro immane di traduzione e riassunto che, sottolineo, offre a titolo gratuito come quello di tutti noi di Baseball On The Road. Ora non resta che unire tutti gli articoli in un unico opuscolo in pdf che chi interessato potrà stampare e divulgare nelle società, cosa che faremo nei prossimi giorni.

Buona continuazione di campionato.

 

Paolo Castagnini

 

Articolo pubblicato il 18 maggio 2016

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Commenti: 9
  • #1

    Giorgio (mercoledì, 18 maggio 2016 10:05)

    Grande lavoro Frank, grazie !

  • #2

    Enrico Camporese (mercoledì, 18 maggio 2016 11:57)

    .....che dire se non grazie, a Paolo e a Frankie per aver arricchito e di molto il mio bagaglio tecnico attraverso guesti 18 articoli.

  • #3

    Christian (mercoledì, 18 maggio 2016 12:13)

    Good job!

  • #4

    Frankie (mercoledì, 18 maggio 2016 19:25)

    Grazie di cuore a voi e a tutti i lettori di BOTR. Spero che continuate a seguirci, è il vostro interesse che ci dà la la forza e la volontà di continuare.

  • #5

    Flavia (martedì, 30 novembre 2021 22:39)

    Grande lavoro Frank

  • #6

    Rolando (mercoledì, 01 dicembre 2021 07:39)

    Complimenti a Frank e a Paolo per la profonda conoscenza degli aspetti fondamentali per un insegnamento corretto e l'analisi delle varie problematiche di contorno

  • #7

    ludovisi franco (giovedì, 02 dicembre 2021 10:21)

    Ma Frank e Paolo li conoscete davvero? Se si, allora perché tanto stupore per quello che dicono?

  • #8

    Frankie (venerdì, 03 dicembre 2021 09:07)

    Sapere che i nostri articoli vi sono di supporto per incrementare e migliorare il vostro bagaglio tecnico significa che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e questo ci fa immensamente piacere oltre a darci la forza di continuare. Grazie a voi tutti!

  • #9

    ROLANDO (lunedì, 06 dicembre 2021 12:31)

    Che li conosca è certo.
    Il mio complimento è stato per la cura e l'analisi profonda di questa rubrica dedicata all'allenamento giovanile, ma soprattutto a tutte le problematiche di contorno che, purtroppo influenzano, condizionano e, per certi versi, rovinano la prosecuzione della "carriera" di questi giovani ragazzi.