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Allenare il baseball giovanile - 9^ parte

di Frankie Russo

Libera traduzione dal libro Coaching Youth Baseball the Ripken Way 

Leggi le parti precedenti

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La durata è determinata dai giocatori

Lasciate che siano i giocatori a determinare la durata dell’allenamento.  Mentre un’ora potrebbe essere troppa per i bambini sotto i 10 anni, per i ragazzi di 12 potrebbe essere troppo poco. Dovrà essere vostra responsabilità porre la necessaria attenzione per individuare fino a quando i ragazzi prestano sufficiente interesse. 

Noi crediamo che per i bambini sotto i 10 anni l’allenamento non dovrebbe superare l’ora, o forse 45 minuti per i più piccoli. Naturalmente, se l’allenamento è gioioso e i bambini si divertono, è possibile protrarre per un ulteriore breve periodo. Ma sarà sempre l’interesse che mostrano i bambini a determinare se è il caso di interrompere un po’ prima. Come coach, il programma va visto a lungo termine, ciò che non vogliamo è che alla fine della stagione i bambini si ricordino di allenamenti lunghi e tediosi, invece che  essere ricordati come divertenti e positivi. 

Con il crescere, aumenta anche la passione dei ragazzi ed è possibile prolungare l’allenamento senza mai perdere di vista l’interesse mostrato dai giocatori. Anche il tempo da dedicare alle stazioni aumenta con la crescita dei ragazzi.

 

Se hanno difficoltà un giorno ad apprendere un determinato concetto, non è il caso di fossilizzare, andate oltre e tornate sull’argomento un altro giorno.

 

La corsa sulle basi è un esercizio che di solito richiama il loro interesse e può sempre tornare utile nei momenti difficili.

 

L’importanza dell’insegnamento dei fondamentali va al passo con l’età dei ragazzi, ma è da tenere presente sempre che il tiro, la presa e la battuta sono le basi fondamentali del baseball e vanno praticati ogni giorno. E’ conseguente che anche il tempo dell’allenamento aumenta, e sempre tenendo presente l’interesse dei giocatori, un adeguato tempo di allenamento per i ragazzi dai 10 ai 12 anni dovrebbe essere di circa 90 minuti. 

La durata dell’allenamento va curata anche con i ragazzi quando raggiungono il livello del liceo, che comunque non dovrebbe superare le due ore. 

 

Con squadre di questo livello e superiore, il coach deve dedicare il tempo necessario anche ai fondamentali di squadra quali la difesa sulle smorzate, tagli e relay, situazioni difensive con corridori in terza e prima oltre alla comunicazione.

 

Anche in questi casi, se i concetti non sono recepiti in un tempo massimo di 20 minuti, passate oltre altrimenti l’allenamento diventa controproducente.

 

Riscaldamento

Generalmente tutto comincia con i giocatori che corrono intorno al campo, e mentre i più grandi capiscono che trattasi di riscaldamento, per i più piccoli è inteso come una gara e pertanto corrono veloci per arrivare primi. Non tutti saranno in grado di mantenere lo stesso ritmo mentre altri arriveranno stanchi. In entrambi i casi, i ragazzi saranno affaticati e bisognerà attendere il totale recupero prima d’iniziare l’allenamento, e con il poco tempo a disposizione, si traduce in una perdita di tempo. 

 

Per i più piccoli è consigliabile iniziare con la corsa sulle basi che sembra essere uno dei loro giochi preferiti, motivo per cui l’allenamento può terminare anche con la corsa sulle basi creando una competizione.

 

All’inizio si possono simulare varie situazioni (corsa in prima, dalla prima alla terza, ecc) enfatizzando sul concetto che la base va toccata sulla parte frontale e con il passare del tempo soffermarsi sugli altri fondamentali della corsa.  

 

Quando i ragazzi raggiungono i 13 anni, va spiegato loro il concetto del riscaldamento dinamico che comprende la corsa leggera alternata con allunghi, la corsa a ginocchia alte, salto, saltelli, ecc. Anche per i più piccoli questo è possibile, ma non necessariamente bisogna entrare nei dettagli. I più grandi dovrebbero essere in grado di praticare il riscaldamento anche senza l’assistenza del coach.

 

Avere un piano

Come riportato diverse volte in precedenza, il coach dovrebbe spendere del tempo a preparare l’allenamento. Se il coach arriva al campo con un piano dimostrando di essere organizzato, e sa comunicare mentre la squadra esegue lo stretching, la stima dei giocatori e dei genitori nei suoi confronti aumenterà e l’allenamento sarà più efficiente. I giocatori capiranno che il coach sta lavorando seriamente e sta facendo del suo meglio per istruire. I giocatori sono più propensi a prestare attenzione a un coach organizzato, ed anche i genitori saranno meno inclini a contestare. Un coach disorganizzato mostra una sensazione di noncuranza che renderà difficile avere un allenamento efficace e potrebbe avere un impatto negativo su tutta la stagione.

Adeguarsi allo spazio

E’ facile cadere nella trappola di fare allenamento con un giocatore che batte e gli altri sparsi per il campo. Dopo tutto, poter usufruire di un complesso con otto campi, un campo sintetico per praticare con gli interni e più gabbie di battuta, è un sogno proibito per quasi tutte le squadre.

 

Molti coach hanno il campo a disposizione per un’ora o poco più, altri devono praticare su campi non proprio da baseball. Tutte queste circostanze rendono difficile pianificare un allenamento efficace. Difficile sì, ma non impossibile, basta avere un po’ di fantasia.

 

Si può lo stesso formare delle stazioni dove un gruppo batte con il coach, un gruppo batte a rete, un gruppo all’esterno pratica con un assistente che batte o tira palle al volo e rotolanti, e lo stesso è possibile per gli interni tra un lancio e l’altro. E’ possibile inserire anche la corsa sulle basi reagendo alle diverse situazioni (smorzate, batti e corri, pesta e corri, ecc).

 

In questa maniera comunque l’allenamento è completo battendo, tirando e lavorando sulla difesa. Se tutto è ben preparato e organizzato l’allenamento sarà completo. Se c’è altro tempo a disposizione, lo si può dedicare alla corsa sulle basi e magari fare dei test per i più grandi.

 

Questo è solo un esempio di come sfruttare lo spazio. Potrebbe tornare utile l’utilizzo di palle di plastica e/o di gomma se lo spazio a disposizione è troppo poco al fine di evitare infortuni. 

 

Frankie Russo

 

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Articolo pubblicato il 22 marzo 2016 

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