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Il dimenticato segmento degli Uomini in Blu italoamericani - 4^ e ultima parte

di Michele Dodde 

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In chiusura di questo segmento non si può tralasciare l’estroverso personaggio di Ronald Michael Luciano  plasmato interamente da un DNA tutto italiano. Nato a Endicott, New York il 28 giugno del 1937, studia e si laurea in matematica presso la Syracuse University. In possesso di un esuberante fisico pari a un metro ed ottantaquattro centimetri di altezza per 117 chili, amante dello sport tenta la via del football ma prima un infortunio alla spalla destra e poi alle ginocchia gli impediscono di continuare e così trova congeniale applicarsi alla direzione delle gare di baseball. Debutta a 27 anni nel dirigere gare della Florida State League, poi della Eastern League e di seguito nella International League per essere dopo cinque anni assunto dall’American League per gli incontri della Major League dove è rimasto per dieci anni sino al 1979.

Luciano è passato alla storia per essersi inventato un proprio stile smagliante, teatrale e più volte brillante tale da mandare in visibilio gli spettatori. Di lui si sono tramandati intelligenti aforismi e soprattutto aneddoti inerenti alla sua irripetibile carriera. A causa delle sue carnascialesche esuberanze era amatissimo dai tifosi, odiato dai dirigenti della Lega e di contro fortemente rispettato dai giocatori per la sua correttezza nei giudizi come testimoniò un sondaggio svolto dalla Major League Baseball Players Association nel 1974. Luciano era uno dei due umpire dell’American League giudicati “eccellenti”. 

Di se stesso in seguito dirà che con l’emettere i suoi giudizi escogitava sempre irriverenti modalità tanto da divenire egli stesso un’attrazione nello spettacolo della gara. E ciò in special modo quando emetteva le espulsioni dei giocatori dal campo, che in verità furono solo sedici, usando una voce altamente squillante ed emettendo anche saltelli.

 

Di certo dette una buona idea al regista David Zucher nel suo funambolico film hard boiled “Una pallottola spuntata” facendo interpretare all’attore Leslie Nielsen, sullo schermo lo stralunato tenente della Polizia Frank Drebin, il ruolo di plate umpire. Un cult cinematografico.   

Si narra di lui che, oltre a realizzare eventi teatrali di routine, era considerato un "individualista" perchè volentieri sopravanzava le regole di condotta consigliate della Lega. Ad esempio, invece di posizionarsi dietro la seconda base come da meccanica in campo applicata dall'American League, spesso preferiva trovarsi tra il lanciatore e la base come era in uso presso la National League. Inoltre non ha mai chiamato il “balk” asserendo che la definizione ufficiale era troppo sfumata e pertanto non aveva mai capito la regola. Era solito poi conversare regolarmente con i giocatori durante le pause tra un inning e l’altro, ma soprattutto anche durante il gioco, pratica severamente vietata dalla Lega.

 

Esilarante infine una sua ammissione rilasciata tra i suoi libri di memorie: “Nelle brutte giornate a seguito di baldorie notturne, ovvero quando ero reduce da una sbornia che ostacolava la mia capacità di giudicare i lanci, allora mi avvalevo di fidati ricevitori quali Elrod Hendricks, Ed Herrmann e John Roseboro che giudicavano per me. Se tenevano il guanto fermo, il lancio era uno strike, se lo muovevano era un ball. Mai nessun battitore ha mai capito cosa si stesse facendo….ma è da ridere ripensando che solo una volta, era Herrmann che giudicava i lanci, il suo lanciatore Wilburn Wood si fosse lamentato per il giudizio!!!”  

 

Nonostante la sua condotta sui diamanti, Luciano fu prescelto comunque a partecipare alla World Series del 1974, a tre gare di finale di campionato e ad una All-Star Game tuttavia il suo ricordo più suggestivo era quello di aver diretto il 15 luglio del 1973 la seconda gara no-hitter di Nolan Ryan.

 

Come carismatico personaggio del settore, Luciano fu anche eletto per due mandati completi come Presidente della Major League Umpires Association ed è stato uno dei principali leader e portavoce durante lo  sciopero del 1979: "Gli umpire hanno mantenuto questo gioco onesto per 100 anni – disse in una conferenza stampa nel 1978 -  e siamo l'unico settore del gioco che non è mai stato toccato dallo scandalo. Dovremmo essere veramente troppo stupidi per imbrogliare. Abbiamo integrità, perché sicuramente non abbiamo una vita familiare normale. Di certo non siamo adeguatamente pagati. Non abbiamo assistenza sanitaria, sicurezza sul lavoro, nessun mandato. Il nostro piano pensionistico è uno scherzo. Subiamo più abusi di qualsiasi gruppo di umani e non possiamo restituirne nessuno. Se veniamo licenziati senza preavviso, la nostra unica possibilità è fare appello al presidente della Lega. E guarda caso, è lui che ti licenzia. C’è qualcosa che non quadra…” 

Ed il successivo anno, il 1979, fu anche l’ultimo suo anno in Major League. Successivamente trascorse due anni come commentatore televisivo ma di lui è ammirevole ricordare che senza remore e con grande ironia ha scritto ben cinque libri che racchiudono aneddoti e reminescenze del suo periodo nel mondo dorato della Major League: “The Umpire Strikes Back”, “Strike Two”, “The Fall of the Roman Umpire”, “Remembrance of Swings”,Past and Baseball Lite”.

 

Era anche un entusiasta ornitologo dilettante ed un avido lettore tanto da fargli dire: "Non capisco affatto i sonetti di Shakespeare, ma seguo le sue tragedie. Mi piace come descrive i personaggi cattivi, persone come la moglie di Macbeth. Allora spesso ho pensato che bisogna essere un masochista per essere un umpire. Giusto?" 

 

Drammatica purtroppo fu la fine di questo gioviale personaggio che fece dire al manager degli Orioles Earl Weaver, suo acerrimo rivale sui diamanti, “Luciano è l’unico umpire che convince lo spettatore a pagare il biglietto per andarlo a vedere” poichè nella sua casa a Endicott, località dove aveva sempre vissuto, il 18 gennaio del 1995 egli fu trovato vittima in garage da monossido di carbonio e l’episodio fu licenziato come un suicidio.

 

Questi umpire nominati sono il segmento meno lodato tra gli 809 personaggi italoamericani censiti tra giocatori e manager, tuttavia essi sono stati e resteranno una pietra miliare nella storia del baseball nella certa consapevolezza che in fondo non è la moltitudine che segna la storia ma l’individuo. Ed essi lo sono stati, nel bene e nel male.

 

Michele Dodde

 

 

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Commenti: 4
  • #1

    Maria Luisa Vighi (lunedì, 26 settembre 2022 15:47)

    Che vita incredibile e che fine vita triste...Nel film l'espressione dei giocatori stupefatti,increduli e insieme spettatori era la cosa più straordinaria!

  • #2

    Ludovico Malorgio (martedì, 27 settembre 2022 09:23)

    Una storia Interessantissima. La scrittura chiara e coinvolgente aggiunge fascino al personaggio raccontato con tutte le sue qualità ed i Suoi limiti.

  • #3

    Marcella (giovedì, 29 settembre 2022 13:27)

    Esilarante è l'espediente cui ricorsero lui e i suoi "complici" per arbitrare, senza incorrere in nessuna contestazione, dopo le, non rare, abbondanti libagioni della sere precedenti alcune partite
    Uomo di assoluto valore, impersono' al meglio lo spirito italico: condendo le sue inoppugnabili virtù con la forza dell' ironia , del sorriso e, perché no, con l'arte di sapersi arrangiare

  • #4

    Marcella (venerdì, 30 settembre 2022 17:12)

    Mi accorgo solo ora, rileggendo il mio scritto, di una grave omissione: è chiaro che solo l'abilità narrativa dell'appassionato Michele è stata capace di illustrarci difetti e virtù dei protagonisti della storia di questo sport