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Perderemo anche i partenti?

di Frankie Russo

tratto da ESPN.com

L'immagine di copertina è tratta da theringer.com

E’ una razza in via di estinzione ed è un vero peccato. Ci riferiamo al diverso utilizzo dei lanciatori partenti e cosa significa per il baseball. Molti partenti nel 2022 somiglino più a dei cani da salotto che dei veri pit bull. Il numero dei lanci per gara è sceso a una media di 84,4, 10 in meno della media che ha caratterizzato gli ultimi decenni. Il loro impiego, lungo e stabile per almeno sei riprese, ora raramente supera le 5. Gare complete sono ormai un lontano ricordo. Eppure la teoria di tenerli lontano dagli infortuni limitando il loro impiego non ha funzionato. Gli infortuni al braccio sono dietro l’angolo e fino ad ora per questo campionato è stato calcolato una perdita in salari di circa 100 milioni di dollari per il loro tempo speso sulla lista infortuni. 

Questa eccessiva prudenza ha alterato la loro preparazione e il loro approccio alla gara. Essi spendono il tempo sul monte esprimendo il massimo dello sforzo nel lanciare la palla, ma è evidente che quegli sforzi e lo stress sui legamenti rendono le giunture delle braccia più vulnerabili. Lanciare meno non significa lanciare di più. Gestire il braccio e la spalla di un lanciatore non è cosa facile, tutti provano ad indovinare e nemmeno i medici hanno una soluzione certa. 

Nella foto Alek Manoah tratta da ESPN

Molti di questi giovani lanciatori sono cresciuti quando lanciare 200 riprese era nella norma, non una eccezione. I loro idoli erano i vari Randy Johnson e Greg Maddux, Pedro Martinez e Mike Mussina e come la dritta di Justin Verlander aumentava di velocità man mano che si andava avanti nella partita.

 

Ed è ciò che anche i giovani vorrebbero fare pur sapendo che oggi stanno andando contro corrente. E’ diventata troppo una questione di soli numeri.

 

Cercate di immaginare la reazione di uno dei soprannominati lanciatori se fossero stati sostituiti perché non ritenuti in grado di affrontare il lineup per la terza volta come avviene oggi. Avresti dovuto tirarli fuori con la forza!

 

Ad inizio stagione, a Alek Manoah dei Blue Jays gli fu riferito che sarebbe stato limitato per numero di lanci, ma lui si è ribellato, il suo fisico gli permetteva di fare molto di più. Almeno per ora, Manoah ha vinto la sua battaglia, ma è anche un’eccezione. E qui subentra il paradosso. Nel baseball di oggi ci si allena meglio, ci sono strutture migliori e vi è una migliore conoscenza per formare un lanciatore partente. E allora perché il baseball moderno lo sta praticamente eliminando? 

 

Molti dei cosiddetti difetti del baseball come la sua lentezza, la mancanza di azione, l’approccio prevalente del "HR o SO", possono essere messi in stretta relazione con il lanciatore partente. E’ lui il vero fulcro del gioco, dunque, perché ci si comporta come se fosse meglio vincere senza di lui?

 

Perché le sabermetriche obbligano una squadra, che ha l’obiettivo finale di vincere il campionato, di raschiare la botte fino in fondo  per trovare dei numeri che gli permetterà di avere anche il minimo vantaggio.

In questo, l’arte di lanciare ha trovato terreno fertile.

 

La storia del partente che scompare è quella in cui l'analisi batte l'estetica. E’ una confluenza di fattori, le squadre di piccolo mercato che lottano per la sopravvivenza contro i loro fratelli più ricchi, l'apparato di baseball giovanile che è in crisi, l'ignoranza generale circa la protezione sicura del braccio, sono solo delle scuse, ma alla base di tutto esistono numeri troppo convincenti per essere ignorati dalle squadre.

Una previsione di cosa sarebbe accaduta in futuro si ebbe già ad inizio degli anni 80 con la rotazione a cinque di Billy Martin, manager degli A’s di Oakland.

 

Furono 93 le gare complete su 159 gare iniziate, ma nel giro di quattro anni tutti soffrirono di seri infortuni ponendo fine alla loro carriera e ad una graduale diminuzione di gare complete. In quarantadue anni la media di gare complete è scesa dal 20,3% allo 0,5% di oggi, cioè solo 13 su 2.432 gare disputate.

 

Con il cambiamento dell’obiettivo, le società hanno cominciato a guardare i partenti con occhio diverso. Il sesto inning è diventato il nuovo obiettivo e l’attenta osservazione di come reagisce il battitore ai lanci è un altro elemento che ha avuto un importante impatto sulle decisioni manageriali.

 

Il colpo finale è poi arrivato nel novembre 2013 quando Mitchel Lichtman, uno studioso delle strategie del baseball, riportò che più un battitore riesce a vedere i lanci dello stesso lanciatore, maggiori sono le possibilità di fare contatto.(Foto del libro "The Book")

 

Nel trascorso degli ultimi 40 anni, i battitori hanno visto aumentare la loro media OPS di 27 punti tra il primo e secondo turno contro lo stesso lanciatore, e aumentare ancora di 24 punti tra il secondo e il terzo turno. Il dado era tratto, l’analisi di Licthman era esatta, il sesto inning coincideva regolarmente con il terzo turno.

 

Perché concedere un tale ovvio vantaggio quando ormai all’orizzonte si affacciavano i nuovi rilievi che ormai toccavano le 100mph con una alta percentuale di strike out? E’ matematica, e i numeri non mentono.

 

Dopo la tesi di Licthman, il numero di inning lanciati dai partenti è crollato da 5,97 del 2014 al 5,18 fino al periodo anti COVID mentre la velocità dei lanci da una media di 89mph è passata a 93 nel 2019. Le società non più andavano alla ricerca del lanciatore duraturo, bensì si concentravano su lanciatori che avevano diverse capacità come velocità, potenza e strategia di lancio. Questa diversa filosofia ha poi dato vita a un altro cambiamento da parte dei battitori, la strategia del "HR o SO". 

Nella foto Sandy Alcantara (Jim Rassol-USA TODAY Sports)

Era emersa una nuova generazione di super rilievi sostenuti dalla conoscenza di come lanciare la palla in modo più efficiente ed efficace. Qualsiasi rilievo era ormai preferito a un partente che doveva affrontare il lineup per la terza volta.

 

Purtroppo anche il baseball giovanile si è adattato alla nuova filosofia enfatizzando la velocità su tutto. Lanciare profondo in gare? Lanciare per contatto? Tutta roba vecchia. La velocità era tutto.

 

Però i dati ci indicano pure che non si sta salvaguardando la salute dei lanciatori, si sta semplicemente limitando il loro impiego.

 

Nel 2022, i partenti registrano una media di 5,15 inning per gara. Solo Sandy Alcantara dei Marlins ha una media di sette riprese e più e solo 20 partenti superano il sesto. Alcantara e Burns dei Brewers sono gli unici a superare mediamente 100 lanci per gara, 101 il primo, 100 il secondo. Ma sono l’eccezione che conferma la regola. Per la maggior parte invece, anche se nel quinto sei a 50 lanci, hai concesso solo una valida e stai lanciando bene, vige la regola della “terza volta”. 

 

Ovviamente ai partenti questa filosofia non piace, ma non hanno scelta. I numeri sono numeri, il gioco è gioco, accetti o sei fuori. In effetti è un calcolo molto semplice e le percentuali parlano chiaro: i lanciatori lanciano per lo strike out perché viene chiesto dagli analisti, i battitori battono per il fuoricampo perché i lanciatori sono diventati talmente bravi che è difficile segnare punti anacronisticamente e le difese applicano lo shift perché aumenta le opportunità di effettuare le eliminazioni. 

 

Poi c’è l’altra faccia della medaglia, meno inning portano inevitabilmente a più lanci di massimo sforzo che molti esperti ritengono sia il vero motivo di tanti infortuni, ma le società restano ferme sulle loro posizioni: il massimo sforzo è più efficace e il sistema, a cominciare dalle giovanili vuole i risultati. E se già dalle giovanili s’insegna a tirare forte per poche riprese, quando e se il giovane arriverà al professionismo, difficilmente sarà pronto per durare più a lungo. Continuando di questo passo si arriverà al punto che i lanciatori tireranno non più di 2/3 riprese a partita. 

Nella foto Matt Wisler (Arielle Baders Times)

Seguendo questa filosofia, i Tampa Bay Rays, una delle squadre più avanzate nelle innovazioni, già nel 2018 avevano inventato “l’opener”, cioè un rilievo che inizia la gara per essere sostituito dal partente già nel 2°, o forse nel 3° inning se sta lanciando bene. E’ una strategia ampiamente abbracciata da molte altre squadre. 

 

Si è arrivati al punto di credere che se non subentrano regole per proteggere i partenti, essi svaniranno. Brent Strom, uno dei primi pitching coach ad applicare le analitiche nel suo insegnamento, sostiene che 5/6 inning rappresentano il premium.

 

Tutto il dibattito si riduce a una questione di logica contro l’emozione. Fino a quando si riuscirà a dimostrare che limitare i lanci è la salvaguardia per il braccio, sarà impossibile cambiare direzione.  Il resto è emozione. Il lanciatore partente è l’eroe perfetto, è da lui che inizia ogni azione. Come non emozionarsi a vedere Verlander vs. Cole o deGrom vs. Burnes o Scherzer vs. Kershaw. Questi duelli esistono e devono rimanere.

 

Mentre altri cambiamenti avverranno nella prossima stagione come l’orologio tra un lancio e l’altro, di fatto l’eliminazione dello shift e prossimamente l’umpire robotizzato dietro casa base (vedi BOTR), poco si sente al riguardo della salvaguardia del lanciatore partente. Brian Epstein, un alto dirigente della MLB, suggerisce una soluzione che per alcuni resta tabù, cioè diminuire il numero dei lanciatori del roster a 11. Questo obbligherebbe le società a un più duraturo utilizzo del partente.

 

In atto dal prossimo anno vi sarà il limite dei pickoff che favorirà le squadre ad avere almeno un corridore veloce al posto di un rilievo, anche questo dovrebbe comportare un minor numero di rilievi.  E poi c’è chi propone la perdita del DH nel momento in cui si sostituisce il partente. 

 

E’ un momento fondamentale per il baseball ed è dovere della MLB intervenire per evitare l’estinzione del lanciatore partente  

 

Frankie Russo

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Commenti: 1
  • #1

    Pino (lunedì, 15 agosto 2022)

    Introdurre un nuovo concetto filosofico.
    Il compito finale del battitore è quello di battere la palla in campo buono
    IL conteggio max su l battitore sono 5 lanci
    il quinto lancio(il golden pitch) può essere o ball o strike sia esso swing and miss-lasciato passare-foul ball
    queste 3 ipotesi non producono battuta in campo buono.
    Salvaguardano il braccio dei lanciatori, riducono il tempo partita