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Una indelebile pagina di storia - 1^ parte

presentazione di Michele Dodde

Grazie alla segnalazione di un appassionato abbiamo avuto l’opportunità di poter leggere un’accurata ricerca redatta da Paolo Bossi per conto del Club della Lippa di Novara ed inerente al tema dell’esodo giuliano-dalmata in cui il baseball ed il softball si sono evidenziati come un ricercato collante sociale. I protagonisti di questa pagina di storia così densa di contenuti umani ed affettivi danno un ulteriore impulso consequenziale ad un tempo che ricercava valori e promesse anche attraverso il baseball ed il softball e la loro testimonianza, che si avvalse di fattori locali in quel di Novara e Trieste, oggi sono ancora di insegnamento alla luce di conoscere bene il passato per capire il presente e proiettarsi con determinazione nel futuro. Per tale motivo, con il consenso dell’autore, Baseball on the Road è lieto di poter divulgare tra i propri lettori questa ricerca. (m.d.)   

 

Sul tema Esodo giuliano-dalmata

di Paolo Bossi per Lippanews 22 febbraio 2022 

 

E il Villaggio Dalmazia divenne "sorgente" per softball e baseball 

 

Recentemente si è svolta a Novara, in occasione della Giornata del Ricordo (10 febbraio), una mostra di immagini e documenti sul cosiddetto “esodo giuliano-dalmata”, determinatosi subito dopo l’ultima Guerra. Ne hanno scritto La Stampa e testate locali. Decine di migliaia di italiani, radicati principalmente in territori tra Venezia Giulia, Istria, Carnaro e Dalmazia, furono indotti o costretti degli eventi a lasciare le loro case per tornare in Italia, spesso in condizioni di estrema precarietà. Moltissimi subirono oppressioni e persero la vita: a migliaia gettati nelle foibe. 

Chi legge queste righe si chiederà: ma tutto questo che c’entra con il baseball?

L’idea di scriverne è venuta constatando quanti atleti, con riferimento a Novara ma non soltanto, sono germogliati tra gli esuli che vissero all’interno o a margine queste drammatiche vicende. E quanti, in particolare, diventarono protagonisti con baseball e softball. Tanto per fare un esempio, benché a livello nazionale… Giancarlo Mangini, classe 1931 e figura di vertice nei nostri sport, era originario di Pola (oggi in Croazia, ieri italiana).

 

E nella citata mostra, una gigantografia ritrae Adelia Valencich (nella foto), con famiglia proveniente da Fiume, prima atleta Azzurra (nel 1970) del softball novarese. 

 

Una premessa storica è necessaria.

L’esodo forzato di cittadini italiani durò alcuni anni, anche ben dopo il trattato di pace del 10 febbraio 1947. La città di Trieste rappresentò il primo “approdo” e centro di raccolta per i profughi che rientravano dalle ex province affacciate sull’Adriatico.

A Udine ebbe sede invece la direzione di smistamento, che assegnava le varie destinazioni sul territorio nazionale della moltitudine di esuli: in totale circa 250 mila individui comprendendo sfollati, reduci, internati e rimpatriati anche da Paesi diversi come Romania o Bulgaria.

 

Giungendo a Trieste si poteva poi essere inviati, con interminabili viaggi in treno, anche molto lontano: a Napoli, a Taranto e persino a Catania, malgrado le preferenze fossero logicamente per il Nord, che offriva migliori opportunità di trovare lavoro.

 

E infatti il Centro raccolta di Novara alla caserma Perrone fu tra i più impegnati nei suoi dieci anni di operatività dal ’46 al ’56: vi transitarono, anche con lunghe permanenze, diverse migliaia di ospiti, con una presenza media giornaliera di oltre mille unità. Il tutto dentro la grande caserma che, dopo la guerra, non era per niente in buono stato. 

 

Torniamo allo sport, avvicinandoci al presente.

Mentre il futuro pugile e campione del mondo Nino Benvenuti fugge con i genitori da Isola d’Istria e si stabilisce nella zona “A” (italiana) di Trieste… e nel tempo in cui il futuro pilota di F1 e campione mondiale Mario Andretti lascia la provincia di Pola con destinazione Lucca… ecco che a Novara giungono nel 1946 i fratelli Pamich da Fiume.  Il 13enne Abdon può uscire dal centro per frequentare la scuola: nel 1964 vincerà l’Olimpiade di Tokyo nella 50 km di marcia. Nella caserma novarese appare nel ’47 il piccolo Giovanni Udovicich, che diventerà un gigante con il Novara Calcio firmando 516 partite. Poi i fratelli Koten, in particolare Giuliano, il maggiore, anch’egli fiumano: entra con i genitori nella Perrone nel 1951 rimanendovi sino alla chiusura del centro oltre 5 anni dopo. Troverà occupazione a Novara e, dopo un grave incidente sul lavoro, diventerà un alfiere in campo nazionale e internazionale dello sport che si apriva ai disabili, con ampio corredo di titoli paralimpici e mondiali. 

 

Finalmente il baseball, anzi il softball!

Nel 1956, per dare ai profughi una dimora dignitosa, viene inaugurato alla periferia di Novara un Villaggio residenziale denominato “Dalmazia”.

 

Una dozzina di anni dopo, sul terreno del Centro Sociale che costeggia la direttrice al Villaggio, è un viavai di ragazzini incuriositi da uno strano gioco.

 

Rapidamente, accanto ai fondatori, arrivano nuove leve il cui reclutamento è facile. Quando si forma la squadra di softball, nel 1969, molte giovani provengono dal quartiere Dalmazia ed è immediato per i giornali creare titoli e articoli sulla inedita formazione novarese “cosmopolita”. 

 

 

Forse è unico in Italia, dal punto di vista abitativo, il caso (e nome) del Villaggio Dalmazia. Di certo lo è per lo sport e per aver dato avvio a una vera società di softball affiliata alla Fibs (nella foto sotto le prime righe dell’atto costitutivo del ’72). Le ragazze della squadra “vd” (Villaggio Dalmazia) disputarono, come seconda rappresentante di Novara, il famoso torneo Indoor nella edizione 1973. 

1973 - (Foto in home page)

Al Centro Sociale, su uno sconnesso terreno concepito per il calcio e altri sport, le giovanissime del Villaggio Dalmazia si uniscono a ragazze di altri rioni, per costituire una compagine eterogenea che sarà capace di rimanere nella massima divisione per oltre un decennio dalla fondazione. Sempre senza un adeguato e regolare campo. 

 

Superato l’area del Centro Sociale, la via Monte San Gabriele intercetta ulteriori strade e, nei primi anni ’70, si accendono focolai di “batti e corri” nelle vie Podgora, Col di Lana, Monte Nero, Gorizia, Piave...

 

L’ondata diventa una fiumana di ragazzi e ragazze: e, se anni dopo, la rotta si inverte, rifluisce lungo la via Adamello (per rimanere nel tema delle vie dei ricordi). E così, presso il punto di partenza, sorgerà un vero “centro di raccolta”, con campi adeguati, per nuove generazioni (qui opera oggi il Porta Mortara B. S. Novara).

 

Ed ecco il balzo conclusivo al di là delle vie Fiume, Pola e Zara, verso il “villaggio” degli sport che si stende lungo il “fiume” Agogna, con lo splendido diamante che, raccolto in uno stadio, tutti affratella: e qui si trova l’Athletics Novara Baseball Softball. Due realtà societarie, ma comuni e lontane origini. 

 

E la via Trieste? C’è anche quella a Novara, oltre la caserma Perrone: è tanto lunga da definirsi Corso. Quasi ad annodare, nel ricordo di un esodo storico, anche tanti destini sportivi. 

 

fine della prima parte 

 

 

1975 - Softball o football? L’avvio del campionato, il sesto in serie A, è per le biancoverdi novaresi (ben 20 nella “rosa”, oltre… alla mascotte dell’occasione) ancora in un campo di calcio, naturalmente in zona Villaggio Dalmazia. 

1971 - Le pioniere prima di una gara al Palazzetto, che si riempirà di 1500 spettatori. Qui sopra (1974) premiazione di una finale storica dei Giochi della Gioventù interprovinciali disputata al Villaggio Dalmazia, campo della Chiesa. Chi saluta, uno per uno, i giovanissimi di via Monte San Gabriele e dintorni è il presidente federale Bruno Beneck! 

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Commenti: 2
  • #1

    Ezio Cardea (martedì, 01 marzo 2022 11:46)

    Bellissimo documento!

  • #2

    Claudio Claudani (martedì, 01 marzo 2022)

    Un potente squarcio di luce nel buio della Storia Nazionale! Per notizia, senza ardire confronti, anche a Brescia , nei pressi dell’ex ospedale Militare e del Distretto vi erano palazzine “ dedicate” ai profughi Dalmati , molti di loro hanno frequentato il vicino Liceo Classico Arnaldo , mai hanno fatto menzione della loro tragedia! Altri tempi!