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Ossee Schreckengost, un incauto gourmet

di Michele Dodde

L’eclettico e giudizioso ricevitore Ossee Freeman Schreckengost, che un aneddoto lo passerà alla storia come un ricercato quanto incauto gourmet, nasce a New Bethlehem in Pennsylvania l’11 aprile del 1875. In quei difficili tempi sociali che stavano sconvolgendo gli Stati Uniti incomincia giovanissimo a lavorare in una miniera dove forgia il suo fisico e dove incomincia a conoscere il baseball giocando con i compagni nei giorni di riposo. Così a 20 anni supera lo stage presso la squadra semiprofessionista di Williamsport per poi approdare a Louisville nel roster dei Colonels con i quali debutterà nella Major League l’8 settembre 1897. L’anno successivo viene ingaggiato dagli Spiders di Cleveland sino a quando il manager Oliver Wendell “Patsy” Tebeau ne caldeggia il contratto per i Perfectos di St. Louis. In questa squadra, pur prescelto per il ruolo, non eccelle nel giocare come prima base per cui nel 1900 si ritrova nelle Minor con i Buffalo Bisons e poi nel 1901 con i Red Sox di Boston. Con grande determinazione sgrezza il suo stile divenendo un affidabile e coscienzioso ricevitore tanto da ritornare in Major League nel 1902 prima con i Cleveland Bronchos e poi a vestire i colori degli Athletics di Philadelphia assaporando già in quell’anno l’ebbrezza della vittoria del campionato in ambito dell’American League. 

Con gli Athletics gioca sino a metà del 1908 per poi chiudere la sua carriera nello stesso anno con la casacca dei Chicago White Sox in una data che passerà alla storia: era il 2 ottobre e quel giorno Adrian “Addie” Joss, sul monte di lancio dei Cleveland Bronchos stava perfezionando la sua “partita perfetta”, che nella leggenda del baseball risulterà la seconda dopo quella giocata dall’icona Cy Young, e magistralmente diretta dall’umpire Thomas Henry Connolly che verrà immortalato per bravura e personale capacità di giudizio nella Hall of Fame nel 1953, secondo umpire dopo l’illuminato Bill Klem. 

Rube Waddell
Rube Waddell

Di Osse però, talvolta per pigrizia scritto “Ossie” oppure “Schreck” dai classificatori e che lascerà un palmares con una media battuta pari a 0.271 combinata con nove fuoricampo e 338 RBI, si ricorda la sua indiscutibile capacità di gestire i lanci e soprattutto quelli veloci dell’eccentrico quanto talentuoso lanciatore Rube Waddell oltre ad un suo comportamento a volte scanzonato o sopra le righe.

 

Le note lo indicano come egli sia stato uno degli ultimi ricevitori ad aver giocato senza l’uso dei parastinchi ma anche ad aver preteso una particolare postilla nel contratto proprio di Waddwll, suo fraterno compagno di squadra.

 

Per tutta la durata militante con gli Athletics egli infatti è stato binomio di batteria con Rube Waddell ma è stato soprattutto anche suo compagno di stanza negli alberghi durante le trasferte. Ora a Rube piaceva addormentarsi mangiucchiando a letto gustosi cracker e poiché in molti alberghi, non essendoci letti singoli, si era costretti a dormire insieme in quelli cosiddetti matrimoniali, Osse pretese che in aggiunta al contratto di Rube fosse riportata la postilla “…niente cracker da mangiare a letto” perché a lui, dormire tra le briciole, dava fastidio. 

 

Ma l’episodio che maggiormente lo configura avvenne nel 1902 ed il grande Cornelius  McGillicuddy, meglio conosciuto come Connie Mack, suo allenatore, spolverando i suoi ricordi, lo raccontò con particolare simpatia ed affetto al cronista sportivo del “Boston Globe” del 13 febbraio del 1931

 “Eravamo a New Orleans per lo spring training del 1903 ed avevo presentato alla reception di un hotel locale l’elenco dei giocatori per il normale check-in. Il direttore, leggendo il nome di Osse  Schreckengost, mi disse che Ossee non era gradito in quell’albergo al fine di evitare quello che aveva combinato con la squadra di Cleveland la scorsa primavera. Fui meravigliato per quel diniego ma poi tra il dire ed il fare riuscii ad ottenere l’assenso a condizione che gli Athletics controllassero e vietassero l’esuberanza di Ossee.

Cosa era successo?. Bene, l'anno prima i giocatori di Cleveland si erano lamentati più volte della qualità delle bistecche servite e spesso le rimandavano indietro chiedendone la sostituzione. Tuttavia, poiché la seconda non era migliore della prima, incominciarono a pensare che fosse la stessa di prima ad essere stata riportata. Una sera un giocatore nel rimandare indietro la bistecca pensò di inciderla con un taglio nascosto per riconoscerla se gli fosse stata riportata. In effetti la seconda che gli fu presentata non aveva quel segno di riconoscimento e la cosa lo confortò. A questo punto però emerse la figura di Ossee poiché quando gli venne portata la sua di bistecca, il giocatore di prima, guardandola con una risata disse: ma questa è quella che io prima ho mandato indietro!!! 

Mi dissero che Schreck non fece una grinza. Si alzò e dopo cinque minuti tornò con un martello e un chiodo. Prese la sua bistecca dal piatto con le mani, l’appoggiò contro il muro e la inchiodò saldamente, tra la costernazione degli altri ospiti e del capocameriere. Poi si sedette ed ordinò una nuova bistecca”.

 

Dunque il buon Ossee, riconosciuto in toto il miglior ricevitore a seguire i lanci del bionico Rube, è passato alla storia a piè di pagina anche come un magnifico incauto gourmet che però, con un semplice gesto da artista, è riuscito a far migliorare istantaneamente la cucina dell’albergo. E solo un genio della tavola poteva riuscirci, e Ossee ci riuscì.

 

Michele Dodde

 

 

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