
Mentre il 1883 andava a riportare tra le note sia l’innovativo sviluppo delle comunicazioni con il primo collegamento telefonico tra New York e Chicago (24 marzo) quanto l’abominevole avallo della legge della Corte Suprema degli Stati Uniti che sanciva che “un indiano americano è per nascita uno straniero e un subordinato” (3 novembre) e da ultimo l’inondazione nelle librerie del capolavoro letterario di Robert Louis Stevenson: “L’Isola del Tesoro” (1 dicembre), l’alba del 1884 andava a registrare nel gioco del baseball una ulteriore quanto significativa evoluzione inerente le modalità del lancio. Da quell’anno infatti ai lanciatori fu permesso di effettuare i lanci rilasciando la pallina in posizione “overhand” e quindi, non essendo più soggetti a rilasciarla da sotto i loro fianchi, migliorare di fatto l’energia cinetica della stessa. Di contro, quasi come un dono per i battitori costretti ora ad affrontare palline veloci lanciate da appena 50 piedi (15,24 metri), il numero dei ball per applicare la regola della concessione della prima base passa da sette a sei. In verità appena due anni dopo, 1886, quando gli estensori del regolamento di gioco osservarono che in presenza di imprecisi lanciatori la suddetta regola favoriva di troppo i battitori, i ball da valutare per la concessione della prima base ritornarono a sette.
Tuttavia il 1884 diventa un anno anche di farraginosi interventi di politica sportiva fomentata da quell’ormai acquisita “regola d’ingaggio” applicata sia della American Association sia dalla National League verso i propri giocatori. Questa regola però non solo non era favorevolmente apprezzata, ma anzi veniva considerata da alcuni proprietari di Club persino “arbitraria” tanto che, capeggiati da Henry Lucas, giovane facoltoso e fortunato ereditiere miliardario, vollero portare schemi e progetti di una lega minore chiamata Union Association agli impegni ed ai fasti di una nuova Major League che non applicasse la tanto vituperata “Reserve Clause”.

Allora i Team St. Louis Maroons, Cincinnati Outlaw Reds, Baltimora Monumental, Boston Reds, Milwaukee Brewers, San Paolo Santi, Chicago Browns, Altoona,
Wilmington Quicksteps, Washington Nationals, Keystone Philadelphia e Kansas City Cowboys dettero vita a questa nuova League ed il 6 aprile del 1884 iniziarono la loro avventura con una
sfolgorante esibizione pre campionato regalando ai fan presenti all’evento una cospicua distribuzione di gadget ed una guida illustrativa delle squadre della Union Major League con relativo calendario gare. Inoltre, per rendere competitive le
franchigie della Union, Lucas ingaggia molti ottimi giocatori sia dell’American Association sia della National League ma il suo circuito, iniziato alla grande, durante l’anno miseramente fallisce
poiché per aperta megalomania egli iscrive la maggior parte di quei giocatori nel roster della propria squadra, il St. Louis Maroons, e quindi crea di fatto un vistoso scompenso tecnico andando
poi a scegliere come luoghi di competizione, per ampliare il territorio di competenza, città fiorenti ma ancora in via di caratterizzazioni come Wilmington ed Altoona.
Sotto la classifica finale della Union Association del 1884. Come si potrà notare non tutte le squadre hanno giocato lo stesso numero di partite ed inoltre è evidente lo strapotere di St Louis Maroons del milionario Henry Lucas
Final standings for the Union Association of 1884
Team W L PCT GB St. Louis Maroons 94 19 .832 -- Milwaukee Brewers 8 4 .667 35.5 Cincinnati Outlaw Reds 69 36 .657 21 Baltimore 58 47 .552 32 Boston Reds 58 51 .532 34 Chicago-Pittsburgh 41 50 .451 42 Washington Nationals 47 65 .420 46.5 Philadelphia Keystones 21 46 .313 50 St. Paul White Caps 2 6 .250 39.5 Altoona Mountain Cities 6 19 .240 44 Kansas City Cowboys 16 63 .203 61 Wilmington Quicksteps 2 16 .111 44.5

Va ben detto però che in questo suo disegno di grande appassionato di baseball Lucas formalizzò molte iniziative che hanno lasciato il segno tra cui quella fondamentale di realizzare una struttura, futuristica per allora, quale lo “Union Base Ball Park” comprendente oltre al diamante anche un ampio parcheggio (si dice potesse ospitare sino a 200 carrozze) ed una Club House.
Questa, come riporta lo storico del baseball Joan M. Thomas, “era stata progettata per offrire il massimo confort e comodità ai giocatori con un ampio spogliatoio, un bagno, una sala di lettura, una per il biliardo ed una per il gioco delle carte oltre ad armadi dove i giocatori potevano riporre le proprie divise e gli oggetti personali”.
Infine attorno al diamante realizzò tribune sovrapposte che potevano garantire una perfetta visibilità a ben dodicimila spettatori che avrebbero pagato 50 centesimi per i posti parterre, 25 centesimi per le tribune superiori e calmierare il prezzo per i ragazzi a solo 10 centesimi. Gratuità per le donne. Favorì anche l’abbonamento per l’intera stagione agonistica che andava dal 19 aprile al 15 ottobre (circa un mese in più di quelle organizzate dalla National League e dall’American Association) a 22 dollari per i posti privilegiati e 11 dollari per i posti in tribuna con parcheggio gratuito.
Infine fece costruire, per rendere più completo il suo efficiente diamante, un antesignano tabellone segnapunti che, grazie ai telefoni, poteva indicare in tempo reale anche i risultati degli altri incontri in programma in ambito Union. Pioniere del tutto, pensò anche di confezionare una divisa da viaggio per i giocatori. Poi codificò che in caso di pioggia gli spettatori potevano scegliere tra il rimborso del biglietto o uno nuovo per la partita da recuperare. E’ pur vero però, come riportano le ingiallite pagine del “St. Louis Globe”, che già nel 1876 era in atto la regola che si aveva diritto al rimborso del biglietto solo nel caso in cui il gioco fosse stato “sospeso per pioggia prima del quinto inning”.
Henry Lucas polverizzò quasi tutta la sua eredità per realizzare il suo sogno durato appena un anno. Nell’anno successivo, 1885, il travaso delle franchigie dall’Union Association alle due organizzazioni più acclarate si verificò solo per i St. Louis Maroons per via di un roster tecnicamente evoluto mentre tutte le altre andarono ad ingrossare le fila delle Minor League. Ma a questi sussulti di politica rispose volentieri l’interesse degli appassionati che nel 1886 al Memorial Day giocato al Polo Grounds raggiunsero il record di 20.709 spettatori paganti facendo sorridere non poco il tesoriere dei New York Giants.
E la storia continua…
Michele Dodde
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