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Eventi salienti di una storia infinita # 4

Nella foto George Wright
Nella foto George Wright

di Michele Dodde

L’iniziativa di diramare i colori delle divise delle franchigie aderenti ed il calendario delle gare tra i Boston Red Stockings, Chicago White Stockings, Cincinnati Red Stockings, Hatford Dark Blues, Louisville Grays, New York Mutuals, Philadelphia Athletics e i St. Louis Browns ebbe un notevole successo tanto che nel successivo anno, nel 1877, la National League al fine di promuovere un ulteriore interessato coinvolgimento del pubblico fece iniziare la seconda stagione agonistica sotto l’egida di una nuova regola, ovvero quella che sancisce quando una pallina battuta deve essere considerata una pallina buona (Fair Ball) o una pallina non buona (Foul Ball). In effetti tale regola venne codificata al fine di evitare che i giocatori in diamante (infielders) distratti dal cercare di recuperare la pallina battuta volontariamente in territorio foul da abili battitori, tra i quali erano noti Ross Barnes e Davy Force, si allontanassero di molto dalle basi e dunque non più in tempo o capaci ad effettuare i loro tiri di copertura atti ad eliminare i battitori e/o i corridori.

L’attenzione ad attuare un gioco che fosse sempre intrigante e leale fece sì che in seguito altri giocatori, molto bravi nei loro specifici giochi, promossero le dovute aggiunte al corposo libro delle regole di atti leciti ed atti illeciti. Tra questi gli interni George Wright e Dickey Pearce, specialisti nell’intrappolare i corridori, fecero descrivere i lineamenti della eterea regola della volata interna (infield fly).

Nella foto Will White, il primo giocatore ad indossare gli occhiali
Nella foto Will White, il primo giocatore ad indossare gli occhiali

Ancor più poi, Pearce passerà alla storia quale catalizzatore del ruolo di interbase ed inventore della problematica battuta nominata quale “Tricky Hit” oggi meglio conosciuta come bunt. Successivamente emblematici lanciatori quali Will White, il primo giocatore ad indossare gli occhiali, e Jack Schappert, entrambi abili ad intimidire i battitori colpendoli con la pallina lanciata in modo calibrato alla bisogna, causarono il giusto atto lecito di concedere la prima base al battitore colpito stante nel suo box di battuta. 

 

Nell’anno successivo, 1878, ancora una volta la National League sorprende gli appassionati pubblicando le schede di tutte le partite giocate realizzando di fatto il primo archivio inerenti le proprie squadre. Prima queste schede venivano gettate al termine della stagione.

Nella foto il Providence Park nel 1879
Nella foto il Providence Park nel 1879

Una significativa evoluzione si ha nel 1879 quando il proprietario dei Boston Red Stockings, Arthur Soden, intuisce l’importanza di attuare una clausola di ingaggio e quindi di appartenenza. Inizialmente questa fu adottata per solo cinque giocatori per ogni squadra ma col passare del tempo fu estesa a tutti i giocatori inseriti nell’intero roster di ogni franchigia.

 

Nello stesso anno i Dirigenti dei Grays di Providence fanno innalzare la prima rete metallica dietro il piatto di casa base e davanti alle tribune a maggior protezione degli spettatori che potevano essere colpiti da palline battute in foul. Durante il campionato si narra ancora che quegli stessi Dirigenti, per favorire un maggior controllo al flusso degli spettatori, fanno installare i primi tornelli. Ed il Providence Park diviene così di fatto un modello da imitare anche per quella acquisita atmosfera di invitante salotto.

 

Come si evince, le strutture ed il gioco sono in continua evoluzione tant’è che nel 1880 entrano a far parte del regolamento di gioco due atti: il primo a sancire che è eliminato quel corridore che, non a contatto delle basi, viene colpito da un pallina battuta; il secondo ad assegnare la “base on balls” al battitore sul conteggio di otto balls anziché nove. Sempre in quell’anno i redattori sportivi del “Chicago Tribune” decidono di quantificare l’RBIs ma i record di questa particolare statistica non vengono presi in considerazione fino al 1907 né riconosciuti quelli prima del 1920. Mistero delle scelte.

 

A seguito della riduzione da nove ad otto i balls al fine di concedere al battitore di raggiungere salvo la prima base, si narra che l’effervescente mente organizzativa della National League, per accorciare il tempo a favore dello spettacolo sancì definitivamente nel 1901 che la battuta di una pallina in campo foul cessasse di essere considerate balls ma conteggiata quale strike incominciando così a delineare meglio il velenoso dialogo tra il lanciatore ed il battitore iniziato di fatto nel 1881 quando la pedana del lanciatore fu portata da 45 a 50 piedi (mt. 15,24).

E la storia continua…

 

Michele Dodde

 

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