· 

La nuova epidemia: Tommy John Surgery - Seconda parte

Traduzione di Frankie Russo

Vai alla prima parte

Il primo lavoro di Dan Jennings nella MLB fu come scout per i Cincinnati Reds nel 1986, e in seguito divenne uno dei migliori analizzatori di talento degli ultimi 28 anni. Ricorda i tempi quando i giovani atleti crescevano praticando metodi diversi dall’alzare pesi per il potenziamento. “Una volta si andava per i campi a tirare meloni e tanti altri esercizi con le mani, era così che diventavi forte dai gomiti fino alle punta delle dita” dice Jennings. “Oggi, a seguito dei nuovi programmi di condizionamento, è cambiato tutto. Subito dopo la scuola media ti dicono di focalizzare su un unico sport, non si praticano più diversi sport. Vieni indirizzato verso questi regimi specializzati e curi molto i muscoli maggiori, ma trascuri quelli piccoli intorno ai rotatori e i legamenti. I muscoli maggiori crescono tanto che quando cerchi di decelerare, aumentano le probabilità di infortuni.”

 

Da due anni si sono intensificate le ricerche per risolvere il mistero degli infortuni ai legamenti e molte sono state le teorie. Tra tutte spicca quella di Jon Roegele che sentenzia “dopo aver osservato vari lanciatori per fasce di età, i lanciatori che hanno subito interventi chirurgici sono coloro i quali hanno tirato ogni tipo di lancio con più potenza, con palle veloci e slider oltre la media.”

 

Un alto dirigente della National League conferma: “I ragazzi tirano sempre più forte ogni anno. Le selezioni del 2014 prevedono già un gruppo di braccia potenti, evidenziando uno spostamento dalla cultura dell’arte di lanciare con finezza, verso la semplice potenza per far impazzire i misuratori di velocità. Più tiri forte e più il gomito è soggetto a torsioni, e maggiori sono le possibilità di infortuni, e sta accadendo sempre più anche ad alcuni dei lanciatori più forti .”

 

Il problema qui è ovvio: Le società non hanno nessuna intenzione di limitare lo sviluppo di questo tipo di lanciatore. E anche se volessero ignorare questo mostro del sollevamento pesi che li trasforma in un ammasso di muscoli, vorranno ancora che diventino tiratori di proiettili, il che significa continueranno a pagare le conseguenze.

 

Un ulteriore parere ci viene suggerito ad un altro dirigente dell’American League: “Ci sono vari fattori che portano ad aumentare la velocità. Io credo che, grazie alle migliori tecniche di allenamento e istruzione, i lanciatori oggi tirano più forte, sottoponendo le articolazioni e tessuti connettivi correlati ad uno sforzo maggiore. Molti sostengono che possono limitare gli infortuni con i “loro programmi”, ma non c’è nulla a sostegno di questi proclami. Temo, infatti, che molti di questi programmi, tanti dei quali anche ben organizzati, causano più infortuni. La contro partita è che questi programmi migliorano anche le prestazioni.”

Seppure questi temi hanno dominato la maggior parte delle conversazioni inerenti gli infortuni e la percentuale di TJ surgeries, altri sostengono una diversa tesi. Un altro dirigente della MLB ha riferito che stanno lavorando per cercare una soluzione, ma al momento niente di definitivo ne è scaturito e si chiede:

 

“Sarà forse che i lanciatori stanno affrettando il loro ritorno dopo l’infortunio? Indipendentemente che sia un infortunio ai legamenti o qualsiasi altro tipo, sarà che affrettano il rientro? Un volta c’era un periodo ben stabilito per il ritorno dal TJ. Sarà che adesso che c’è troppa fretta a ritornare in campo, sia esso a metà stagione o all’inizio del campionato, anziché prendersi il tempo dovuto per il recupero?”

 

Ma anche quando i lanciatori prendono il tempo necessario per recuperare e per la riabilitazione, qualche caso di secondo intervento (in particolare quello di Jarrod Parker di Oakland), desta qualche preoccupazione.

 

Un altro funzionario della MLB ha riportato che: “Nell’ultima decade siamo entrati in un’era dove sempre più i lanciatori hanno bisogno dell’intervento ai legamenti siano essi adolescenti, a livello di College o nei primi anni da professionista. Questo tipo di intervento non garantisce il futuro. Per il momento siamo al punto che dai primi interventi sono trascorsi 5/10 anni. Ci sono stati progressi nel programma di riabilitazione tanto che molti lanciatori sono stati in grado ritornare alla precedente forma. Più successi si avranno relativamente ai primi interventi, più aumenteranno i casi di un secondo intervento.”

 

Un altro dirigente di società asserisce che il grande successo conseguito dal Tommy John surgery ha fatto si che gli interventi fossero in continuo aumento. E aggiunge:

“Se la valutazione di una completa integrità del legamento collaterale ulnare (UCL) resta cosa molto difficile, essa comunque resta più facile rispetto al rilevamento di lacerazioni minori che potranno indurre un atleta a decidere tra l’intervento invece di un programma di riabilitazione. Pertanto, più vedremo giovani lanciatori sottoporsi a questo tipo di intervento, più probabilità ci saranno di vederli sottoporsi al secondo e forse anche al terzo intervento.”

 

Come tutte le altre squadre, anche la squadra di questo dirigente sta eseguendo approfonditi studi relativi alla biomeccanica per prevenire gli infortuni, ma non ha reso noto il risultato delle sue ricerche. E nonostante tutti gli sforzi, la sua società è tra quelle che ha dovuto sottoporre diversi suoi lanciatori al TJ surgery negli ultimi anni.

 

Purtroppo, limitare il numero di lanci o aderire alla così denominata “Effetto Verducci “ (scrittore sportivo che supporta la tesi di limitare il numero di inning a giovani lanciatori, e che è stata alquanto ridimensionata, ndr), non garantisce l’integrità. Kris Medlen e Brandon Beachy, i due talentuosi partenti dei Braves che hanno subito un secondo intervento ai legamenti in primavera mettendo a rischio il campionato di Atlanta, avevano relativamente poco lavoro nel braccio quando hanno debuttato nelle majors. Entrambi erano ex interni, come d’altronde lo era il compagno di squadra Gearrin.

 

I Pirates, che ultimamente sono stati riconosciuti come l’organizzazione più incline a studiare i dettagli del gioco, sono ossessionati in ogni minimo dettaglio nello sforzo per la salvaguardia della salute dei loro prospetti. I migliori sono stati sottoposti a testi biomeccanici per studiare le meccaniche di lancio ideali, e sono andati oltre.

“Ogni due settimane siamo sottoposti al controllo del peso” ci dice Il 22enne prospetto Nick Kingham. “Tracciamo il nostro sonno, l’assunzione di acqua, l’idratazione e quant’altro. Lo dobbiamo fare tutti i giorni. E’ una sfida, devi cercare di realizzare più punti possibile. In questa società, il controllo del peso è una ossessione.”

 

Ciononostante non sempre tutto va nel verso giusto. Un mese e un giorno dopo l’intervista, il primo prospetto dei Pirates, Taillon, fu sottoposto a intervento chirurgico. Certi sistemi possono funzionare per taluni, per altri invece no.

In verità, a dispetto di tutte le teorie, forse la colpa è da attribuire agli dèi del baseball. Forse la fortuna, forse la casualità o come lo volete chiamare, ma questa è il vero motivo di tutto. Anche se vediamo sempre più spesso questo tipo di intervento, è prematuro emettere un giudizio definitivo quando le condizioni sono ancora così caotiche. E’ che semplicemente non sappiamo quali saranno le statistiche tra un anno, tra cinque, e tantomeno tra 10.

 

Fine seconda e ultima parte

 

Condividi queste informazioni con gli altri appassionati!

 

 

Scrivi commento

Commenti: 0