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La nuova epidemia: Tommy John Surgery

Prefazione di Paolo Castagnini

L'intervento al gomito dei lanciatori, che ha preso il nome dal primo lanciatore a cui è stata sottoposta questa tecnica per la prima volta dal Dr. Frank Jobe, è divenuto così frequente che negli Stati Uniti viene addirittura definito come epidemia. Il problema degli infortuni ai lanciatori non è però solo americano, ma lo è anche nelle altre nazioni come l'Italia. Anche tra di noi tecnici il dibattito su come evitare seri rinfortuni ai nostri ragazzi è attualissimo anche se il ricorso al Tommy John è notevolmente meno frequente. L'Accademia di Tirrenia con Bill Holmerg e tutto lo staff è sede di notevoli ricerche e studi su come migliorare i fondamentali in funzione della prevenzione infortuni.

Questo articolo tradotto magnificamente dal solito Frankie Russo racconta di com'è la sitruazione attuale negli Stati Uniti.

Per praticità, l'articolo è stato diviso in due puntate. Questa è la prima.

TOMMY JOHN VENDE LE FOTO CON AUTOGRAFO DEI RAGGI EFFETTUATI AL GOMITO

 

L’ex lanciatore dei LA Dodgers ha messo all’asta 99 foto in cui figura il suo gomito soggetto per la prima volta all’ormai troppo famoso intervento. Il prezzo di ciascuno foto è di 1.295$ con firma autografo sia di Tommy John che del Dr. Frank Jobe (deceduto lo scorso marzo, ndr) che eseguì l’operazione per la prima volta nel 1974. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza a favore della fondazione “Let’s Do It”, fondata dallo stesso John, che sostiene le ricerche per interventi ortopedici e la prevenzione per i suicidi.

 

Tommy John fu il primo atleta a sottoporsi a questo tipo di intervento e finì per vincere più partite dopo (164) che prima che andasse sotto i ferri (124).

La procedura, che consiste nel sostituire il legamento collaterale ulnare con un tendine preso da un’altra parte del corpo, sta diventando più popolare che mai. Da febbraio di quest’anno sono già sedici i lanciatori della major league che sono stati sottoposti a intervento.

 

LA STAGIONE DI TOMMY JOHN

 

Subito dopo l’inizio della stagione, alla futura stella Matt Moore, è stata diagnosticata una torsione al legamento collaterale ulnare al gomito sinistro. Caso alquanto scioccante e fin troppo familiare.

 

Scioccante in quanto Moore lancia per i TB Rays, franchigia che di recente ha fatto registrare il più basso numero di infortuni allo staff dei lanciatori. Sin dalla seconda metà del 2005 e fino alla metà del 2009, un solo lanciatore a qualsiasi livello dell’organizzazione, il mancino Jake McGee, ha dovuto subire un “Tommy Johm surgery”, risultante come la percentuale più bassa per qualsiasi società. Dal maggio 2008 all’agosto 2010, un solo lanciatore dei Rays a livello di MLB, Scott Kazmir, ha speso un solo giorno sulla lista degli infortuni, facendo risultare di gran lunga lo staff come la meno soggetto a infortuni.

 

Familiare perché ciò significa che Moore necessita di un intervento al gomito. Moore assieme ai responsabili della società devono ancora decidere se è preferibile proseguire con un programma di riabilitazione o sottoporsi all’intervento, ma se il ventiquattrenne andrà sotto i ferri, sarà l’ultimo di una lunga serie ad aggiungersi alla già lunga lista di coloro che necessitano di un intervento al braccio.

 

Dalle ricerche effettuate dalla “Hard Ball Times and Beyond the Box Score”, sia tra le leghe maggiori che tra le minori, rapportato alla stessa data odierna dello scorso anno, erano stati già otto i lanciatori che dovettero sottoporsi a questo tipo di intervento. Il dato più impressionante si ebbe nel 2012, quando 58 lanciatori subirono l’intervento nel corso della stagione; quell’anno furono addirittura 12 ad essere operati rapportati alla data odierna.

 

Quando il primo prospetto dei Pirates Jasmeson Taillon è stato operato all’inizio di aprile, è divenuto il 20° lanciatore della lista nel 2014.E il numero è in continuo aumento. E’ probabile che Moore andrà sotto i ferri, ma qualora decidesse il contrario, ci sono già il rilievo dei Braves, Cory Gearrin, e il prospetto degli Angels, Brian Moran, in lizza per i prossimi giorni. Il 2014 sembra essere in procinto di superare il precedente record.

 

Cosa sta succedendo? Come mai tanti lanciatori, specialmente giovani, si sono infortunati a tal punto da dover subire un intervento chirurgico che li terrà fermi per un anno o più? Cosa possono fare le società e i giocatori per prevenire questo tipo infortuni o addirittura evitare il peggio?

 

Quando si va alla ricerca delle cause di una epidemia medica nello sport, interpellare il Dr. James Andrews è sicuramente il punto di partenza. Il rinomato chirurgo ortopedico ha eseguito un innumerevole quantità di interventi su lanciatori di baseball, di giocatori di football americano, di pallacanestro e anche lottatori ed è considerato il maggior esperto nella ricostruzione del gomito. In un’intervista rilasciata a Mike Ferrin e Jim Duquette della SiriusXM Radio, il professore ha espresso il suo punto di vista in merito.

 

“Il fattore principale è che si gioca tutto l’anno” afferma Andrews. “ E questi giovani non solo tirano tutto l’anno, ma competono per tutto l’anno e non hanno il tempo di recuperare. Inoltre,, quando cercano di mettersi in mostra per gli scout, si sforzano oltre limite e l’infortunio è solo una questione di tempo.”

 

Questa teoria è stata confermata da alcune interviste effettuate a scopritori di talenti, inclusi i responsabili di società ad ogni livello. Molti hanno puntato il dito accusatore verso i giovani lanciatori quando giocano in presenza di scout, vogliono strafare e come risultato sono soggetti a seri infortuni.

 

“La ricerca della Partita Perfetta ed i lunghi viaggi estivi ha drammaticamente ridotto il tempo di riposo per questi giovani atleti,” sostiene uno dei massimi esponenti dell’American League. “Ad iniziare dagli 8 anni questi ragazzi viaggiano attraverso tutti gli Stati Uniti e giocano tutto l’anno. I College sono alla ricerca continua di giovani talenti e questi ragazzi temono di fallire e magari perdere l’occasione per mettersi in evidenza. Questa continua competizione li porta anche ad esprimersi sempre al massimo. Quando le tribune dietro casa base sono affollate di scout, è indubbio che ogni ragazzo cerca di sfondare il muro. Il danno prodotto in così tenera età non potrà essere recuperato, nemmeno mediante la gestione di carichi di lavoro una volta raggiunto le leghe professionistiche”.

 

Kiley Daniels, analista del baseball nazionale per l’orientamento degli scout, abbraccia in pieno questa teoria. “Ha avuto origine tutto nella Repubblica Dominicana. Nella RD, a 17 anni sei già vecchio e non hai molte possibilità di diventare ricco o firmare per i pro, quindi il sistema si è orientato, sia per i battitori che per i lanciatori, a raggiungere i massimi risultati il più presto possibile, e la velocità l’obiettivo primario per i lanciatori. Avendo ora un giovane di 16/17 anni la possibilità di guadagnare dai 5 ai 7 milioni di dollari ed essendo circondato da scout di tutte le età, è evidente che questo comporta una estrema tensione.”

 

Alcuni osservatori sono scettici riguardo i metodi di allenamento il potenziamento dei lanciatori, in particolare negli adolescenti.

 

“Sarà stato che questi infortuni non si verificavano fintanto che non si arrivava al baseball professionistico,” afferma il Dr. Andrews. “ Ma ora, la maggior parte degli infortuni colpisce i giovani al primo anno di college o addirittura gli adolescenti. Questi ragazzi sviluppano il corpo troppo in fretta, e i legamenti non sono pronti per sopportare tanta robustezza causando seri danni.”

 

Fine della prima parte   -   Seconda parte

 

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Commenti: 4
  • #1

    Stefano Servidei (martedì, 06 maggio 2014 13:04)

    Molto interessante questa prima parte dell'articolo. Ho sempre pensato però che fosse la spalla l'articolazione di gran lunga più esposta a logorio e infortuni nel lancio.

  • #2

    franco ludovisi (martedì, 06 maggio 2014 19:11)

    Quando il lancio veniva effettuato da “ore dodici”, cioè con un rilascio da sopra, sicuramente la spalla veniva maggiormente interessata dal movimento e quindi la possibilità di “ingiurie” era maggiore.

    Con le tecniche più usate ora, vi è un minor coinvolgimento della spalla nel movimento di lancio, mentre il braccio, un momento prima del rilascio, si piega decisamente portando la mano con la palla molto vicino al capo per poi distendersi completamente in fuori per il definitivo svincolo dalla palla. Per dare un’idea della rapidità dell’azione pensate che questa è racchiusa in un solo fotogramma di una sequenza di lancio. Questo è un movimento assai rapido e deciso che interessa molto il lavoro che deve fare il gomito. Da qui, forse, i danni descritti.

  • #3

    Rolando Cretis (mercoledì, 07 maggio 2014 13:13)

    Aggiungerei una cosa alla fine dell'articolo, ed è il fatto che pur essendo americani, gli adolescenti di cui parla il Dr. Andrews, o latini, esistono una marea di lanciatori che NON hanno una meccanica corretta, pur tirando forte.
    Questo comporta, che lo smodato uso del braccio fin da giovane, per farsi vedere o per dimostrare, fa si che i legamenti comincino presto a logorarsi e di conseguenza i problemi arrivano molto prima del dovuto.
    E' proprio una meccanica di tiro prima, e di lancio dopo, che portano il ragazzo all'infortunio.
    Un'ultima considerazione per quanto riguarda i ns. ragazzi....C'E' ASSOLUTO BISOGNO, che le persone che seguono i lanciatori, comincino ad usare telecamere per riprendere i movimenti e porre i correttivi. Certi difetti, ad occhio nudo, non si percepiscono, e guarda caso, sono poi quei difetti che possono interrompere bruscamente una carriera.

  • #4

    Paolo Castagnini (giovedì, 08 maggio 2014 10:29)

    Si parla in particolare del gomito perché è qui che si ricorre sempre più all'intervento chirurgico. C'è da considerare che questo intervento ha una grande possibilità di successo. La spalla è tutta un'altra cosa. Se si tratta di infiammazioni, vanno curate nel modo dovuto, se c'è un intervento da fare è molto probabile che quel lanciatore attacchi il guanto al chiodo.

    Alla fine di tutto molto meglio prevenire con il corretto lavoro su cuffia dei rotatori e altro.

    Ha ragione Rolando sulla volontà da parte dei giovani di mettersi in mostra e a volte di non avere una buona meccanica. C'è anche da dire che a volte siamo noi stessi allenatori che modifichiamo la meccanica e a non sempre in meglio.

    Anche da noi nei nostri try-out puntiamo la pistola radar e diviene difficile dire ad un ragazzo "mi raccomando non strafare, pensa al controllo" Un giovane con il radar puntato tira tutto quello che ha, anche l'anima se potesse!