In chiusura dell’ultima Olimpiade, Rio 2016, la presenza del Golf tra l’élite delle discipline sportive ha fatto ricordare una scarnificante quanto celebre frase di George Bernard Shaw: “ Per giocare a Golf non è necessario essere stupidi, però aiuta”. Ed in effetti è stato proprio il Golf che il grande cartoonist Charles Monroe Schulz rivendicò, lui grande appassionato di sport e dell’hockey su ghiaccio in particolare, per dare inizio nel 1950 a movimentare quel fantasioso mondo dei grandi interpretato dalle idee e dagli spunti dei piccoli, ovvero quella scambievole comunità dei Peanuts che da par sua incominciò a sbriciolare perle di non comune saggezza.
La knuckleball è un particolare tipo di lancio assai malefico: può fare un gran male alla squadra in attacco o risolversi in un clamoroso flop per la squadra che difende.
Ogni volta che si lancia una knuckleball è un prenderci, per così dire, perché per effettuare una knuckleball “a modo”, bisogna che collimino diversi fattori, sia tecnici che ambientali. Innanzitutto la presa della palla comporta la necessità di artigliarla con i polpastrelli di due, massimo tre dita, sulla parte liscia e al momento del lancio, nel momento cioè in cui la palla si stacca dalla presa, quest’ultima deve ruotare il meno possibile, andando dritta, dritta a casa base ed alla giusta velocità, smorzata, ossia non particolarmente veloce, ma nemmeno il contrario e perché ciò accada è meglio che il vento si opponga al lanciatore, in modo da smorzare il lancio quel tanto che basta …
Attualmente il giocatore americano che è diventato un vero esperto nel lancio della knuckleball è R.A. Dickey (1974).
Si è da poco conclusa la stagione ufficiale per i South Bend Cubs - usciti dai play-off per opera dei West Michigan (Detroit Tigers) - ma non per Alberto Mineo che attualmente si trova in Arizona nel'Instructional League Advanced. Un'uscita amara dai playoff con una vittoria per 6-2 e tre sconfitte di un solo punto (2-3; 3-4; 3-4) Il 2016 sarà un anno da ricordare per il suo rendimento, ma soprattutto per la forza di volontà che lo ha rivalutato agli occhi dei manager dell'organizzazione dei Cubs. Qui su Baseball On The Road e sulla pagina FB di MLB Italia abbiamo più volte raccontato questa stagione conclusa con statistiche più che buone: BA .243 - SLG .329 - OPS .627 - 7 2B - 2 HR e 26 RBI - .991 di media difesa con 4 colti rubando su 12 tentativi. Oggi a stagione ufficiale terminata vi presentiamo una sua intervista esclusiva. Buona lettura!
Nella Spalding Baseball Commission figuravano i sei personaggi di spicco indicati da Spalding, fra cui ben due Senatori degli Stati Uniti, a testimonianza della rilevanza politica del baseball e di quanto fosse sentita la volontà di farne un qualcosa di “interamente” americano. Ne fece parte anche quello stesso A.G. Mills che aveva arringato la folla da Delmonico’s, mentre segretario fu eletto James E. Sullivan, che all’epoca ricopriva anche il ruolo di Presidente dell’Amateur Athletic Union e che, giova ricordarlo, era un dipendente di Spalding. Il magnate americano invece non vi figurò formalmente in alcun modo, ma solo perché aveva una tale influenza sulla commissione da potersi tranquillamente permettere di non farne parte. Fu Sullivan a fare la maggior parte del lavoro: per più di due anni, tra il 1905 e il 1907, egli si preoccupò di raccogliere testimonianze, reperti, lettere e ogni altra possibile fonte in grado di dirimere la controversia. Gli altri membri della commissione venivano informati dalle relazioni inviate loro da Mills. E fu lo stesso Mills ad asserire, nel rapporto finale della Special Baseball Commission uscito il 30 dicembre 1907, che il baseball era un gioco interamente americano, che era stato inventato nel 1839 e che il suo creatore era niente di meno che Abner Doubleday, il generale americano eroe vittorioso della Civil War.
Prefazione di Paolo Castagnini
Se non ci fossero i genitori probabilmente l'80% delle nostre società sparirebbero. Il loro apporto è perciò il più delle volte indispensabile per la sopravvivenza del nostro sport. Lungi da me pertanto presentare oggi un articolo di accusa nei loro confronti. Però c'è un però. Quali genitori possono aiutare lo sviluppo di un ragazzo o ragazza e quali altri gli creeranno difficoltà? In un modo un po' ironico ecco un articolo con libera traduzione del nostro solito Frankie Russo da ugoprobaseball.com e scritto da John Madden (drafted 8° round per i Padres, ha giocato fino al Triplo A), che aiuta la comprensione di pregi e difetti dei nostri "parents" dei quali anch'io con orgoglio ne faccio parte.
Buona lettura!
Dopo avervi presentato Azzurra e Gloria, Chiara e Giorgia le nostre quattro atlete del softball partite per studiare e giocare negli Stati Uniti eccovi il primo dei quattro atleti del baseball: Francesco Caruso. Francesco anziché gli USA ha scelto il Canada e precisamente Vancouver. La sua scelta è dettata principalmente dalla scuola come leggerete nell'intervista. Diciassette anni, dopo il triennio a Parma delle superiori e dopo un ottimo campionato di Serie B con lo Junior Parma come infield (Terza base e Interbase), Francesco ha letteralmente "preso il volo" atterrando nella città di Vancouver dove ad aspettarlo c'era la sua host family. La cosa che più ci ha colpito di Francesco è la sua determinazione quando si è rivolto a noi di Baseball On The Road nel settembre dello scorso anno, chiedendoci un consiglio per un'esperienza dall'altro lato dell'oceano. Quindi eccovi le sue parole nell'intervista di oggi.
Libera traduzione dal sito theseason.gc.com
Il telefono squillò, era molto tardi. Un giocatore delll’High School stava attraversando un periodo di crisi in battuta e voleva un consiglio dal suo ex coach. Cue Smith al momento non allenava, ma aveva avuto modo di seguire il suo ex allievo notando qualche difetto.
Era la postura del corpo fuori equilibrio e le spalle che erano posizionate in modo sbagliato rispetto al piatto.
Ernie Harwell, il radiocronista poeta
Qualche giorno fa, sulle pagine di questo blog, l’amico Michele Dodde ci ha descritto sublimemente l’inizio delle radiocronache nel mondo del baseball ricordandoci che il pioniere di tale evento fu il giornalista Harold Arlin. L’amico Michele ci ha anche ricordato come Arlin commentava l’incontro stando seduto a ridosso della recinzione dietro casa base rendendo, con linguaggio e definizioni suggestive, le fasi di gioco vive anche per coloro che non avevano la possibilità di assistere personalmente alla gara.
Come sappiamo, la parola strike è assai importante nel baseball, perché suggella le eliminazioni dei giocatori alla battuta, che appunto dopo tre eliminazioni, magari al piatto, escono dal campo, tornandosene mestamente nel dugout e suggellando così la bravura del lanciatore, ma strike vuol anche dire “sciopero” e nel 1994, nel baseball, si svolse uno degli scioperi sportivi più importanti, lunghi e dolorosi di sempre.
Ancora oggi, quando si narra di quel che accadde, compare qualche luccicone sul viso di qualcuno che ricorda quell’anno, il 1994, come l’anno dello sciopero.
Fra giocatori e padroni delle squadre, negli Stati Uniti, per anni vi fu un rapporto fondato solo e soltanto sui soldi, come del resto, in gran parte, lo è ancora oggi e se si parla di scioperi, di solito a monte o a valle di questi, vi è un sindacato e, perché nel baseball professionistico ci sia la prima trade union, ossia il primo sindacato, bisogna aspettare il 1966, con la MLBPA (Major League Baseball Players Association) e dal 1968, anno in cui iniziarono le contrattazioni sindacali per un accordo di lavoro collettivo, nel tempo e fino al fatidico 1994, si sono succedute ben sette battute … d’arresto del Campionato e delle WS.
Libera traduzione dal sito home.gc.com
Quanto segue si riferisce a materiale istruttivo dedotto da Headfirst Professional Sports Camps che segue direttamente i camps dei New York Yankees, Boston Red Sox, Atlanta Braves, Chicago Cubs e Washington Nationals.
Al fine di semplificare la meccanica della battuta, sono state prese in considerazione le tre componenti dello swing della Major League per facilitare l’apprendimento. La meccanica può essere facilmente osservata guardando una partita in TV e vi consigliamo di provare ad individuare queste tre fasi dello swing.
Sono iniziati ieri sera presso il Fifth Third Ballpark a Comstock nel Michigan i play-off per il titolo per i South Bend Cubs di Alberto Mineo. Una partita tiratissima risolta solamente all'11° inning a favore della squadra di casa per 3-2.
Per Alberto una partita più che onorevole visto che l'unico RBI della squadra è suo - L'altro punto dei due è su lancio pazzo - Una valida sui 5 turni per Mineo schierato come DH. Quindi continua la fiducia del manager nei suoi confronti e questo è un bel segno. Alberto ha concluso la sua regular season con un buon .243 di AVG, 7 2B e 2 HR e una buona difesa come catcher e in 1B.
Cooperstown, 1939: mentre il mondo è sull’orlo della guerra, il baseball festeggia il suo falso centenario, e lo fa nel più sfarzoso dei modi. Viene inaugurata la Hall of Fame, la più antica di tutto lo sport mondiale, che da lì in poi assumerà la funzione di conservare la memoria storica del gioco e dei suoi protagonisti; viene allestita una parata celebrativa che ripercorre i momenti salienti dell’evoluzione del baseball; va in scena una sfida tra due selezioni di all-star composte dai più grandi di sempre. Persino il governo degli Stati Uniti non si lascia sfuggire l’occasione, e benedice laicamente l’evento con l’emissione di un apposito francobollo commemorativo.
Libera traduzione dal sito home.gc.com
Charles Dean, Presidente del Milwaukie Junior Baseball, consiglia ai giovani coach di mettere da parte lo scorer e concentrarsi su quanto succede in campo. Le statistiche non sono importanti
quando si comincia a giocare, la priorità è di fare divertire i bambini. Ciò che bisogna fare quando si inizia, è insegnare a prendere la palla e tirare la palla, questo significa insegnare i
fondamentali. Invece di prestare attenzione alle statistiche, è preferibile osservare come i ragazzi si adattano alle diverse posizioni. Non si deve insegnare ad un bambino un unico ruolo, è
necessario che provino a giocare in ogni zona del campo.
A calma piatta acquisita, il non aggettivante finale del Campionato IBL 2016, ovvero la nostra casareccia World Series, è destinata a restare nella storia minuta come un aristocratico amarcord di
felliniana memoria da discernere nelle fredde serate invernali dinnanzi al proverbiale camino tra quelli che un tal Luigi ha
voluto configurare come una riserva indiana. Ed in effetti sarà così e far parte in modo sanguigno della ristretta compagnia degli appassionati è più di un titolo nobiliare. A
movimentare il tutto non è stato il freddo ed asettico resoconto di Maurizio Caldarelli su la Gazzetta dello Sport di mercoledì 24 agosto quanto invece la garbata penna di Ezio Cardea, a volte
sapientemente intinta con piacere in quell’oscuro vasetto di curaro che non guasta per condire meglio il pensiero, apparsa su “Baseballmania” sotto il titolo di Giove Pluvio.
Dopo avervi presentato Azzurra Baroncini e Gloria Di Lauro partite per gli Stati Uniti ad inizio Agosto, eccovi altre due nostre ragazze pronte alla stessa avventura: Un anno di studio e softball sempre in USA. La prima che vi presento è Chiara Bassi, giocatrice in ISL della Labadini Collecchio che ora si trova vicino a Seattle nello Stato di Washington. La seconda è Giorgia Migliorini è del Bollate e gioca in A2 con il Jazz Bovisio Masciago come Gloria Di Lauro e ora si trova a Rossville una cittadina vicino alla capitale del Kansas Topeka. La cosa che accomuna Chiara e Giorgia è che ambedue hanno fatto parte della Nazionale Juniores allenata da Marta Gambella agli ultimi Europei che ha conquistato la medaglia d'argento alle spalle di una sorprendente Gran Bretagna. Come sempre eccovi l'intervista a Chiara e Giorgia