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The Knickerbocker Base Ball Club

Il murales all'interno del Great American Ball Park (casa dei Cincinnati Reds)

di Andrea Salvarezza

A testimonianza di come il baseball avesse ormai raggiunto un rilievo di natura pubblica, arriva negli anni ’40 dell’ottocento il primo, “vero” momento istituzionale: la nascita di un club stabile ed organizzato (1845). Il primato di essere il più antico club formalmente riconosciuto nella storia del baseball spetta a “The Knickerbocker Base Ball Club”: formata da alcuni gentlemen che già dal 1842 erano soliti riunirsi per occasioni sociali di svago e sport, la squadra divenne realtà grazie alla spinta di Alexander J. Cartwright, che nella primavera del 1845 propose di giungere ad un assetto più regolare. Allo scopo fu creato un apposito comitato, che aveva il compito di organizzare il club e di stilarne il regolamento ufficiale: questo, che comprendeva anche le regole del gioco praticato dai Knickerbockers, venne pubblicato il 23 settembre 1845

Seppure non esiste una prova certa che i Knickerbockers abbiano consultato uno dei tanti libri che riportavano le regole del baseball, è tuttavia altamente probabile che essi derivarono il proprio regolamento (nonché la forma del campo a diamante, la cui prima definizione esplicita «diamond» è in The Boy’s Book of Sports del 1835) proprio da uno di essi: i quattro principali avevano infatti avuto un tale successo ed una tale diffusione da poter ipotizzare che fosse impossibile che il gruppo di Cartwright non ne fosse a conoscenza.

In realtà alcune squadre della Grande Mela (ad esempio il “New York Club”) praticavano il baseball da prima dei Knickerbockers, come testimoniano diverse annotazioni  circa partite giocate prima del  1845 che attestano una certa vitalità    del gioco nell’area newyorchese; tuttavia questi erano match ancora piuttosto  informali, non basandosi su di un regolamento preciso.

  

Le squadre in questione, poi, erano del tutto prive di una qualsiasi forma organizzativa, e venivano create solo in occasione degli incontri, non sopravvivendo che per qualche breve, effimera  stagione; oppure praticavano altre versioni del baseball, come il townball.

 

Seppur anche nel caso della creazione di Cartwright siamo ancora davanti ad un club interamente amateur, il cui scopo primario non è il gioco in sé ma piuttosto le riunioni sociali in senso lato, la fondazione del “Knickerbocker Base Ball Club” segna però inequivocabilmente l’inizio del baseball organizzato, nonché il primo passo nell’evoluzione del gioco verso l’assetto odierno di «entertainment business».

 

La prima partita ufficiale li vede perdere 23 a 1 all’Elysian Fields di Hoboken, il 19 giugno 1846, proprio contro il New York Club: questa formazione newyorchese, seppur mai concretizzatasi formalmente in un’organizzazione strutturata, praticava infatti il gioco da più tempo dei Knickerbockers, e come mostra il punteggio erano certamente better skilled.

 

Furono giocati solo quattro inning, per via della regola dei 21 aces (o runs) che assegnava la vittoria alla prima squadra capace di tornare per 21 volte a casa base (ma ovviamente si dava possibilità alle due squadre di giocare lo stesso numero di fasi d’attacco, per dare uguali probabilità di successo ad entrambe; né il gioco terminava al raggiungimento del ventunesimo punto, ma continuava fino alla fine dell’inning, cosa che spiega il punteggio di 23 a 1).

Sui Knickerbockers e la loro importanza per lo sviluppo del baseball è bene soffermarsi  con attenzione:  va  ribadito che  erano più un «social  club  than a sports. Si pensi ad esempio al doppio confronto tra il New York Base Ball Club e il Brooklyn Star Club dell’ottobre del 1845. Nel resoconto del primo incontro il baseball viene definito come «the time- honored game of Base», il che lascia intendere che il gioco godesse già di una certa popolarità; nel commento alla seconda partita si rileva invece che «Two more Base Clubs are already formed in our sister city» (probabilmente una delle due è proprio il Knickerbocker Base Ball Club).

 

Va specificato però che questi match avevano ancora caratteristiche piuttosto informali, se è vero ad esempio che la prima gara fu giocata con otto giocatori per parte e la seconda con nove, e che la formalizzazione dell’organizzazione portava semmai connotati di esclusività che di certo in prima battuta non favorivano la diffusione del gioco presso le masse. Le loro partite erano più un pretesto per occasioni di incontro, in cui mantenere educati rapporti sociali e praticare svaghi amatoriali per aristocratici.

 

L’atmosfera era molto più simile a quella del cricket, molto distante dall’etica del moderno baseball professionistico. Saper giocare non era l’unico requisito richiesto, anzi era necessario avere una certa posizione nella società e avere una certa agiatezza, per sostenere le spese imposte dalla membership e poter dedicare due giorni (il lunedì e il giovedì, i «play days») al baseball. Inoltre per l’ammissione ci si doveva confrontare con la pratica del blackballing; l’organizzazione interna era però democratica, e le cariche del “Board of Officers”  che dirigeva il club erano elettive, in piena congruenza con la grande svolta democratica che era stata operata nel paese sotto la presidenza di Andrew Jackson. 

 

La prova che il “Knickerbocker Base Ball Club” fosse un club del tutto istituzionalizzato si ha da diversi elementi:

-   struttura formalizzata del club;

-   requisiti ben definiti per l’ammissione;

-   regolamento interno (nonché del gioco praticato) dettagliatissimo;

-   sistema di multe e ammende preciso e ben strutturato.

Il regolamento pubblicato dai Knickerbockers nel 1845 fu di importanza capitale per lo sviluppo del baseball: rilevanti e decisive furono infatti le innovazioni apportate alla dinamica del gioco.

 

Innanzitutto fu stabilita l’assegnazione definita dei giocatori in difesa,  che fino a quel  momento erano soliti  sparpagliarsi  sul  campo senza   una precisa destinazione: i Knicks furono dunque i primi ad assegnare posizioni e compiti precisi a infielders e outfielders; poi fu delineato il numero dei giocatori, limitato a nove, e si stabilì che ogni parte di inning finiva al raggiungimento della terza eliminazione («three hands out, all out»); infine fu messo per iscritto che non  era più ammessa la pratica del soaking per l’eliminazione dei corridori, che ora andavano messi out toccandoli direttamente o facendo arrivare la palla in base prima del loro arrivo: come si può leggere in una versione riveduta del regolamento dei Knickerbockers, approvata nel 1854 da un ristretto comitato di dirigenti newyorchesi.

 

Questo documento del 1854 contenente il regolamento dei Knicks è inoltre una preziosa testimonianza della prima riunione di delegati di club a noi nota, una versione embrionale dei meeting che nel biennio 1857-1858 avrebbero portato alla prima associazione sportiva nazionale di baseball.

 

L’aspetto del gioco più lontano dall’assetto odierno del baseball era nel lancio: il

pitcher all’epoca dei Knickerbockers era infatti ancora solito lanciare a favore del batter (all’epoca detto «striker»), retaggio dell’antica pratica dei giochi di palla e mazza all’inglese che permettevano al battitore di aspettare un lancio da egli ritenuto buono.

 

Nonostante questa forte differenza comunque, e nonostante le tante piccole variazioni regolamentari intervenute nel corso degli anni, il cuore delle regole dei Knickerbockers è rimasto invariato.

 

Segue

 

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Tratto da A. Salvarezza, Eccezionale quel baseball! L'origine dell'isolazionismo americano negli sport, Dottorato di ricerca in critica storica giuridica ed economica dello sport (relatore: Adolfo Noto), ciclo XXII, Teramo 2009.

 

 

 La Tesi di Andrea Salvarezza

 

 

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