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Cindy era la mia sorella più piccola. Era nata 32 anni fa. Mio padre era un ricco petroliere. Aveva acquistato un appezzamento di terra annusando il profumo dei dollari. Dopo le prime trivellazioni capì che quel terreno era una miniera d'oro nero. Avrebbe voluto che diventassi avvocato e che curassi gli affari di famiglia, ma ero troppo uno spirito libero e dopo dieci anni dalla fine degli studi, passati alla corte di papà, presi il mio zaino e me ne andai.

 

Mia madre era una donna di tradizioni e si dedicò interamente a Cindy. Anche lei però aveva lo stesso carattere e difficilmente si adeguò al volere dei genitori. Mio padre provò in tutti i modi a trovarle un buon marito dell'alta società, ma ogni ragazzo di buona famiglia che le presentava lei lo trattava come un amico. S'innamorò con un musicista, ma mio padre non lo fece neppure entrare dal cancello di casa. Cindy la prese male e si chiuse in camera per una settimana. Passati sette giorni scese dal suo nascondiglio come nulla fosse successo, sorridente come sempre, ma da allora nessun uomo era riuscito a perforarle il cuore.

 

Era ripresa la partita. Con un po' di fortuna riempiamo le basi. Ora c'è Lance Berkman per noi. Forse questa è l'ultima possibilità per gli Astros. Sono tutti in piedi, i fans ci credono. Il nostro terzo del lineup spesso ci ha salvato da situazioni come queste. Lance è un Texano di Waco, una cittadina a 180 miglia da Houston. Tutto il pubblico è con lui. Farnsworth è un lanciatore destro e Berkman essendo switch hitter si posiziona sul lato mancino. La palla è sul filo esterno, Lance la colpisce nel centro mandandola sulle tribune dietro l'esterno sinistro. Lo stadio trema, i 50.000 saltano, battono le mani, gridano yesss!!!!! Gli Astros ritornano in partita, ma il risultato è ancora di sfavore per 6-5 e manca un solo inning, il nono.

 

Ripenso a John e a Cindy, sarebbero una bella coppia, ma chi convincerà papà?

E' la fine del nono, l'ultima speranza. C'è Jason Lane in battuta, grounded out sulla terza e primo out; E' il momento di Josè Vizcaino, il nostro shortstop che quest'anno in battuta non è in gran forma ed infatti guarda l'ultimo strike senza nemmeno girare la mazza. Due Out. <Ormai è finita> mi viene da dire.

 

Siamo tutti in piedi. Il mio amico non trasmette emozioni, lo sguardo sulla mano del lanciatore. Farnsworth sembra un gigante sul monte, ha la partita in pugno, un ultimo battitore e porterà la sua squadra al pareggio nella serie. Brad Ausmus in battuta, l'ottavo del lineup. Una valida per lui in precedenza, ma ci vorrebbe ben altro. Questa volta il suono della Louisville è musica anche per me, la palla sale per perdersi tra il verde del centro campo oltre il recinto. E' un boato assordante, è il 6-6 e si va ai supplementari. John mi guarda quasi impassibile e con un sorriso mi dice: <Noi vinceremo questa partita e io sposerò Cindy>

 

Quello che successe dopo quel momento non lo dimenticherò mai più. Il tempo scandiva inning su inning, nessuno riusciva a passare. I manager con i loro staff studiavano la strategia lancio su lancio, battitore su battitore. Ogni cambio di strategia di Bobby Cox dei Braves si accompagnava alla contromossa di Phil Garner degli Astros.Le panchine si assottigliavano sotto i cambi inning su inning: decimo, undicesimo, dodicesimo, tredicesimo, quattordicesimo, quindicesimo, inning......nulla di fatto.

 

All'inizio del 16° tremai. Salì sul monte The Rocket, Roger Clemens, 43 anni, un mito, ma forse non più in grado di affrontare una partita come questa. Non dico nulla e guardo John; le sue labbra sussurrano <Forza Roc!>

 

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