Il capro espiatorio

di Paolo Castagnini

C'è un vizio tutto italiano che imperversa in molte persone e lo sport non ne è esente anzi lo esalta. Mi riferisco al vittimismo o ricerca del capro espiatorio per i propri fallimenti. Il popolo Italiano che fondamentalmente si misura attraverso il calcio e la politica, esterna tutte le sue incazzature contro qualcuno o contro un dato colore.

Il vittimismo si trova anche nel baseball italiano; in molti giocatori e persino in squadre intere.

La ragione primaria di fallimento è comunemente l'arbitro o come specifica Michele Dodde, l'Ufficiale di Gara.

 

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Etica per essere e divenire un umpire

di Michele Dodde

Ezio Cardea ha proposto sui siti di Mybaseball e Baseballmania alcune riflessioni personali inerenti la “postura” dell’Ufficiale di Gara chiamato a giudicare i lanci, la sua enfasi di voce e la gestualità relativa. Sono riflessioni che fanno scaturire diverse considerazioni tutte tese a migliorare qual muto dialogo tra umpire e pubblico. In effetti, già quando il baseball aveva lasciato i principi di amatorialità e con gli umpire John Gaffnev, chiamato “honest” per bravura tecnica, che fu il primo a giudicare i lanci posizionandosi dietro il ricevitore, e Ben Young che fu il primo a concepire una congeniale divisa (pantaloni e camicia “blue” da cui il nomignolo degli umpire in slang) ed a scrivere il primo codice di etica con il canovaccio di una mitica meccanica a due, fu solo nel 1905 che l’umpire Cy Rigler inventò i segnali, ovvero i gesti che avrebbero indicato al pubblico il giudizio attuato in quanto si evidenziò già da allora la necessità di indicare al pubblico la decisione presa senza ombra di dubbio alcuno.

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Come difendersi dallo shift?

di Frankie Russo

Sunto tratto da due articoli di ESPN di Jayson Stark e Doug Mittler

Lo shift difensivo è ormai all’ordine del giorno, ma quali sono le reazioni dei battitori che lo devono affrontare. Per i primi 120 anni della storia del baseball, gli interni si sono pressoché schierati sempre alla stressa maniera, indipendentemente dalle tendenze del battitore. Ma otto anni fa i Tampa Bay Rays spostarono l’interbase dall’altra parte del sacchetto di seconda quando affrontavano David Ortiz. Oggi, considerata la quantità di tecnologia a disposizione, tutte le squadre adottano il loro personale modo di usare lo shift, ed in particolare contro i potenti battitori mancini.

Soluzione? Battere in campo opposto. O, come affermava Wee Willie Keeler, che ha una targa nella Hall of Fame, la chiave del successo è battere la palla dove non ci sono difensori.

 

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La partitella

di Paolo Castagnini

E’ fuori discussione che nel baseball più si gioca e meglio è. Più partite si fanno e più bravi si diventa. E’ invece usanza in Italia quella di fare molti allenamenti e poche partite. Un Campionato giovanile si limita a 12/16 partite ogni anno, ad esclusione delle società più attive che partecipano a tornei.

Se si pensa che la maggior parte delle squadre giovanili inizia l’attività in ottobre i calcoli sono presto fatti: 9 mesi a 2 allenamenti settimanali significa 72 allenamenti e 12 partite, un assurdo!

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