L’evento che più ci ha colpito nella passata postseason è stato la conquista delle World Series da parte dei Chicago Cubs dopo 108 anni, ma non ci devono sfuggire alle tante altre curiosità che hanno caratterizzato lo scorso mese di ottobre.
WILD CARD - Il bullpen dei Blue Jays tiene a bada l’attacco degli Orioles.
L’AL Wild Card si è trasformata in una sfida dei bullpen, una sfida in cui il migliore di tutti i rilievi, Zach Britton, non è stato utilizzato. Il bullpen dei Blue Jays invece, è stato impiegato per cinque riprese senza concedere una valida, circostanza che non era mai successa nella regular season.
Presentazione di Paolo Castagnini
Il 16 febbraio 2016 iniziai la pubblicazione della Tesi di Laurea di Andrea Salvarezza: "Eccezionale quel baseball!". Dopo le prime puntate mi resi conto di avere in mano uno straordinario documento sulla nascita e lo sviluppo del nostro sport. Ovviamente parliamo di Stati Uniti, ma analogamente gli eventi che si susseguirono influenzarono anche il baseball nostrano. E' altresì interessante capire il perché del suo successo e attingere dalla storia quelle informazioni che potrebbero favorirne almeno in parte lo sviluppo anche in Italia. Oggi con l'ultima puntata, a distanza di un anno dalla prima, voglio ringraziare Andrea per questo importante lavoro che sarà a disposizione dei lettori nei prossimi giorni, così come pubblicato, in formato pdf.
Libera traduzione da ESPN.com
I Los Angeles Angels hanno acquistato il nuovo 2B Danny Espinosa che lo scorso anno ha battuto .209, ma è giusto che i tifosi sappiano che gli Angels hanno preso un buon giocatore, tesi che, in tempi non troppo lontani, sarebbe stata difficile da sostenere. Infatti, un giocatore con una media battuta bassa non era considerato un buon giocatore. Magari c’è stata sempre l’eccezione che ha confermato la regola, ma il più delle volte se un giocatore batteva .210 o .220 significava semplicemente che non era buono. Ma ora le cose sono cambiate. Oggi un giocatore è corteggiato anche se ha una media battuta bassa. Questo grazie alle avanzate sabermetriche che aiutano ad individuare le capacità intrinseche di un giocatore e meglio identificare il suo valore. Quello che segue è un lineup di giocatori che lo scorso anno hanno battuto sotto 230 e ciononostante tutte le squadre, o quasi, vorrebbero avere.
Redazione
La Società BSC Grosseto 1952 in collaborazione con Baseball On The Road, organizza per ragazzi di 13-14-15 anni un viaggio a San Francisco dal 5 al 13 Agosto 2017 per partecipare al "Four Corners International Tournament" organizzato da:Baseball Without Borders Foundation.
L'esperienza di giocare nella patria del baseball ha un qualche cosa di magico. Lo hanno sperimentato tutti i ragazzi e le ragazze che negli anni scorsi hanno partecipato con Baseball On The Road a partite e tornei con i coetanei Americani.
Presentazione di Paolo Castagnini
Ed ecco arrivati a fine 2016. Un altro anno passato a scrivere e raccontare le cose che ci piacciono. Perché il nostro piccolo gruppo è così che funziona. Cerchiamo di comunicare qualcosa attraverso il baseball e il softball. Non scriviamo di partite perché ci sono altri che lo fanno già molto bene. Ci siamo ritagliati quel piccolo spazio che ci sembrava vuoto. Scrivere di cultura, storia, racconti e un po' di tecnica e filosofia del gioco. Lo facciamo ininterrottamente dal 2012. Questo è il quinto anno. Il numero di lettori che cresce ogni giorno ci sprona a proseguire. Grazie perciò a tutti voi e, come nostra tradizione, vi facciamo gli auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo, nella speranza che sia per tutti almeno un po' meglio di quello trascorso. Per questi Auguri abbiamo usato la magica penna di Michele Dodde con un suo bel racconto. Buona lettura!
Il cammino dell’affermazione del baseball (con il contestuale rigetto del cricket), e soprattutto i significati che tale affermazione ha veicolato, lasciano supporre che le ipotesi messe a verifica nel corso della ricerca siano vere. Ma alla luce di quanto analizzato, la scelta degli Americani di sviluppare ed adottare giochi propri appare non solo comprensibile, quanto probabilmente inevitabile. Perché, in altre parole, avrebbero dovuto agire diversamente? Quando le precondizioni resero possibile lo sviluppo e l’affermazione dell’idea moderna di sport, gli Americani avevano di fronte due sole possibili opzioni: da una parte il cricket, dall’altra il baseball. L’uno era caratterizzato da una forte identificazione con la ex madre patria, in un contesto che invece stava sentendo crescere a più livelli l’esigenza di un carattere nazionale autoctono; l’altro al contrario non aveva mantenuto alcun collegamento con l’Inghilterra, da cui pure proveniva.
Libera traduzione da ESPN.com
Nessuno più batte come Rod Carew, si diceva di lui che assumeva diverse posizioni in battuta a seconda di chi era il lanciatore avversario, ma non era del tutto vero. Cambiava posizione a seconda del tipo di lancio che voleva che il lanciatore gli lanciasse. Si avvicinava di più al piatto invitando per un lancio interno e si accucciava di più contro lanciatori potenti per rimpicciolire la zona dello strike. Carew dominava i lanciatori avendo vinto sette titoli come miglior battitore compreso una MB di 377 nel 1977 e una media di 300 dal 1969 al 1983.
La cerimonia rievocativa della nascita ufficiale del Baseball a Taranto merita una felice riflessione ed una condivisibile meditazione. Poche parole, com’è giusto si faccia tra sportivi, ma tutte a dare un senso di rinascita e vita a quei lontani momenti quando, sulla scia imitativa degli allora soldati statunitensi di stanza presso la base USA di Martina Franca, alcuni giovani sui prati della periferia del capoluogo jonico, evitando accuratamente rovi, siepi e qualche sgradevole biscia, incominciarono a tirarsi la magica pallina e, quando si poteva, anche batterla. Era il vero baseball on the green e on the road con qualche vetro rotto in più incorniciato da fughe precipitose.
Libera traduzione da Menfitness
Lanciare nei playoff può essere considerata una delle sfide più impegnative di ogni sport. Soli sul monte di lancio con una pallina in mano e con di fronte i migliori battitori del momento in attesa di spedire la palla oltre la recinzione. Molti lanciatori di talento hanno fallito, ma vi sono stati coloro che non solo hanno lanciato bene, magari riuscendo a chiudere una ripresa senza punti con le basi cariche, ma hanno dominato gli avversari. La postseason del 2016 probabilmente è stata una delle migliori in tal senso con Aroldis, Chapman, Andrew Miller, Cody Allen, Kenley Jansen ed altri. Ma non sono stati gli unici. Qui di seguito forniamo un elenco di alcuni grandi lanciatori che hanno aiutato la propria squadra a vincere le World Series con prestazioni superlative.
Liberamente tratto da ESPN
Con l’accordo delle parti sul CBA sarà possibile ora assistere all’inizio di trattative e scambi importanti, ma spesso i migliori sono quelli che non occupano le prime pagine, come per esempio l’acquisto del ricevitore Jeff Mathis da parte degli Arizona Dbacks, che ha stipulato un contratto per due anni a 4 milioni. Nella passata stagione Mathis ha battuto 238 con due fuoricampo, e in carriera ha una linea di 197/254/308. Il suo OPS di 562 è il più basso tra i giocatori con almeno 1.000 presenza alla battuta. E allora, cosa lo ha reso tanto appetibile considerato che non sarà nemmeno il titolare? La difesa è il suo punto di forza. Ha buone mani, la forza e precisione del tiro sono sopra la media, effettua bene i blocchi di palle a terra, sa guidare i lanciatori ed esegue alla perfezione la strategia preparata dal pitching coach. Nelle ultime nove stagioni Mathis risulta al quinto posto nella graduatoria per punti salvati (DRS).
La salvezza e la vittoria nel baseball sono retaggi del lanciatore. Il pitcher vince la partita, paradossalmente, quando la sua squadra riesce a passare in vantaggio, una volta in attacco e quindi a restarvi per tutta la partita, vincendola. Il lanciatore può essere in panchina se c’è il DH o far parte del line up, quando non c’è il battitore designato che ne prende il posto e magari potrebbe anche essere sua la battuta vincente, ma oltre a ciò il lanciatore ed in special modo se chiude la partita e conserva il risultato vincente già maturato, lo salva e produce la cosiddetta salvezza. Questo concetto non è nuovissimo, ma nemmeno antico, perché di salvezza si parla solo a partire dal 1969 e grazie ad un giornalista americano, Jerome Holtzman, che per primo creò una formula ad hoc per calcolarla e dare al lanciatore il giusto merito e record.
Sapete quanti sono i coach qualificati in Italia? Sono 1.950. Oltre a questi ci sono numerosi stranieri che non figurano in questa lista. Se le squadre sono circa 400 e consideriamo una media di 2 coach per squadra, potremmo valutare che una buona parte dei coach italiani non opera in campo. Se vogliamo però essere ancora più precisi, dalla lista dei tecnici, 587 di loro dichiarano di non appartenere ad alcuna società. E stiamo parlando di tecnici qualificati e regolari che pagano la quota del tesseramento. Non sappiamo i motivi di questa mancanza di occupazione o forse meglio definire di hobby. Ora tutti noi conosciamo quanto questo ci appassioni e quanto sia bello stare in campo magari per aiutare i giovani a crescere attraverso lo sport che amiamo. Qualcuno non avrà stimoli, altri non sono ben visti dalle dirigenze locali, altri ancora non sanno come fare per comunicare la loro disponibilità.
Il successo del baseball sembrerebbe quindi legato alla maggiore capacità di evidenziare ed esaltare il ruolo della prestazione individuale; del resto una simile impostazione sarebbe coerente con il frame culturale in cui il baseball si è affermato, poiché la Democrazia americana posta sotto la lente di ingrandimento da Tocqueville ha fra i suoi valori fondanti proprio quello dell’individualismo. Ma allora ancora maggiore popolarità avrebbero dovuto avere, nel panorama sportivo americano, discipline completamente individuali come il tennis, l’atletica o il nuoto.
Vi ricordate l'articolo pubblicato qui su Baseball On The Road nell'Aprile di quest'anno Storie del Nicaragua/Non capisco niente di baseball - di Andrea Semplici?
Andrea, giornalista e fotografo mi raccontava "ho visto l'entusiasmo dei ragazzi in quelle isole e ti puoi immaginare per raggiungere quel campetto io ho camminato un paio d'ore, chi è venuto via lago, ha fatto un viaggio di alcune ore, in quel caso. E ci sono tredici squadre in quell'arcipelago..." Ebbene Andrea dopo aver ricevuto un appello da quel luogo del Nicaragua mi ha fatto una richiesta: E' possibile raccogliere del materiale da baseball usato da inviare a quei ragazzi?
Tratto da Sports Illustrated
Tra i vari accordi raggiunti dal CBA (Collective Bargaining Agreement) le parti, società e sindacato dei giocatori hanno bandito l’uso di tabacco per i nuovi giocatori delle majors. La regola non si applica a quei giocatori che hanno giocato almeno un giorno nelle majors. Da notare che in diverse città è stato già bandito l’uso del tabacco negli stadi tra cui Boston, Chicago, Los Angeles, San Francisco e Washington. La regola è stata approvata dalla città di Milwaukee la scorsa settimana.
Fuoricampo e cambi sul monte sembrano essere la risposta
Con ancora fresche nella memoria le innovazioni viste nella postseason, viene da chiedersi in quale direzione si evolverà il baseball, quali saranno le nuove tendenze, e in quale direzione si sta evolvendo basandici sulle statistiche.
Quanto evidenziato nella stagione appena terminata le cose più determinanti sono state: la potenza, il maggior numero di strike out e gli shift difensivi, in contrapposizione a meno velocità sulle basi e meno utilizzo dei lanciatori partenti. Quanto segue sono i numeri riportati dagli esperti del settore quali Elias Sport Bureau, Baseball-Reference.com e Baseball Info Solutions.