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Baseball Books Day - Gli autori: Michele Dodde

di Michele Dodde

Tratto dall'intervento di Michele Dodde durante il Baseball Book Day

Buon pomeriggio. Desidero rivolgere a voi tutti qui presenti un affettuoso saluto per aver voluto scegliere di passare un po' del vostro prezioso tempo nell’ascoltare tematiche inerenti questo gioco dal nome quasi difficile: il baseball.  Per me, ex umpire ed ora storico, è un onore ed un privilegio condividere con voi la mia passione per questa disciplina sportiva che si presenta a tutti come un gioco ma che in realtà è molto di più sopravanzando la linearità dei limiti. In effetti bisogna avere una grande umiltà per avvicinarsi alla conoscenza del baseball poiché contrariamente ad altre discipline di squadra in questo gioco due sono le sostanziali differenze che lo contraddistinguono: la prima è che sul campo non ci sono mai due squadre contemporaneamente ad affrontarsi, la seconda è che a segnare il punto non è un attrezzo di gioco bensì l’individuo, ovvero il giocatore, o meglio colui che sa osare e vincere le avversità.

Un'opera dell'artista Graig Kreindler che raffigura Sandy Coufax nella partita vittoriosa alle World Series 

 

Conoscere il baseball dunque è una precisa scelta culturale poiché nell’entrare tra le pieghe ontologiche del gioco si constata come in questa disciplina sportiva, o meglio gioco che accomuna giovani e non più giovani, si delinea sempre una emergente vitalità sociale e filosofica ad ampio respiro.

 

E che poi il baseball non abbia mai una fine lo testimonia il fatto che è sempre pronto ad accompagnarti come uno spassionato e fedele compagno di viaggio.

 

In apparenza sembra continuamente uguale nel suo svolgimento eppure a ben vedere esso è sempre così diverso attimo dopo attimo come il tempo della nostra vita.

 

Dunque ecco che verosimilmente il baseball sarà per voi sempre quell’ombra personale, piena a volte di difetti e punti di vista, ma che non vi tradirà mai. 

 

Si, perché il baseball, come ho detto anche altrove, è uno specchio, è una sintesi, è una similitudine, è ciò che ognuno ricerca in sè stesso perché in esso vive e palpitano i momenti più salienti della propria vita. E’ un insieme di attimi dopo attimi che possono sugellare segnali fini a se stessi e poi da essi ripartire da continue esplosioni di movimenti. 

 

Ed ecco che il sublime diventa personale poiché non sarà una sfera, sia essa rotonda od ovale e di diverso materiale, che andrà ad immortalarsi in un target bensì è l’umana persona con tutti i suoi pregi e difetti che osando l’inosabile andrà a segnare il punto.

 

Ed il tutto viene poi calibrato dall’armonia dei gesti: una mazza che ruota nell’intento di battere una pallina che subdolamente è stata lanciata con alterne traiettorie, uno sprint veloce per una corsa in concomitanza a più diverse scelte difensive sino a realizzare il tormento o l’estasi nell’indefinito tempo e spazio tra due squadre rivali. E a differenza di altre discipline sportive, il baseball è quell’unico gioco dove un solo individuo incontra una squadra avversaria e che richiede continuamente precisione e bellezza anche e soprattutto quando aumenta la tensione.

 

In un mio precedente saggio “Partita doppia” scritto a quattro mani con l’attento ed incisivo studioso Pietro Striano, animatore indiscusso del gruppo Ascesa dei Vinti, gruppo che affronta e tramanda ad ampio respiro tutte le sfaccettature del baseball, ed io ho il piacere di far parte di questo gruppo, c’è un particolare capitolo in cui racconto la nascita delle regole del gioco con il loro profondo significato esoterico e filosofico che punta alla perfezione.

 

Ovvero il divenire di un gioco perfetto per esseri noi imperfetti nell’applicazione. Infatti, come ho già detto, il baseball è permeato da una profonda filosofia che coinvolge inconsapevolmente il giocatore, se gioca per istinto, e l’appassionato, o lo studioso, per i risvolti che implicano le modalità inerenti azioni legali da quelle illegali, da cui il regolamento, ma ancor più per la continua presenza dei tempi e degli schemi che evocano profonde scelte sulle probabilità e le loro finalità. 

 

Dalla mia assidua collaborazione al sito web “Baseball on the Road”, che invito voi tutti ad andare a visionare poiché attraverso articoli specifici è un sito dedicato alla divulgazione delle problematiche tecniche e ad approfondire attraverso la storia l’evoluzione che il gioco ha coscientemente fatto lievitare nei cambiamenti sociali in ambito prima nella società statunitense e poi via via nelle diverse nazioni in cui il gioco viene praticato (basti pensare all’abbattimento delle barriere razziali e ai diritti acquisiti dalle donne), nasce il mio ultimo libro, “Fatti e Misfatti” che, proprio attraverso i vari personaggi di cui descrivo le storie,  racconto come il gioco del baseball, quel baseball che parla al cuore, sia divenuto un insostituibile e continuo momento di meditazione per la proprie azioni.

 

Una mia recente ricerca ha portato ad elencare anche come il baseball sia stato oggetto e soggetto dell’attenzione da parte del grande schermo hollywoodiano: ebbene sono stati ben 336 i Film che, a partire dal primo cortometraggio muto del 1898 sino ad oggi, hanno intessuto storie vere e romanzate e ciò sta a significare la peculiare incidenza che esso ha verso i sogni del pubblico per non toccare poi il mondo dei fumetti in cui la banda di Linus, Charlie Brown e Snoopy solo attraverso gli attimi del baseball riescono ad inviare e/o a rimarcare le ironiche avversità della vita.

 

Ecco allora perché il baseball non è uno sport qualsiasi, perchè voi potete guardare una partita di baseball ed in parallelo capire che anche nella vita succedono le stesse cose. Non si può guardare una partita di baseball e non pensare quanto sia importante non tanto il risultato quanto lo spirito di squadra, il gioco di insieme da cui esso dipende.

 

Non si può guardare una partita di baseball e non intuire che guanto, pallina e mazza sono solo gli strumenti metaforici che servono per raggiungere un obiettivo che è fondamentale e vitale nella vita reale così sempre sfumata ed evanescente. E soprattutto per intuire che anche la vita, come una partita di baseball, ha degli inning che devono essere giocati con giusta scelta e che ogni inning è importante e solo alla fine si potrà dire se si è vinto o perso. E come qualche volta, per vincere, e non è disdicevole dirlo, occorre anche l’aiuto di qualche bunt di sacrificio.

Ecco allora perché è opportuno, se non giocarlo, almeno conoscere il baseball: esso ha un’alta funzione formativa ed etica che configura di fatto come questo sport sia un paradigma della vita stessa.

 

Ora purtroppo è pur vero che il baseball è un fenomeno culturale che apparentemente non fa parte del nostro DNA e questo è il vero problema. Ebbene questo problema necessita, per la sua soluzione, un’ampia dissertazione su quello che è il livello culturale presente in Italia.

 

I giovani purtroppo in Italia già da piccoli vengono abituati a vedere lo spettacolo e ad assorbire, nel gioco, i movimenti senza alcun coinvolgimento mentale. Assistere ad una partita di baseball, o giocarla, giocoforza invece si è costretti a pensare su cosa succederà a seguito di una scelta sia se si gioca in difesa sia se si gioca in attacco e dunque si è chiamati ad un costante intervento psicologico.

 

Si dovrebbe quindi esercitare sui giovani un incisivo insegnamento, mi verrebbe da dire “alla Samurai”, affinchè si sia pronti a valorizzare sè stessi richiamando costantemente quei concetti di stima, onestà, sacrificio, disponibilità e soprattutto grande umiltà, quella che abbisogna per affrontare la vita, o meglio il gioco. Ovvero in Italia mancano gli educatori poiché in primis, ma qui non vorrei essere frainteso, a volte mancano proprio i genitori. E come sia importante poi far capire proprio a questi ultimi come il baseball sia l’unico sport bilaterale che certamente saprà migliorare i propri figli. Poi non importerà dunque giocarlo quanto capirlo nella sua essenza. 

 

Il mio libro allora, “Fatti e Misfatti”, così come i miei articoli sul web “Baseball on the Road”, è un’antologia che rispolvera sentimenti e vicissitudini di grandi personaggi del gioco ma poi li confronta ed accomuna dando vitalità anche ai dimenticati ed alle ombre che risultano poi alla fine essere la vera ossatura di ogni palcoscenico. Ed è qui il senso di quel baseball che parla al cuore e delle iniziative portate avanti anche dal gruppo Ascesa dei Vinti perché anche i vinti alla fine risulteranno sempre vincitori non avendo mai perso la loro dignità. Ed il baseball questo lo insegna.

 

Michele Dodde

 

 

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Commenti: 11
  • #1

    Loredana (lunedì, 01 agosto 2022 09:30)

    Ignorante in materia, pensavo con nostalgia agli antichi filmini super 8 con uno dei quali forse avresti potuto darci un minimo di ragguagli su uno sport del quale tanti come me non sanno nulla. Molto bella la tua esposizione carica di sentimento e di capacità espressiva molto efficace. Complimenti���

  • #2

    Ludovico Malorgio (lunedì, 01 agosto 2022 09:40)

    La scrittura chiara e accattivante del giornalista e il profondo sentimento dell’appassionato rendono particolarmente interessante e ‘istruttivo’ questo articolo. Complimenti vivissimi a Michele Dodde, maestro di baseball e d vita.

  • #3

    Marcella (lunedì, 01 agosto 2022 10:06)

    Il tuo non è solo un excursus storico,
    non è solo un compendio di sensazioni magiche, è un vero e proprio inno, una dichiarazione di amore appassionato per questo sport, che ti ricambia dinandoti ancora giovinezza

  • #4

    Giuseppe (lunedì, 01 agosto 2022 11:57)

    È sempre interessante e suggestivo leggere i tuoi articoli. Un abbraccio

  • #5

    Giuseppe Guilizzoni ( Beppe ) (lunedì, 01 agosto 2022 12:39)

    Caro Michele , e' sempre un piacere leggerti , e questa volta ancora di piu ' . Una tua frase mi ha colpito in particolare : '' la prima è che sul campo non ci sono mai due squadre contemporaneamente ad affrontarsi, la seconda è che a segnare il punto non è un attrezzo di gioco bensì l’individuo, ovvero il giocatore, o meglio colui che sa osare e vincere le avversità '' .
    Io vengo dalla Milano dell'immediato dopoguerra . Nel '45 avevo 7 anni , e poco piu' di un lustro dopo mi sono imbattuto nel Baseball , ' non per scelta culturale ' ma per pura casualita' : l'avere visto con qualche coetaneo il film ' Quando torna primavera ' ( con Ray Milland ) rimanendo affascinati dall'MGdB . In una specie di prato fra le macerie di Via Canonica cominciammo a giocarlo con le regole ( poche ) che avevamo capito e quasi tutte in modo errato . Poi i Piero Brambilla ( giocatore allora dell'Inter di Milano ) ed i Dr Campo ( grande allenatore di origine Usa che a Milano fece grandi cose , in particolare all'Ambrosiana ) ci fecero capire le regole giuste e nacquero i 'Leprotti ' . Il Baseball ci insegno' a comportarci 'uno contro tutti ' , come succede nella vita , ma comunque all'interno di una comunita' , con il Piero Brambilla di turno che comunque ti detta le regole. Ecco perche' il leggerti , caro Michele , mi ha riportato a quegli anni verdi ed a tutto quello di buono che Il Baseball mi ha regalato . E ' una storia molto lunga ( intorno ai settanta anni ) e quindi non ti tedio , ti dico solo : " GRAZIE " !

  • #6

    Paola sarassi (lunedì, 01 agosto 2022 13:24)

    Bellissimo articolo. Hai proprio centrato le tematiche che giustificano la nostra passione per questo sport ��

  • #7

    franco ludovisi (lunedì, 01 agosto 2022 14:57)

    "in questo gioco due sono le sostanziali differenze che lo contraddistinguono:
    la prima è che sul campo non ci sono mai due squadre contemporaneamente ad affrontarsi, la seconda è che a segnare il punto non è un attrezzo di gioco bensì l’individuo".

    Nel Baseball "si è costretti a pensare su cosa succederà a seguito di una scelta sia se si gioca in difesa sia se si gioca in attacco"

  • #8

    Claudio (martedì, 02 agosto 2022 09:51)

    Carissimo Michele, a parte che leggerTi è sempre piacevole ed aiuta a capire come il mondo del baseball è assai più che la passione per uno sport, purtroppo devo ammettere che … rimango spiacevolmente sempre più ignorante! Ma , confermo la volontà , sostenuta da caparbietà, di arrivare a cogliere quei momenti magici che ,viene affermato , il baseball sa trasmettere e suscitare. Confido nel Tuo supporto!Lèggerò’ con curiosità ed interesse il Tuo ultimo libro.

  • #9

    Rosa Mariano (martedì, 02 agosto 2022 16:48)

    Caro Michele, grazie di vero cuore.
    Attraverso i tuoi racconti ho scoperto il mondo, anzi l'universo del baseball, a me sconosciuto.
    E non solo, i tuoi racconti, ricchi di particolari, di aneddoti, di protagonisti e di campioni, mi hanno fatto riflettere sulla simmetria tra lo sport, il baseball, e la vita, in entrambe bisogna dare il meglio di sé, e questo accade quando si mettono in gioco testa e cuore, spirito di sacrificio e umiltà, passione e coraggio e nonostante le immancabili sconfitte non ci si stanca mai di rimettersi in gioco.
    È la bellezza del baseball , è la
    bellezza della vita .

  • #10

    Judith Testa (Stati Uniti) (domenica, 07 agosto 2022 18:06)

    Bellisimo! Baseball è veramente un gioco che parla al cuore!
    E tu, Michele, sei più di uno storico di baseball-- sei anche un filosofo profondo!

  • #11

    Dario Bazzarini (lunedì, 08 agosto 2022 10:49)

    Come sempre TOP !!!