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World Series 2021: presentiamo le finaliste

di Frankie Russo

Credere o meno, ma questa non è la prima volta che Astros e Braves si affrontano in ottobre. E’ facile da dimenticare, ma Houston ha speso i primi 51 anni nella NL giocando contro i Braves molte volte durante la regular season. Quando nel 1966 i Braves si trasferirono ad Atlanta, gli Astros furono la terza squadra a giocare nel loro nuovo stadio. Quest’anno la sfida è tra una squadra che è stata presente nei playoff sei volte negli ultimi sette anni e una squadra che ha vinto solo 88 gare nella RS e ha dovuto superare tante difficoltà dopo aver perso il loro migliore giocatore in Ronald Ocuna Jr.

Se per gli Astros arrivare alle World Series non rappresenta una sorpresa, per gli Atlanta Braves sicuramente lo è, e limitarsi a esaminare esclusivamente le statistiche non sempre offre un quadro completo. Per esempio, nella postseason gli Astros hanno una media di 6,7 punti a partita, più di ogni altra squadra, quindi la loro presenza è quasi scontata. Per i Braves, invece, non solo è la prima volta dal 1999 che arrivano alle WS, ma non è nemmeno un insulto affermare che erano dati come quarta squadra per vincere il pennant della NL. I Braves non primeggiano in nessuna categoria delle statistiche tradizionali, ma in soli 16 giorni, dopo 10 gare, la loro percentuale di probabilità è aumentata dal 17 al 100%. Ma come ci sono arrivati?

ATLANTA BRAVES

Piena fiducia nei partenti.  In una postseason che ha visto i rilievi più impegnati del solito, Brian Snitker ha spinto i suoi partenti più che mai avendo loro affrontato gli avversari per la terza volta in una gara più di qualsiasi altra squadra nei playoff. Anche quando si sono trovati in difficoltà, Snitker li ha lasciati sul monte per uscire dai pasticci e ha pagato dividendi.

 

Dopo l’era dei vari Chipper Jones, Tom Glavine, Greg Maddux, John Smoltz, Andrew Jones ed altri, la squadra è andata in un graduale deterioramento. Nelle due ultime offseason i Braves hanno scambiato molti dei loro veterani per giovani prospetti che oggi formano insieme a Freddie Freeman il cuore del gruppo.

 

La superstizione nel baseball fa parte integrante di questo sport, c’è chi addirittura usa sempre la stessa sequenza nel mettere i calzettoni. In ottobre Joc Pederson si è inventato la collana di perle, perle vere.  Non c’è voluto molto affinché anche i tifosi lo seguissero, anche se ovviamente indossando perle non vere.

 

Quando nel 2017 i Braves decisero finalmente di pensare seriamente alla ricostruzione, Freeman aveva firmato per 8 anni ed intorno a lui la società voleva costruire la squadra. Freeman è diventato una icona in Atlanta, un vero leader ed è stato il suo HR contro i Brewers che ha proiettato i Braves nelle NLCS.

 

Il 24enne terza base Austin Riley è al centro delle candidature per MVP della NL. Nelle LCS Riley è stato al centro di molte delle azioni che hanno dato il via alla rimonta o alle walk-off vittorie per i Braves. 

 

Che dovesse far parte di questa squadra non era scritto né in cielo né in terra, anzi fino a febbraio Eddie Rosario non aveva nemmeno una squadra dopo che i Twins non gli avevano offerto un contratto. Firmato per Cleveland, non ha avuto un buon anno e a luglio era fuori roster per infortunio con la previsione che sarebbe rientrato solo a fine agosto. I Braves hanno preso il rischio e hanno vinto, Rosario è stato il vero trascinatore contro i Dodgers guadagnandosi il titolo di MVP della NLCS.

 

In Gara 4 Atlanta ha dovuto rinunciare al partente Huascar Ynoa trasformandola così in una gara dei rilievi mentre i Dodgers potevano contare su Julio Urias che aveva vinto 20 gare nella RS. I rilievi hanno risposto alla grande evitando a Snitker di utilizzare uno dei suoi partenti al contrario di quanto ha dovuto fare Roberts con i Dodgers.  Una volta in vantaggio 3-1, il trio di Matzek, Jackson e Smith hanno fatto il resto.

 

Dopo la sonora sconfitta in Gara 5 non poteva non tornare alla memoria la debacle dello scorso anno quando in vantaggio nella serie prima per 2-0, poi 3-1, i Braves dovettero cedere di fronte ai Dodgers. Quest’anno era una rivincita e i Braves erano coscienti di avere una squadra più compatta. Ian Anderson ha tenuto a bada le mazze di LA per 4 riprese; Adrianza entrato come PH ha preparato lo stage per l’HR di Rosario; Freeman ha logorato i lanciatori avversari con 4 BB e il solito AJ Matzek ha tolto le castagne dal fuoco a Snitker con tre strikeout e corridori in seconda e terza.

 

Adesso ai tifosi di Atlanta gli si offre la possibilità di vedere le prime World Series sin dai tempi d’oro di Bobby Cox&Co. E le vedranno non per le grandi prestazioni di un solo giocatore o di una filosofia organizzativa. Le vedranno perché la squadra è migliorata, un passo alla volta cercando di trovare la strada verso quel posto dove ogni squadra vuole arrivare.

HOUSTON ASTROS

Puoi dire quello che vuoi, puoi amarli come puoi odiarli, ma gli Astros possono essere considerati la migliore squadra degli ultimi anni.

 

Erano forti nel 2017 quando hanno imbrogliato e sono forti lo stesso nel 2021 quando è da credere che non stiano imbrogliando.

 

Gli Astros sono la seconda squadra ad arrivare per 5 anni consecutivi alle ALCS e la prima dell’AL a giocarsi le WS 3 volte in 5 anni dopo che gli Yankees lo hanno fatto nei primi anni 2000.

 

Anche se il titolo del 2017 è circondato dalle ombre del “sign stealing”, per coloro che li disprezzano, a un certo punto devono anche rispettarli. Non importa nemmeno chi è l’avversario, gli Astros esercitano un tipo di gioco che è un piacere vedere, un tipo di gioco che non si vede più. Hanno la migliore MB nelle majors, hanno il minor numero di strike out, hanno battuto in foul più lanci di qualsiasi altra squadra e hanno il minor numero di sventolate a vuoto. In definitiva, tutto quanto gli Astros facevano bene quando imbrogliavano, fanno lo stesso adesso che non imbrogliano. Oltre a ciò, vincere in modo pulito cambia la storia degli Astros rendendo ciò che hanno fatto nel 2017 ancora più triste, esattamente allo stesso modo in cui è stato triste l'uso di sostanze dopanti da parte di Barry Bonds e Alex Rodriguez. Non era necessario. Non ne avevano bisogno.

 

Aggiungiamo pure che gli Astros sono una squadra attualmente più forte del 2017 quando avevano sul monte ancora super star come Justin Verlander, Dallas Keuchel e Charlie Morton. Ora hanno il 24enne rookie Luis Garcia che ha lanciato stupendamente in Gara 6 e Frambler Valdez che ha chiuso le porte ai Red Sox in Gara 5. 

 

Lo schieramento difensivo degli interni è solido, compatto ed esperto con Yuli Gurriel, Jose Altuve, Carlos Correa e Alex Bregman tutti reduci dalla squadra del 2017. Questo gruppo, insieme al ricevitore Martin Maldonado, formano il cuore della squadra ma non possono fare tutto da soli. Sono arrivati Michael Brantley, Kyle Tucker, Chas McCormick e Jake Myers a difendere il campo esterno ai quali si è aggiunto il potente Yordan Alvarez. 

 

A fungere da ponte per arrivare al closer Ryan Pressley, a luglio gli Astros si sono assicurati Kendall Graveman, ex closer dei Mariners, e Phil Maton dagli Indians per il quale hanno dovuto cedere il forte esterno centro Myles Straw.

 

Quando l’allora manager AJ Hinch fu licenziato all'inizio del 2020, gli Astros avevano bisogno di stabilità e Dusty Baker era l’uomo giusto al posto giusto. Baker ha assunto il controllo della squadra e ha dovuto lavorare molto, in particolare sull’aspetto psicologico dei giocatori dopo quanto successo nel 2017. Baker ha 72 anni, non partecipa alle World Series dal 2002 quando era allenatore dei San Francisco Giants, cioè quattro squadre fa. In tutto il mondo del baseball, Baker è amato e stimato e anche coloro che per principio si rifiutano di apprezzare ciò che fanno gli Astros, hanno difficoltà a non tifare per Baker.

 

Frankie Russo

 

 Braves Astros  La prima martedì notte alle 02.09 ora italiana

 

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