
di Frankie Russo tratto da ESPN e Totallytigers
A.J. Hinch è attualmente fuori dal mondo del baseball, ma in un’intervista rilasciata a Tom Verducci ha voluto dire la sua al riguardo del "sign stealing". E’ la prima volta che Hinch parla in pubblico dopo le sue prime dichiarazioni sostenendo come i fatti abbiano dimostrato che egli non partecipò ufficialmente all’imbroglio, ma si scusò per non essere intervenuto per mettere fine a ciò che stava succedendo. Voci ufficiose sono che il sistema dell’imbroglio, denominato “Codebreaker”, era stato istituito addirittura dal settore dirigenziale, ma per il momento le indagini della MLB dicono che lo schema fu diretto ed eseguito dai giocatori.
L’intervista, avvenuta nell’abitazione di Hinch, è stata definita da Verducci come svolta in un’atmosfera di ansietà, d’altronde comprensibile. Hinch ha solo 45 anni, è 17° nella lista dei manager più vincenti (558) con almeno 1000 gare nel bagaglio. Se vorrà confermare la sua reputazione prima che scada la sua sospensione a fine 2020, molti punti interrogativi dovranno essere risolti. L’intervista è stata il primo passo in tale direzione anche se è necessario evidenziare come a volte Hinch sia stato diplomatico nelle risposte poiché sono ancora in corso le indagini.
D: E’ a rischio il titolo degli Astros del 2017 ?
E’ una domanda interessante ma credo che ognuno debba trarre le proprie conclusioni. Spero che il tempo, il talento di questa squadra, dei giocatori e il prosieguo delle loro carriere possano testimoniare che non sarebbe stato il caso. Ma capisco la domanda.
Ciò che Hinch vuole segnalare è che giocatori del calibro di Bregman, Altuve, Springer e Correa hanno performato talmente bene prima e dopo lo scandalo che non dovrebbe precludere quanto guadagnato sul campo. Anche se questo aspetto non è mai stato messo in dubbio, se l’opinione pubblica ritiene che il titolo sia stato vinto con l’inganno, questo è fuori il controllo sia di Hinch, di Luhnow o di chicchessia. Gli Astros potranno anche vincere le prossime 3 World Series, ma su quelle del 2017 rimarrà sempre una macchia. E’ un peso che tutte le persone coinvolte dovranno portare sulle loro spalle nel futuro.

D: Quanto vantaggio hanno potuto trarre gli Astros da questo schema?
Non riesco a quantificare quali vantaggi o cosa sia successo o cosa sarebbe successo se non ci fosse stato. Una cosa è certa, abbiamo fatto tutto da soli.
Il coro anti Astros che si è alzato all’unanimità negli ultimi mesi è composto da una sola parola: Imbroglioni.
Il tutto è frutto di una logica inconfondibile: Se sai il lancio che sta arrivando, è un grosso vantaggio. Se non avesse funzionato non sarebbe durato così a lungo. Quanto tutto questo abbia aiutato è impossibile da sapere. A volte si, a volte no. Per alcuni giocatori ha funzionato molto, per altri meno. Alcuni avversari sono stati danneggiati più di altri. Ma in effetti è impossibile conoscere i veri effetti che abbia avuto il sistema.
Tuttavia, nel rapporto del commissario Rob Manfred è riportato: “Ad un certo punto nel corso della stagione 2018, gli Astros non hanno fatto più uso del replay per catturare i segnali dell’avversario poiché i giocatori hanno dichiarato che non era poi così vantaggioso”. Ciò che è inconfutabile è che la squadra era talmente talentuosa che molto probabilmente non avrebbe avuto nemmeno bisogno del sistema per vincere e che alla fine è stato più dannoso che utile.
D: Cosa pensi di Mike Fiers che ha reso pubblico lo scandalo che ha poi portato alla tua sospensione e licenziamento?
Non ho avuto tempo di concentrarmi sull’aspetto emozionale della faccenda e sulla reazione di Mike. Penso però, che forse sarebbe stato preferibile che lo dicesse direttamente a me al tempo in cui succedeva. Magari mi avrebbe aiutato a prendere delle decisioni migliori. Ci sarà sempre chi la penserà in modo diverso, ma non ho avuto modo di parlare con Mike da quando è scoppiato lo scandalo.
Questa risposta di Hinch è il vero punto focale dell’intervista. Uno degli aspetti su cui più si è dibattuto in questi mesi è stato il ruolo di Fiers nel rompere il codice del silenzio che regna nel mondo del baseball e nel non informare i suoi ex compagni. Per Hinch sarebbe stato facile rispondere semplicemente: “Lo spogliatoio è un luogo sacro, ciò che lì nasce, lì muore”. Invece Hinch ha voluto prendersi la sua quota di responsabilità. Quanta sincerità nella risposta è difficile a dirsi, potrebbe anche essere interpretata come un modo di muovere i primi passi verso il suo rientro tra un anno. Ma è altrettanto difficile comprendere come, per ben due volte, egli abbia potuto distruggere il monitor in uso dallo schema e mai convocare una riunione con i giocatori per discutere su quanto stava succedendo.
Tra le righe Hinch ha fatto intendere che nel 2017 il suo ruolo non era così determinante come poi divenne nel 2019, e questo sarà un altro elemento che potrebbe tornare in gioco nel determinare la sua carriera futura.

D: Hai intenzione di tornare a fare il manager? Credi ti sarà offerta una opportunità?
Si che lo voglio, ma non dipende da me, dipende da chi crede che io sia la persona giusta. Amo allenare, amo i miei giocatori, amo la competizione. Ciò che ho imparato in questi anni è l’importanza della relazione tra manager e giocatore, tra manager e coach e dirigenza. E’ stato un onore sapere di essere al centro della ruota che fa girare tutta l’organizzazione, è una grossa responsabilità e ne vado fiero. Non vado fiero di come sono andate le cose nel 2017 ma non farò che ciò possa deteriorare la mia volontà e desiderio di tornare ad allenare, ciò che veramente amo fare.
I meriti di Hinch come manager nelle majors sono indiscutibili. Ha vinto due campionati e una World Series (ndt Ved BOTR 21/10/19). E’ stato visto spesso come prototipo di manager per il 21° secolo grazie alle sue capacità di interloquire con i media, con i giocatori e saper interpretare le analitiche.
Nel 2019 gli Astros sono stati la prima squadra nella storia a non aver concesso una base intenzionale nella regular season, e questa la dice lunga sulle sue abilità. La domanda da porsi è se il valore che porta con sé, sia sul campo che nello spogliatoio sarà sufficiente a superare le inevitabili critiche che lo seguiranno.
Il fatto che Hinch non abbia pianificato, eseguito o perdonato il comportamento dei suoi giocatori sono tutti punti a suo favore. Tuttavia, nonostante tutta la sua enfasi sulla leadership, Hinch non l’ha utilizzata quando era più necessario. Il suo primo incarico potrebbe essere come bench coach o un posto nella dirigenza, ma la sua reputazione non dovrebbe essere macchiata per sempre.
D: E’ stato molto discusso negli uffici della MLB e stabilito che il fatto non esiste. Ma ci puoi assicurare che non sono stati usati cicalini nel 2019?
Siamo stati indagati per tre mesi e la MLB ha fatto tutto il possibile per venirne a capo come è facile immaginare.
Questa è la risposta di Hinch e sui social è stato inteso come un “non voler ammettere”. L’ultima parola è che il fatto è stato sottoposto ad accurate indagini e non si sono trovate prove. Quindi dobbiamo attenerci al verdetto di chi ha condotto le indagini.
Fin qui l’intervista a A.J. Hinch in cui egli dimostra umiltà e si prende la sua parte di responsabilità. Ha anche detto che avrebbe voluto ma non ha potuto. E’ forse perché quando i capi dispongono i sottoposti devono ubbidire? Infatti leggiamo anche che non è stato uno schema creato dai giocatori, e questo lo ha appurato pure la MLB. Il sistema è stato creato dalla dirigenza significando che ancora una volta l’organizzazione ha mentito rendendo lo scandalo ancora più grave.
Si sono alzate voci autorevoli come quella di Hank Aaron, detentore per oltre 30 anni del record di HR battuti, che vorrebbe vedere squalificati a vita tutti i giocatori coinvolti. I Dodgers certamente non vorranno impossessarsi di un titolo non conquistato sul campo, ma la MLB dovrebbe seriamente pensare a togliere il titolo agli Astros. Però, con nessun vincitore sarebbe una sconfitta per tutti.
Tutti gli appassionati del baseball vorrebbero mettere alle spalle questo increscioso episodio, ma lo scandalo continua a crescere giorno dopo giorno.
E non sappiamo ancora cosa succederà con i Boston Red Sox. Sono essi meno responsabili? Non è ancora dato sapere. Per quanto concerne la MLB le indagini sugli Astros sono terminate, ma gli appassionati non possono dimenticare.
Le squadre vincenti sono modelli di successo. Quando una squadra vince, tutte le altre vogliono imitarla e carpire il vero segreto del loro successo. E chi più degli Astros è stata la squadra di maggiore successo nell’ultima decade? E’ stata forse una perfetta riorganizzazione della dirigenza? O forse il modo di effettuare le giuste selezioni? O essere all’avanguardia nelle sabermetriche? Poi scoppia lo scandalo e ti cadono le braccia. E’ come vedere una frutta tanta bella da fuori ma marcia al suo interno.
Non c’è nulla da salvare in questo scandalo. Si deciderà di togliere il titolo agli Astros? E se i sospetti si trasformeranno in realtà anche in Boston, allora che sia tolto il titolo anche a loro. E’ ora.
Quando è troppo…è troppo!
Frankie Russo
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