
1^ parte
Nel mese di aprile 2015, con un numero speciale ed un’accattivante copertina dai mille personaggi, la rivista di fumetti “Linus”, e molto altro di più, è andata a festeggiare i suoi primi cinquanta anni. Fondata e realizzata nello spirito da Giovanni Gandini nel 1965, la rivista accompagnò di pari passo, con la filosofia distaccata virtualmente dalla realtà, le richieste e le vicissitudini di quell’onda lunga liquidata ora superficialmente con un compassato acronimo: “il sessantotto”. In verità i suoi personaggi, che dalle pagine aprivano sempre orizzonti diversi e variegati ma ancor più ad evidenziare la libertà di pensiero che continuamente li privilegiava, hanno fatto sognare e meditare più di qualche lettore. Tra i vari fumi di china, per dare un tocco di classe, basterà citare la mitica “Valentina” di Guido Crepax ed il sempre imitato nell’anima “Corto Maltese” di Ugo Pratt, oltre ai raffinati scritti di autorevoli giornalisti e scrittori tra cui Michele Serra, Stefano Benni ed Alessandro Baricco.
E tutto questo mondo, racchiuso sotto l’intramontabile coperta di Linus dove il fumetto si trasformava in sofisticata arte nel rappresentare la realtà attraverso la fantasia, divenne allora come ora un sereno, forte ed educativo compagno di viaggio nella crescita e nelle scelte.

Ma gli unici inimitabili in senso assoluto e mai passati e sempre attuali sono i personaggi del vivere moderno che sono stati rappresentati sino al 2000 in quell’inossidabile scatola dei “Peanuts”, ovvero tutte le perplessità ed oltre che incidono il nostro passare degli anni, a partire da Sigmund Freud, o meglio ancora la nostra lunga partita di baseball nella vita.
E certamente il baseball ha avuto in Charles Monroe Schulz il grande divulgatore ed il grande inquisitore avendo saputo chiosare in appena una striscia quegli aspetti caratteriali che solo attraverso le affermazioni o le domande dei bambini si riescono ad individuare. E da esse schiudere poi le certezze e le porte del Paradiso.
Personalmente a chi scrive sopra tutte è cara quella striscia che sintetizza magistralmente verità e pensieri, ovvero quando l’eterno perdente Charlie Brown, a capo chino, si domanda: “… ma non riesco a capire. Come mai perdiamo sempre quando siamo cosi leali ? “.
Dunque attraverso le matite di Schulz e le sue storie, iniziate in sordina nel 1947 come “Li’l Folks” (personcine) e divenuti quotidiani “Peanuts” (noccioline o anche cose insignificanti) dal 2 ottobre 1950 al 13 febbraio 2000, il baseball ha rappresentato quello che realmente è: il carismatico collante di una società multietnica e sempre tesa al prossimo divenire poiché solo all’ultimo out del nono inning la gara ha termine.

E la rivista “Linus”, proponendo proprio i personaggi ed il mondo di Schulz, dal 1965, a sua insaputa forse, è stata in Italia il veicolo più concreto nella divulgazione del baseball ed alla sua conoscenza tra i giovani.
Ne sono tangibile testimonianza i vari loghi usati dalle società italiani di baseball e softball tra cui la prima fu il Baseball Club Novara che, con una lettera datata 13 febbraio 1968 e firmata dell’highlander Beppe Guilizzoni, chiedeva rispettosamente all’allora direttore Giovanni Gandini di poter sfruttare le immagini dei Peanuts quale logo per le tessere dei giocatori.

Agli atti risulta però che il Beppe nazionale dimenticò una fondamentale “i” nel “consegnamo ai nostri giocatori” (meglio sarebbe stato: “consegniamo ai nostri giocatori”).
Inoltre la Milano Libri, sfruttando il successo della rivista, andava a pubblicare nel 1967 il cartoon-libro “La squadra di Charlie Brown” con l’interessante inserto di ben quattro pagine “Come si gioca a Baseball” completo di illustrazioni e glossario.

Ancora, per quanto riguarda il baseball, la Milano Libri, sull’esempio degli album curati dalla United Feature Syndicate Inc., licenziava per i tipi della Rizzoli nella collana BUR “Un Grande Campionato” (1976), “Baseball che passione” (1981) e per la Baldini Castoldi Dalai “Coraggio, Charlie Brown!” che raggiunse nel 2004 la settima ristampa.
Va dato merito poi ad Oreste del Buono, skipper della rivista dal 1972, poi a Fulvia Serra dal 1981, poi ancora a Oreste del Buono dal 1995 al 1997 sino all’attuale Stefania Rumor di aver sempre migliorato la qualità di questo piacevole contenitore della cultura giovanile italiana lasciando però inalterato lo spirito che l’ha sempre animata.

Da annotare poi che su “Linus” arrivarono in Italia anche le strisce di “Braccio di Ferro”, o meglio “Popeye the Sailor”, irresistibile personaggio inventato nel 1929 da Elzie Crisler Segar.
Da godere allora l’album “Baseball Nuts” che la Western Publishing Co. pubblicò nel 1982, ovvero un singolo dove Segar con le sue trovate comiche fa giocare una estenuante partita di baseball tra Popeye e l’eterno antagonista Brutus.
Articolo pubblicato su Baseball On The Road il 5 Giugno 2015
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