
Traduzione dall'articolo su Baseball Training Secret dal titolo: Imperfect Practice Makes Perfect
L’allenamento perfetto non è perfetto a meno che non sia imperfetto. Non è uno scherzo. Allenarsi in una situazione perfetta nello sport non è ottimale per il semplice motivo che situazioni perfette non esistono. Competizione è SEMPRE uno stato reattivo, nulla è possibile prevedere. Un atleta che costruisce il suo condizionamento in un ambiente incontaminato sta sbagliando tutto. I “marines” si allenano forse in ambienti ottimali? E i piloti da combattimento? Mandereste un insegnante inesperto, alle prime armi, in una classe di 20 ragazzi scatenati? Sembrano domande senza senso, ma servono per rendere l’idea.
Un atleta deve essere in grado di prendere decisioni in frazioni di secondo. Il possesso di self-control è fondamentale per un atleta ad un certo livello. I più bravi sono in grado di anticipare l’azione e reagire di conseguenza. Ci sono atleti che posseggono questa naturale abilità, ma potrebbero migliorare allenandosi in questo tipo di situazioni. Allenarsi in condizioni imperfette ha un maggiore impatto sugli atleti meno dotati. Il vecchio detto recita che “L’esperienza è il migliore dei maestri”, quindi, più l’atleta si abitua a queste situazioni, più bravo diventerà.
Ci si potrà porre la domanda: Come si fa ad inserire le imperfezioni nel modo in cui uno si sta già allenando? Esistono tanti modi. Non conoscere il tipo di esercizio che si farà dopo, cambiare più spesso gli esercizi, chiudere gli occhi per migliorare la reazione, cambiare le solite abitudini.
Questi sono solo alcuni dei tanti modi per creare un allenamento imperfetto da inserire nella solita routine. Bisogna essere atleti, non sollevatori di pesi o uno di quelli che vuole battere solo i “suoi” lanci.
Frankie Russo
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