La nascita delle statistiche

Foto tratta da MLB.com 

di Andrea Salvarezza

La NAPBBP introdusse una nuova regola per il campionato nazionale, nonché un concreto e tangibile “titolo” di Campione degli Stati Uniti rappresentato da un vessillo (pennant) che andava alla squadra vincitrice: tutte le squadre si sarebbero affrontate in una serie al meglio di tre partite su cinque e al termine degli incontri il titolo sarebbe andato alla squadra che avesse vinto più partite (o, in caso di parità negli incontri vinti, a quella con la miglior percentuale di vittorie).  Tuttavia non era previsto un calendario ufficiale, stilato o comunque approvato dall’Associazione,   e le squadre si organizzavano spontaneamente: pertanto regnava una discreta confusione, poiché alcune squadre non giocavano contro tutte le altre, soprattutto per via dei costi eccessivi causati dai trasferimenti. 

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O tempora, o mores

Foto tratta da MLB.com 

di Michele Dodde

“O tempora, o mores” declamò Cicerone nella sua accorata invettiva contro Catilina nel novembre del 63 a.c. stigmatizzando in modo mirabile la sintesi degli usi e costumi dell’antica Roma. Questa espressione da allora è diventata una ironica o sarcastica critica alle abitudini ed alle tradizioni e pertanto non possono sfuggire a questo detto anche le innovazioni e le ricerche emanate in ambito della Major League Baseball per migliorare sempre più il gioco del baseball anche con effetti collaterali. Ma è anche vero che qualsiasi atto della Major League Baseball è contemplativo di accurate scelte che scaturiscono da capillari attività di mercato dettate da un ricercato businees che possa incrementare sempre più gli investimenti dei proprietari delle diverse squadre.

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Marco Mazzieri scende in campo per la Presidenza FIBS

Foto tratta da MLB.com 

di Paolo Castagnini

La notizia girava da tempo tra gli addetti ai lavori ed  è una notizia pesante: Marco Mazzieri ex grande giocatore ed ex ottimo coach della Nazionale Italiana, appena tornato dall'avventura giapponese con la squadra Europea al Global Baseball Games, annuncia la sua candidatura a Presidente Federale per il prossimo quadriennio. Marco è persona seria e capace e a lui va un grande in bocca al lupo da parte mia e della redazione di Baseball On The Road. Chi vuole tenersi aggiornato può seguire il sito internet ufficiale www.contopieno2024.it/ oppure la pagina Facebook  "CONTO PIENO 2024"

Ecco la sua candidatura e il video:

 

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Il baseball praticato dalle donne - 1^ parte

Nella foto la locandina del film "The Bad News Bears” (Che botte se incontri gli Orsi) con Tatum O’Neal e Walter Matthau
Nella foto la locandina del film "The Bad News Bears” (Che botte se incontri gli Orsi) con Tatum O’Neal e Walter Matthau

Foto tratta da MLB.com 

di Michele Dodde

Oggi 8 Marzo dedichiamo questa prima puntata sul baseball praticato dalle donne. 

Quando in Italia nel 1976 apparve nelle sale cinematografiche il film “The Bad News Bears” ("Che botte se incontri gli Orsi"), la sapiente regia di Michael Ritchie, coadiuvato in sceneggiatura da Bill Lancaster, lasciava immagine dopo immagine il volitivo significato di quanto fosse importante osare comunque. Gli spettatori però, e tra questi anche i neofiti amanti del baseball, si chiesero perché il trasognato semialcolizzato manager degli evanescenti Orsi, Morris Buttermaker, impersonato sullo schermo da un gigionesco Walter Matthau al meglio delle sue interpretazioni, stesse cercando di convincere sua figlia Amanda, interpretata da una giovanissima e bravissima Tatum O’Neal, a proporsi come lanciatore in una squadra tutta maschile. La fine del film, che veniva classificato come una benevola fiaba, allo sfumato spettatore lasciava qualche dubbio: poteva una ragazza giocare in una squadra maschile di baseball? E poi con successo ricoprire il ruolo più importante della squadra, il lanciatore, che determina con i suoi lanci l’ottimale capacità difensiva della squadra? Una favola dunque o una vincente trovata dello sceneggiatore. In effetti invece quella possibilità era ed è permessa dai regolamenti dell’attività agonistica della Little League.

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Scelta sociale o business? -#14

 

di Michele Dodde

Il baseball nella città di Kansas City ha una storia tutta particolare tanto da far iniziare il testo con la desueta frase: “C’era una volta…” Si, perché la città del Missouri tra le contee di Jackson, Clay, Platte e Cass fu dapprima sede dei “Kansas City Monarchs”, la franchigia più longeva nella storia della Negro National Baseball, particolare Lega che, sbertucciando gli integralisti razzisti che volevano il gioco monopolio solo dei bianchi, già a partire dal 1885 con la franchigia afroamericana “Cuban Giants” si era fatta conoscere ed apprezzare nell’organizzazione di diversi campionati che poi, dopo il celebre avvento di Jackie Robinson nel 1947, incominciarono a sfumare sino ad esaurirsi nel 1958.

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Imparare a riconoscere i lanci

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

tratto da youthbaseballedge.com

Imparare a riconoscere i lanci aiuterà il battitore a individuare più velocemente il tipo di lancio che sta arrivando indipendentemente se il lancio è strike o ball o se gli viene addosso. In questo modo diventerà più disciplinato sventolando più spesso a lanci strike. E aiuta anche quei battitori che hanno paura di essere colpiti facendo si che abbiano più tempo per spostarsi. Per l’insegnamento è preferibile iniziare dalla distanza regolamentare usando delle palle morbide, come le palle da tennis. La distanza regolamentare aiuta il giovane ad avere più tempo per riconoscere i lanci. Usando le palle morbide aiuteremo il giovane a non temere di essere colpito. 

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Nascono i Boston Red Stockings (Sox)

Foto tratta da MLB.com 

di Andrea Salvarezza

Il grande successo sportivo dei Cincinnati Red Stockings del 1869, amplificato dalla sempre crescente attenzione riservata al baseball sulle pagine dei giornali, portò presto le altre squadre a seguirne le orme; la squadra di Cincinnati invece finì per dissolversi quasi subito, quando l’anno seguente la dirigenza annunciò di non essere più in grado di pagare i giocatori: forse fu solo un bluff, una mossa strategica per cercare di abbassare i salari, ma comunque non ebbe il successo sperato e vide i suoi migliori elementi migrare verso altre squadre in grado di pagarli (Harry Wright andò  a Boston portando con sé il fratello George, Charlie Gould e Calvin Mc Vey: partendo da questo blocco di fedelissimi, Wright impiegò tutta la sua abilità come manager e scopritore di talenti per costruire una squadra sensazionale, che aveva in Spalding un lanciatore ineguagliabile e che fu capace con il nome di Red Stockings – anch’esso “predato” a Cincinnati – di vincere 4 titoli nazionali di fila per Boston, sfiorandone un quinto.

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Come indossare il guanto

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

Tratto da youthbaseballedge.com

Siamo sicuri che i nostri ragazzi usino il guanto nel modo corretto?  O pensiamo che infilare semplicemente la mano nel guanto sia il modo migliore? E non c’entra nulla nemmeno se il dito indice sia posizionato dentro o fuori il guanto.  Infilare la mano nel guanto non è come infilare il piede in una scarpa! Se guardiamo attentamente i giocatori professionisti, e come meglio si vede dalle foto, non si limitano a un semplice gesto, ma tengono il palmo della mano fuori. Le foto si riferiscono ai vincitori di Gold Glove. E questa tecnica è usata anche dai ricevitori per tre motivi principali:

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Scelta sociale o business? -#13

 

di Michele Dodde

Nel 1769 quando alcuni frati francescani nel portare avanti la loro missione nel nuovo mondo fondarono nella California meridionale, appena a nord del confine con il Messico, la città di San Diego in onore del religioso spagnolo proclamato santo da papa Sisto V nel 1588, mai avrebbero pensato che anche loro in un modo fortemente laico sarebbero stati ricordati oltre al nome anche nel primo logo di una squadra di baseball che dalle Minor League (Pacific Coast League), dove era presente dal 1936 e di cui si ricorderanno le eccellenti prestazioni del giovanissimo concittadino Ted Williams che la porterà a vincere quel campionato minore nel 1937, nel 1969 salirà agli onori del grande palcoscenico della Major League a seguito di intuitive manipolazioni economiche dei massimi dirigenti del baseball statunitense. La squadra infatti mantenne il nome di “San Diego Padres” ed il logo, che ne caratterizzava la presenza, fu realizzato raffigurante un monaco con svolazzante saio marrone che brandisce una mazza da baseball bianca all’interno di un cerchio giallo. 

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La prima squadra professionista:  I Cincinnati Red Stockings

Foto tratta da MLB.com 

di Andrea Salvarezza

Le insistenti richieste di riforma, sollevate da più parti per porre rimedio all’intricata situazione che si era venuta a creare nella seconda metà degli anni sessanta, continuavano però a cadere nel vuoto a causa degli scarsi poteri dell’Associazione: regole e provvedimenti adottati di volta in volta non erano sufficienti, poiché la questione era di carattere più generale e riguardava la necessità di prendere posizione di fronte al più ampio problema dell’avanzata del professionismo. 

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La trappola

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

Tratto da youthbaseballedge.com

LA TRAPPOLA – SEGUIRE ALCUNE SEMPLICI REGOLE

Ecco un gioco che spesso si trascura sia a livello giovanile che senior. La trappola dovrebbe essere allenata sia in primavera prima del campionato che richiamata anche durante il campionato.

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Statistiche lanciatori: quali utilizzare

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

L’articolo di oggi è stato preceduto dai due rispettivamente del 10 e 24 gennaio di quest’anno quando abbiamo accennato come il baseball è cambiato statisticamente negli ultimi 10 anni e come le tradizionali statistiche, ormai obsolete, hanno fatto spazio a un quadro molto più accurato e dettagliato.  Tutti gli addetti ai lavori nel mondo, del baseball che conta, ormai si affidano alla nuova Sabermetrica. E anche i tifosi desiderosi di conoscere il baseball nelle sue sfaccettature e meglio comprendere il motivo di alcune scelte e delle varie strategie, dovrebbero interessarsi alle innovazioni. E’ fondamentale essere aggiornati e consapevoli dei nuovi standard, di come analizzare una gara e i suoi protagonisti. Caso contrario non comprenderemo veramente cosa sta succedendo in campo, del perché alcuni giocatori sono considerati migliori di altri o del perché uno è preferito all’altro.

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Scelta sociale o business? -#12

 

di Michele Dodde

Nel 1957, dopo la scelta sociale e fortemente economica da parte dei Giants e dei Dodgers, i primi a trasferirsi in quel di San Francisco ed i secondi nell’accogliente Los Angeles, la National League amaramente dovette prendere atto che nella Grande Mela si era evidenziata la considerevole assenza di una sua affiliata franchigia mentre padroneggiavano il tutto solo gli Yankees nella lista dell’American League. Ora è notorio il grande “senso di stima” che corre tra le due leghe del grande baseball professionistico statunitense tanto che già dall’inizio della loro costituzione si sono differenziate sia per una diversa filosofia di intenti ed oculati interessi di scelte sociali nella ricerca di appropriati siti di espansione e sia anche per una diversa interpretazione del regolamento del gioco. Ne è piacevole testimone la pubblicazione ufficiale della Major League “Make The Right Call” nelle cui pagine sono riportate le sfumature ermeneutiche delle note dieci sezioni della normativa.

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Il messaggio di Jannik Sinner

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

Quando un genitore pensa di avere il campione in casa e lo assilla, Sinner ci fa capire che non funziona così.

JANNIK SINNER E IL MESSAGGIO PER NOI GENITORI: PAROLE D’ORO

Assistere ad un match di tennis come quello andato in onda domenica scorsa e di cui tutti stiamo parlando a distanza di giorni è un ‘esperienza sempre più rara, in ambito sportivo. Il pubblico è educato e ha un enorme rispetto dello sforzo atletico e del bisogno di concentrazione degli atleti. C’è tensione ma c’è anche molta compostezza. La gara è bellissima e avvincente. Per arrivare fino a lì, Jannik Sinner ha certamente lavorato duro e ha creduto molto in se stesso. Domenica, nel discorso fatto durante la premiazione, ha ringraziato i suoi genitori che gli hanno lasciato la libertà di diventare chi davvero desiderava essere.

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Il primo scandalo scommesse nella storia del baseball

Foto tratta da MLB.com 

di Andrea Salvarezza

Fu in questo momento che si verificò una frammentazione nel mondo del baseball organizzato, un’insanabile separazione in tre classi distinte che si mantiene tutt’ora: directors (dirigenti dei club, che presto ne sarebbero diventati proprietari), managers (inizialmente chiamati captains, provenienti dalle file dei giocatori e assunti al servizio dei proprietari) e player-workers (i ballplayers, i veri protagonisti del  baseball giocato). Un altro momento degenerativo fu legato al diffondersi delle scommesse e della loro logica, naturale conseguenza: le partite truccate

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Che cos'è la Sabermetrica

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

In un recente articolo del 10 gennaio, ho trattato l’argomento inerente al miglior utilizzo delle statistiche di battuta e a quali di esse prestare maggiore attenzione per meglio elaborare il valore di un giocatore e trovare la sua più consona posizione nel lineup. Prima di affrontare un articolo simile che riguarda i lanciatori, è il caso di soffermarci su cosa è realmente la Sabermetrica e lo farò con la collaborazione di un articolo di David Bernasconi

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La vitalità di Baumgartner

 

di Michele Dodde

Devo confessare che non avevo mai letto alcun libro di Paul Auster, autore di preziosi libri inerenti un’algida attualità che lo hanno proiettato con pieno merito verso aristocratici riconoscimenti in ambito della letteratura internazionale ma ora questa sua ultima opera: “Baumgartner” me lo ha reso interessante autore da condividere e con il quale dialogare nel muto silenzio delle sue pagine scritte. Ovviamente si tace poco sulla validità delle traduzioni ed è allora opportuno delineare quanto sia stata fedele interprete dello scritto e del pensiero la traduzione di Cristiana Mennella, tale da rendere compiutamente scorrevoli le sensazioni che il professore di filosofia Seymour Baumgartner getta a piene mani sull’onda dei ricordi al fine di ritrovare sè stesso. 

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Gomito su o gomito giù?

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

tratto da youthbaseballedge.com

 

Tira su il gomito! Quante volte l’abbiamo sentito gridare? Spesso  si sente dire perché qualcuno non sa cosa dire e lo usa come incoraggiamento. E qualche volta lo dice anche il coach pensando che possa aiutare a battere meglio. Quindi, gomito su o gomito giù? Effettivamente tenere il gomito alto è cosa buona, ma solo nella fase di caricamento e del passo prima dello swing. Sfortunatamente, troppo spesso questa tecnica viene suggerita nel momento sbagliato. Nel 99,99% delle volte, ai ragazzi si dice di tenere il gomito alto durante la fase di attesa, tecnica che non porta alcun beneficio. La posizione di attesa del battitore è prettamente individuale. E’ sufficiente osservare le immagini per constatare che i più forti battitori delle majors hanno il gomito basso durante la fase di attesa. Ognuno dei giocatori ha una propria posizione di attesa, ma il gomito è sempre giù. 

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Scelta sociale o business? -#11

 

di Michele Dodde

Nel 1961, dopo un’attenta ed accurata scelta del sito per via di un investimento economico che fosse in futuro ampiamente valorizzato, ad Anaheim. una città poco distante da Los Angeles, nella California del Sud e dove si trova il Disneyland Resort, il grande parco a tema Disney con giostre, ristoranti, alberghi e negozi su misura per le famiglie, l’artista Gene Autry diede vita ad una nuova franchigia di baseball ed in ricordo di una squadra della Pacific Coast League della Minor League in atto dal 1903 al 1957 le diede il nome di “Los Angeles Angels”.

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Statistiche: come utilizzarle in modo corretto

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

tratto da totallytigers.com

Il baseball cambia in continuazione ed i grossi cambiamenti si verificano approssimativamente ogni 10 anni. Cambiamenti per come si gioca, per come vengono valutate le vittorie e per come vengono valutati e valorizzati i giocatori. Cambiamenti per come i General Manager costruiscono il roster e per come i manager gestiscono la gara. Ed anche i tifosi si devono adeguare se vogliono comprendere a pieno le strategie che avvengono in campo. Non c’è nulla di peggio che guardare una partita al giorno d'oggi utilizzando le statistiche con cui siamo cresciuti e romperci la testa per capire perché è stato effettuato un determinato cambio o applicata una determinata strategia.

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Il fragoroso ingresso del denaro nel baseball

Foto tratta da MLB.com 

di Andrea Salvarezza

In un modo che potrebbe sembrare paradossale, fu proprio il grande successo della NABBP a decretarne il rapido rovescio: una volta propagatosi con convinzione alle masse, il baseball aveva imboccato la via che lo avrebbe presto portato al professionismo. Se infatti «a game can remain amateur only as long as a privileged minority plays it as an aristocratic diversion» («un gioco può rimanere amateur solo se giocato da una minoranza privilegiata come svago aristocratico»), la  grandissima diffusione del baseball apportò profondi cambiamenti all’antico spirito del gioco, poiché estendendosi ad altri luoghi geografici, e soprattutto ad altre classi sociali, questo sfuggì alle forze “fraternalistiche” dei primi club.

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L'occhio dominante

Foto tratta da MLB.com 

Iniziamo questo 2024 con un articolo tecnico e anche un po' curioso. Come faccio a conoscere il mio occhio dominante? Buona lettura e un augurio ai nostri lettori di un Buon 2024 - Paolo Castagnini

di Frankie Russo

tratto da youthbaseballedge

Ma che diavolo è l’occhio dominante? Perché ce ne dobbiamo interessare e come si fa a sapere qual'è il nostro occhio dominante?

Conoscere l’occhio dominante è sapere quando si usa un occhio più dell’altro con il quale si ha una migliore visione o si riesce a focalizzare meglio un determinato oggetto. Conoscere l’occhio dominante è importante per tutte quelle attività che richiedono una maggiore concentrazione su un oggetto, proprio come una palla da baseball. 

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Il 2024 all’insegna di nuove regole fissate dalla MLB

Progetto del nuovo stadio degli Athletics di Las Vegas (da MLB.com) 

di Michele Dodde

La stagione agonistica in ambito della Major League Baseball inizierà nel 2024 assecondando le proprie gare con ulteriori modifiche ad alcune regole sempre nell’ottica di diminuire il tempo e migliorare il ritmo delle gare stesse. Infatti sono state accettate tutte le nuove misure che l’algido Comitato della Competizione composto da sei proprietari, quattro giocatori ed un umpire, ha emanato dopo aver preso atto dell’apparente grande successo ottenuto dai trascorsi radicali cambiamenti inerenti le regole. Si è partiti constatando che nel 2023 le partite di nove inning hanno avuto una media di 2 ore e 39 minuti, in calo di quasi 25 minuti rispetto al 2022 ed a quella sino ad ora considerata la più breve dal 1985, ovvero di 2 ore e 40 minuti. Dunque, per stigmatizzare ancora sul tempo alcune modifiche includeranno sia la diminuzione del “pitch clock” con i corridori in base e sia quella del numero di visite sul monte di lancio.

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Istanti di Baseball

Progetto del nuovo stadio degli Athletics di Las Vegas (da MLB.com) 

di Michele Dodde

Gli “Istanti di Baseball”  di Stefano Duranti Poccetti superando i canonici due secondi ora si sono sublimati in una ricercata seconda edizione densa di particolarità di un’amata poesia, che tocca le emozioni, e di puntualizzazioni che, dopo essere state lette, invitano ad una studiata e meditata dolcezza poiché in essa il lettore plasmerà il suo sapere verso una nuova conoscenza che sarà capace, attraverso il gioco, a sprigionare ulteriori dimensioni spirituali. Ed infatti sigilla il finale del suo saggio con la fascinosa ricerca di alcuni Haiku di grandi poeti giapponesi che nel baseball hanno individuato il pregio dell’esistenza con un segno particolare a quello intimo e struggente di Ismai Sei:

 

Camminare verso casa

 

col guantone sulla testa

 

al frinire delle cicale.

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Buon Natale da Baseball On The Road

Progetto del nuovo stadio degli Athletics di Las Vegas (da MLB.com) 

di Michele Dodde

Più volte, a chi glielo chiedeva, il nonno aveva cercato di spiegare in parole semplici e con esempi di natura quotidiana cosa fosse il gioco del baseball nella sua genialità ma in verità in cuor suo gli piaceva caldeggiare sempre il parafrasare un aforisma denso di contenuti: “Se il baseball fosse un pezzo di legno che il giocatore volesse intagliare a suo piacere per confezionare la personale mazza con cui battere le palline lanciate unitamente alle avversità e con ciò scoprirne sempre più la bellezza, allora sarebbe oltremodo opportuno che andasse a guardare anche e soprattutto i trucioli asportati e rimasti a terra, poiché è da loro che giungerebbe la giusta risposta”.  Ed in effetti è proprio così poiché ognuno di quei trucioli non sarebbero stati altro che i momenti topici, gli eventi di particolari scelte, i suoni, le meditazioni ed a volte la solitudine che hanno sempre accompagnano chi ha avuto la fortuna di praticare il gioco ma anche vissuto come appassionato.

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I Presidenti Federali - #4

Riccardo Fraccari  (Foto FIBS)
Riccardo Fraccari (Foto FIBS)

Riccardo Fraccari (Foto FIBS) 

di Franco Ludovisi

RICCARDO FRACCARI

 

Un altro amico da sempre.  Siamo a Tirrenia, il regno di Riccardo. Ci ha indicato – a noi del Cnt – un ristorante modesto, ma qualificato nella sostanza e poi ci ha raggiunto a tavola perchè, dice lui, fra tecnici ed arbitri, che lui guida, ci deve essere feeling. Dalle parole ai fatti, dal buon mangiare al bere si impostano i rapporti di collaborazione fra i due organismi. A tavola oltre a Riccardo ci sono ovviamente io che racconto e il Consiglio Direttivo del Cnt, quel consiglio formato da “spaccamaroni” come voleva il Presidente Federale Notari e il Presidente dell’Organo Bruno Linciano. Un altro amico in fondo.

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Scelta sociale o business? -#10

Progetto del nuovo stadio degli Athletics di Las Vegas (da MLB.com)
Progetto del nuovo stadio degli Athletics di Las Vegas (da MLB.com)

Progetto del nuovo stadio degli Athletics di Las Vegas (da MLB.com) 

di Michele Dodde

I rumors già evidenziati nel mese di maggio come annunciato ad inizio di queste note (cfr. nr. 1), scaturiti da un ormai obsoleto ed inagibile campo da gioco unitamente all’affluenza scarsa di un pubblico allontanatosi per via della involuta competitività della squadra, si sono concretizzati il 16 novembre 2023 divenendo una intrigante realtà per molti personaggi: gli azionisti degli “Athletics” di Oakland in quella data hanno sciolto qualsiasi riserva comunicando  ufficialmente che lasceranno Oakland, città fondata nel 1852 sulla costa est della baia di San Francisco e, per grandezza, l'ottava città della California, trasferendosi, a seguito di una unanime approvazione dei colletti bianchi della Major League Baseball, a Las Vegas, città inventata nel deserto del Mojave, ampliando positivamente con questa scelta le attrattive della città conosciuta nel mondo quale capitale del divertimento, dello shopping e del gioco d’azzardo. 

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Perché il baseball e non il cricket divenne National Pastime

 A.G. Spalding
A.G. Spalding

di Andrea Salvarezza

La guerra civile americana rappresenta allora uno snodo cruciale per il tentativo di capire come e perché fu proprio il baseball ad affermarsi non solo come “lo sport” principale d’America, ma ancor più significativamente come National Pastime tout court. Se con il termine pastime si intende «an activity that someone does regularly for enjoyment rather than work; a hobby», appare allora significativo sottolineare come il baseball non solo fu eletto come il preferito fra gli sport, ma assurse altresì al ruolo di svago americano per eccellenza, ossia l’attività più amata fra quelle  alternative al lavoro (e tuttavia non contrapposta ad esso). 

 

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I Presidenti Federali - #3

Nella foto Aldo Notari  e Gianna Angelopoulos ad Atene (Foto Marco Vasini IBAF)
Nella foto Aldo Notari e Gianna Angelopoulos ad Atene (Foto Marco Vasini IBAF)

Nella foto Aldo Notari e Gianna Angelopoulos ad Atene (Foto Marco Vasini IBAF) 

di Franco Ludovisi

ALDO NOTARI

Avvenne così che fu eletto al suo posto Aldo Notari (al posto di Bruno Beneck N.d.r). Al contrario di Beneck Aldo era un presidente che amavo. Avversari sul campo, io nelle squadre bolognesi e lui nel Parma, poi amico disinteressato, poi mio candidato alla Presidenza Federale quando si dovette affrontare la successione a Beneck, infine cortese interlocutore quando di volta in volta gli portavo a Parma i Presidenti delle Società per cui operavo perchè questi potessero conoscere ed essere conosciuti da lui. Come giocatore l’ho spesso battuto; penso che il bilancio sia a mio favore. Come amico vince sicuramente lui. 

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Statistiche contro sensazioni

 

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

tratto da detroitnews.com

Nel corso di queste Winter Meetings, a parte i due scambi boom che hanno visto Shōhei Ōtani passare dagli Angels ai Dodgers e Juan Soto dai Padres agli Yankees, altre importanti operazioni di mercato non si sono viste. L’argomento invece che è stato più discusso non riguarda i giocatori bensì il modo di gestire le gare da parte dei manager. Si è potuto notare, infatti, che negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Un ritorno al passato dove l’istinto sta lentamente tornando di moda nei dugout.  Una conferma si vede anche dalle ultime assunzioni di manager di quest’anno che tende più verso il veterano che verso i giovani: Bruce Bochy con Texas, Ron Washington con gli Angels, Stephen Vogt con i Guardians, Bob Melvin con i Giants e Mike Shildt con i Padres. E lo stesso dicasi per alcuni Bench Coach: Brad Ausmus con gli Yankees, Fredi Gonzalez con gli Orioles, Charlie Montoyo con i White Sox, De Marlo Hale con Cleveland sono solo alcuni esempi. 

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Jean Lin Guedehou, dal Benin con il sogno dell'Italia

da MLB.com 

di Paolo Castagnini

Venire contattato da un giovane giocatore di baseball dello stato del Benin non è cosa di tutti i giorni. Di solito richieste di questo tipo arrivano dall'america latina: Cuba, Venezuela, ecc. Questa volta è dal piccolo stato del centro Africa che arriva una richiesta di poter giocare e allenare in Italia. 13milioni di abitanti ex colonia francese, così come la lingua ufficiale parlata, tutto ti aspetti meno che trovare il baseball. Jean Lin è un grande appassionato e si allena instancabilmente in ogni attimo di tempo libero spesso anche da solo. In realtà come tutti i giocatori al mondo il suo sogno è la Major League, ma sa benissimo quanto è difficile da realizzarsi. Gli piacerebbe una borsa di studio per studiare negli Stati Uniti, ma anche poter venire in Italia fa parte dei suoi sogni. Alla mia risposta che è molto difficile avere un visto per l'Italia da giocatore con gli ingressi molto limitati, la sua replica è stata che lui è anche allenatore qualificato e potrebbe aiutare i giovani.

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I Presidenti Federali - #2

da MLB.com 

di Franco Ludovisi

BRUNO BENECK

Beneck è uomo da sempre nelle vicende del baseball italiano, fin dalla unificazione delle due federazioni esistenti negli anni quaranta. E’ uomo di sport, è uomo di fantasia. Ma è anche sicuramente un accentratore e un despota. Succedeva così che, durante riunioni che lui indiceva per saggiare le tendenze delle nostre Società e, a mio giudizio, per indirizzarle verso quanto lui voleva, durante gli interventi di chi dissentiva, intervenisse direttamente dal suo microfono a contestare, ribattere, precisare, influenzare insomma nel modo da lui voluto e, nel migliore dei casi, interrompere solo l’esposizione delle idee degli altri. Dovendo rappresentare la mia Società in una di queste assemblee e richiesto da lui di esprimere il mio punto di vista gli risposi che lo avrei fatto solo nel momento in cui lui avesse spento il suo microfono così da non interrompere la mia esposizione che preannunciavo contraria alle sue tesi.

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Come comunicano i giocatori

Foto tratta da MLB.com 

di Frankie Russo

tratto da Totallytigers

Il blog Totally Tigers oggi ci offre lo spunto per trattare alcuni aspetti del carattere delle persone: apparenza, comportamento e comunicazione, con particolare attenzione a quest’ultimo. Il principio base è che tutte e tre le caratteristiche di una persona dovrebbero coordinarsi in simbiosi e completarsi a vicenda in modo che una persona qualsiasi possa comprendere chi è in grado di raggiungere i propri obiettivi personali e professionali più facilmente. Il modo in cui un individuo pratica ciascuno di detti aspetti è molto significativo. Certo, ci saranno delle eccezioni, ad esempio una persona che è un eccellente comunicatore non è detto che abbia un comportamento professionale dei migliori. Oppure l'individuo che ha un bell'aspetto ed è raffinato nel suo comportamento potrebbe avere difficoltà ad esprimere i propri pensieri e le proprie esigenze a coloro che lo circondano.

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