La separazione nello swing: il segreto nascosto della potenza nel baseball - Ma è sempre così?

Il Commissario MLB Rob Manfred (Wikipedia)di Paolo Castagnini

Da sempre la mia passione per il baseball è soprattutto nella battuta. Fin dalla mia tesi al corso istruttori (anni 80 del secolo scorso) l'argomento che avevo sviluppato era sulla battuta, nonostante io fossi un lanciatore in tutta la mia carriera. In realtà in quei tempi molti erano i lanciatori che battevano bene e non usufruivano del battitore designato. Tutto per dire che il mio interesse da coach è stato per questo difficile gesto tecnico, come qualcuno definisce "il più difficile gesto tecnico di qualsiasi sport"

Sulla battuta si è detto e scritto molto, ma poi il difficile è seguire e modificare uno swing senza causare danni.

 

Per fortuna negli ultimi tempi ci è venuta incontro la tecnologia, da quella più sofisticata e professionale americana al semplice smartphone che tutti hanno in tasca.

 

Oggi vorrei parlare di "separazione" 

Nel mondo del baseball moderno, fatto di analisi biomeccaniche e dati di alta precisione, un concetto tecnico continua a emergere come chiave per generare potenza e consistenza al piatto: la separazione. Un termine apparentemente semplice, ma che racchiude uno degli aspetti più complessi e determinanti dello swing. 

Mike Trout (Wikipedia)
Mike Trout (Wikipedia)

Che cos’è la separazione

La separazione nello swing indica la differenza temporale e spaziale tra il movimento del bacino e quello delle spalle durante la fase di caricamento e rotazione. In pratica, mentre l’atleta inizia a ruotare i fianchi verso la palla, la parte superiore del corpo resta ancora leggermente “indietro”, accumulando energia elastica.

 

Questa torsione, simile a quella di una molla caricata, crea un effetto di catapulta che permette di trasferire più velocità dal corpo alla mazza. Non a caso, i battitori più potenti mostrano spesso una separazione marcata, trasformando ogni swing in un gesto esplosivo.

 

Perché è così importante?

  • Potenza: maggiore separazione significa più energia immagazzinata e quindi più forza trasmessa alla palla.
  • Controllo: trattenere le spalle permette di leggere meglio i lanci e ritardare la decisione, aumentando la possibilità di colpire con precisione.
  • Efficienza biomeccanica: invece di usare solo la forza delle braccia, il battitore sfrutta l’intera catena cinetica – gambe, tronco, busto, braccia – in una sequenza fluida.

 

Non è un caso che gli studi di biomeccanica abbiano dimostrato come i migliori battitori, da Babe Ruth a Mike Trout, abbiano in comune una grande capacità di separare bacino e busto.

 

L’allenamento della separazione

Sviluppare questo movimento non è semplice, soprattutto per i giovani giocatori, che spesso tendono a “girare tutto insieme” senza creare quella torsione necessaria. Gli allenatori suggeriscono esercizi specifici:

  • Drill con bastoni o elastici per sentire la rotazione indipendente del bacino.
  • Slow motion swing per interiorizzare il momento esatto in cui i fianchi anticipano le spalle.
  • Lavoro sulla mobilità di anche e busto, essenziale per permettere una separazione naturale.

 

Una questione di timing

La separazione non è solo forza e tecnica, ma anche tempo. Troppa torsione o un rilascio in ritardo possono compromettere lo swing. L’equilibrio perfetto sta nel trovare il punto in cui la potenza accumulata si trasforma in velocità della mazza senza perdere controllo.

 

In sintesi: la separazione è il cuore nascosto dello swing nel baseball. Un gesto invisibile agli occhi dei non esperti, ma determinante per ogni battitore che sogna di trasformare un semplice contatto in un home run.

 

Ma è sempre così?

Tutto questo però si scontra con la realtà di chi lavora con i giovani o con atleti di medio/basso livello dove uno dei più frequenti errori è l'apertura anticipata dei fianchi, quindi il problema contrario a quanto esposto sopra.

 

Ecco che  se lavoriamo con atleti non evoluti come ad esempio i giovani, il primo problema da affrontare è quest'ultimo.

Per correggere questo difetto meglio lavorare sulla fase di caricamento sia delle mani che dei fianchi, ponendo l'accento nel mostrare al lanciatore la tasca posteriore dei pantaloni. Eviteremo così di trovarci a fianchi già girati e mani ancora indietro.

 

Una corretta posizione nella fase di caricamento (che vale anche per i battitori evoluti) eviterà il numero 1 dei difetti e cioè l'apertura anticipata dei fianchi.

 

Fatto questo potremo lavorare sulla separazione.

 

Paolo Castagnini

 

Scrivi commento

Commenti: 0