In una delle tante Birmingham che ci sono negli Stati Uniti, vi è uno degli stadi di baseball più antichi e affascinanti di sempre: il Rickwood Field. E molti, ma molti anni fa, nella Birmingham che si trova in Alabama, vi giocavano due squadre che afferivano a due leghe diverse, per non condivisibili questioni razziali: i Birmingham Barons formata da soli giocatori bianchi e i Birmingham Black Barons. I Birmingham Barons sono nati nel 1885, giocano in doppio A, sono affiliati ai Chicago White Socks e fino al 1987 hanno giocato nel Rickwood Field. E in quello stadio ci hanno giocato anche i Birmigham Black Barons, squadra di Negro League, nella quale hanno militato anche Satchel Paige (1906 – 1982) e Willie Mays (1931 - 2024), ricordato per essere stato un grandissimo esterno dei New York Giants, prima del loro esodo sulla West Coast.
Lo stadio esiste ancora ed è nel National Register of historic places e recentemente ci hanno giocato i Cardinals contro i Giants per commemorare Willie Mays, pur se la partita avrebbe dovuto comunque esserci per ricordare altro.
Willie Mays è rimasto nella storia del baseball statunitense, non solo per la media battuta altissima che lo ha portato a chiudere la carriera con una media di .301, ma anche per un particolare episodio capitato nel 1954 al Polo Ground di New York, dove i Giants giocavano contro i Cleveland Indians nel World Series.
Mays fece quella che è nota essere come “The catch”, la presa per eccellenza, perché effettuata “over the shoulder” verso la parete dell’esterno del Polo Ground, che equivaleva ad una prateria per la profondità del campo.
Era rarissimo, infatti che al Polo Ground si facessero degli homer o anche solo delle valide in quel punto del campo.
Mays piaceva molto anche ad un nostro amico, giocatore di baseball e scout che ci ha lasciato qualche anno fa e proprio in questi giorni, ossia Marcello Perich e adesso che anche Mays non c’è più, chissà che non si trovino nell’aldilà a parlare di baseball.
Willie Mays, comunque è rimasto nell’immaginario di molti e nel famoso film Major League c’è un giocatore nero che lo ricorda ed è davvero da ridere.
In quella squadra così sgangherata e pur esistente quali erano i Cardinals Indians (tutto torna!) che adesso si chiamano Guardians, per ragioni di politically correct, giocava un certo Willie Mays Hayes, interpretato da Wesley Snipes che era un vero spasso: particolarmente dinoccolato, velocissimo e spudorato arriva allo spring training non invitato, su un maggiolino modificato con l’aquila della Buick sul davanti e dicendo di se stesso agli increduli astanti, tra i quali il Manager degli Indians: “gioco come Mays e corro come Hayes”, facendo leva sul gioco di parole per cui Hayes si pronuncia come “Ace” e quindi come “asso” in inglese.
Il Mays del film riesce comunque a guadagnarsi il posto in squadra, correndo, letteralmente in pigiama, durante gli allenamenti degli Indians sulla corsa, così come il Mays che tutti noi conosciamo, quello vero, quello del Polo ground riuscì a guadagnarsi il posto in una squadra come i Giants, negli stessi anni in cui arrivò, primo giocatore nero della storia, nei Dodgers, sempre di New York e sempre prima del loro spostamento a Los Angeles, il N° 42, Jackie Robinson, così come negli stessi anni, Mr. Cub, Hernie Bancks, nei Chicago Cubs. Go Mays! E che la terra ti sia lieve!
Allegra Giuffredi
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