Il sottomarino

 

di Allegra Giuffredi

Come tutti noi sappiamo il Campionato di baseball statunitense è iniziato da qualche settimana e una cosa mi è balenata agli occhi.

Sul Sito dedicato alla MLB Majors League Baseball vi era una sagoma che campeggiava … Ohibò! Che cosa c’era di grazia? Un animale? Un UFO? La mia foto? Niente di tutto ciò, bensì la sagoma di un sottomarino stilizzato e fin qui … qualcuno potrebbe pensare ad un “submarine”, ossia ad una tipica meccanica di lancio, rara quanto insidiosa, pur se esistono alcuni estimatori del genere tra i lanciatori statunitensi. Ma guardando meglio, quello che mi inquieta, è il fatto che quel sottomarino è il promo di un’azienda che vuole reclutare lavoratori specializzati per rinnovare la flotta di sottomarini della marina militare degli USA www.buildsubmarines.com 

Cliccandoci sopra, infatti, si vedeva (perché, dopo qualche giorno dall’Opening Day, il sottomarino non si è visto più!?), uno spot nel quale si invitavano diverse potenziali maestranze, dai saldatori, agli ingegneri ad aderire ad un’offerta di lavoro.

 

Quel sottomarino, che tra l’altro mi ha ricordato un gadget del sottomarino italiano “Enrico Toti”, un magnete, che si può acquistare andando al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano, visita che consiglio assolutamente di fare, quel sottomarino, dicevo è inquietante per il messaggio recondito che trasmette.

In tempi così difficili e forieri di nubi nerissime all’orizzonte, con la voglia di “menar le mani” che c’è nel mondo attuale, è triste vedere un collegamento bellico così evidente, anche perché, se gli USA vogliono rinnovare la flotta, dove la dirigeranno, poi?

 

Una campagna pubblicitaria così smaccata va al di là del voler dar lavoro e francamente mi è spiaciuto vederla collegata al baseball che è il gioco, non lo sport, ma il gioco tradizionale delle famiglie americane.

 

È vero sì che spesso i veterani delle diverse guerre che hanno visto i soldati americani protagonisti, dalla II Guerra mondiale in poi, vanno sul terreno di gioco, dove ricevono il meritato riconoscimento e talvolta cantano anche l’inno americano prima della partita, con impareggiabili esecuzioni, ma una pubblicità del genere mi ha davvero inquietata.

 

Forse mi sto preoccupando per niente, anche e soprattutto perché il baseball è, come si diceva il gioco per eccellenza delle famiglie americane e il patriottismo statunitense non ha eguali, però sono rimasta davvero perplessa

 

Pensate un po’ a Shota Imanaga, lanciatore dei Cubs e a Shoei Ohtani, star dei Dodgers, giapponesi provenienti dal Giappone, terra da cui provenne uno degli attacchi più sanguinosi per la flotta statunitense, quello di Pearl Harbour, decisio per l’entrata in guerra, nell’ultimo conflitto mondiale, degli USA e che, come sappiamo, finì proprio con le due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

 

Ebbene, questo sì che è bello da vedere e non solo, perché parliamo di grandi giocatori (anche Suzuki dei Cubs è giapponese purosangue!) ma anche, perché parliamo di qualcosa di assolutamente impensabile solo ottant’anni fa, quando i giapponesi, anche solo di origine, pur essendo cittadini americani, venivano messi nei campi di concentramento negli USA, in quanto considerati nemici tra i nemici. Sorte che non capitò né agli italoamericani e nemmeno agli americani di origine tedesca …

 

Ecco, io penso che lo sport e anche il gioco del baseball, non dovrebbe mai scendere in politica e tanto meno farsi latore di campagne pubblicitarie come quella che ho avuto modo di vedere e non certo, perché io sia una pacifista sprovveduta ed ingenua, ma perché io credo che lo sport e segnatamente il gioco del baseball debbano unire e non dividere e che gli stadi debbano essere l’unica tenzone dove regolare i conti e misurarsi tra popoli diversi.

 

 O Tempora, o Mores! Go Baseball! 

 

Allegra Giuffredi

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Ezio Caerdea (martedì, 07 maggio 2024 15:37)

    Condivido in pieno, carissima Allegra!