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Sul sito della MLB, Nettuno città del Baseball

Alec Zumwalt a dx è l'hitting coach dei Kansas City Royals dal 16 maggio 2022 (foto da Sport Illustrated) 

di Frankie Russo

Articolo tratto da MLB.com

La città sulla costa tirrenica ossessionata dal baseball. Il baseball per questa città è tutto, si respira baseball e ci si bagna con il baseball anche se quando si pensa all’Italia, il baseball non è la prima cosa che ti viene in mente. Si pensa alla pizza, alla pasta, al vino, a Roma, esiste il calcio, Leonardo da Vinci e Roberto Benigni. Vi sono anche altre città innamorate del baseball, ma una delle più famose si trova sulla costa sud ovest dello stivale, un’ora a sud di Roma, una città con circa 50.000 abitanti. E’ una zona di vacanza sul Mar Tirreno. Viaggiando da sud verso nord, seppure distratti dall’acqua limpida del mare a sinistra e dalle ville sulle colline a destra, è difficile non notare la città Nettuno e la sua grossa insegna che riporta: Benvenuti a Nettuno, città del baseball. La città si innamorò di questo sport 80 anni orsono. 

Le truppe americane sbarcarono sulle spiagge di Nettuno durante la ll Guerra Mondiale per scacciare i nazisti che avevano occupato la città. Per mesi fu una dura lotta tra americani e nazisti risultando come una delle più dure dei sei anni di guerra. L’area fu distrutta e morirono migliaia di persone. Ma alla fine, l’invasione finì con la liberazione di Roma e l’inizio del controllo di tutta la penisola. 

Dopo la guerra fu costruito uno dei più memorabili cimiteri americani per onorare i tanti soldati che avevano perso la vita. Riconoscente verso i soldati, con essi la città di Nettuno consolidò una stretta amicizia, parlavano con loro e vollero che i salvatori facessero parte della loro cultura, mentre anche i nettunesi vollero anch’essi adottare alcuni aspetti degli americani.  E tra questi non poteva mancare il baseball. 

 

Gli italiani furono entusiasti di condividere le loro vite con i soldati con i quali improvvisavano partite sulla spiaggia, mentre di pari passo, gli americani erano contenti di giocare contro di loro. Fu costruito uno stadio, si formarono delle squadre e la città tutta s’innamorò di questo nuovo sport ammirando la sua semplicità, le difficoltà e la sua bellezza. 

 

Il baseball poi superò i confini di Nettuno ramificandosi in diverse zone d’Italia. Altre basi americane imitarono i colleghi di Nettuno, i turisti estivi si univano alla folla locale per assistere alle gare. Per la fine degli anni 40 vi erano squadre di baseball dappertutto sfociando nella formazione della Lega Italiana di Baseball.

 

Ma ancora oggi, è in Nettuno che la gente vive e respira baseball. La squadra locale ha una lunga e gloriosa storia con il maggior numero di scudetti. 

 

La legenda del baseball nettunese e italiano Ruggiero Bagialemani, racconta che il baseball è lo sport prevalente in Nettuno, il calcio viene dopo. E’ l’unico posto in Italia dove succede, tutti hanno un guanto da baseball in casa. Bagialemani è nato nel 1963 e s’innamorò del baseball perché il padre stesso se ne innamorò. Ha giocato nelle giovanili ed è stato una stella sia per il Nettuno che per la Nazionale Italiana.

 

Bagialemani ha vinto 14 Gold Glove e ottenuto dei numeri in carriera da far invidia a qualsiasi giocatore di questo sport. Ha giocato contro El Duque e Hideo Nomo, è stato protagonista con l’Italia per la conquista di numerose medaglie d’oro e d'argento nelle competizioni europee. Ma le migliori soddisfazioni naturalmente sono i titoli conquistati con il suo Nettuno. Nessun’altra città avrebbe potuto apprezzare di più quanto lui ha fatto per il baseball nettunese. Sono stati anni indimenticabili, c’erano celebrazioni per tutta la città, era impossibile anche camminare. Il pullman della squadra non riusciva a fare più di 100 metri in un’ora e mezza.

 

Il Nettuno BC ha nella sua bacheca 17 titoli nazionali e sei titoli di Campioni d’Europa. Ma uno dei momenti più famosi nella storia della città non ha nulla a che vedere con qualche giocatore o squadra locale. E’ un evento che ha a che fare con uno dei più famosi giocatori Italo-Americani della storia mentre in visita in Italia verso la fine degli anni 50. Joe DiMaggio, allora 42enne, aveva lasciato il baseball professionistico già da sei anni mentre visitava Roma, e per caso fu informato che non molto lontano, a circa un’ora di macchina, c’era una città ossessionata dal baseball, Nettuno appunto

 

Immediatamente interruppe il pranzo per recarsi a Nettuno per verificare di persona. Arrivò a metà gara ma fu immediatamente riconosciuto tra la folla e fu invitato a dimostrare le sue capacità.

 

DiMaggio si posizionò nel box di battuta con giacca e cravatta pronto ad affrontare Carlo Tagliaboschi, uno dei migliori lanciatori italiani dell’epoca. Tagliaboschi aveva uno strano caricamento e subito, sorprendentemente effettuò due lanci che DiMaggio rimase a guardare. 

Il pubblico rimase muto e dubbioso chiedendosi se DiMaggio veramente potesse essere il più bravo giocatore in America. DiMaggio si tolse la giacca e invitò Tagliaboschi a lanciare. La storia cambia a secondo di chi la racconta, ma sono tutti d’accordo che DiMaggio spedì le successive 6/7 palle fuori lo stadio arrivando fino alla spiaggia. A quel punto il gioco ebbe fine per paura che non bastassero le palle per continuare la partita.

 

E’ un mito che poteva nascere solo in una città che avesse tanto amore per il baseball. Bagialemani conosce la storia come la conoscono gli anziani, i giovani, gli uomini, le donne, tutti la raccontano con gioia come se fosse successo ieri. Bagialemani non era ancora nato ma gli fu raccontato dal padre, ormai la storia si tramanda da generazione in generazione.   

 

Come per ogni sport in qualsiasi parte del mondo, il baseball italiano, e quello di Nettuno, ha avuto periodi di alti e bassi. Il calcio è ovviamente uno dei principali motivi ma Bagialemani sostiene anche che i giovani non sono più interessati a seguire il baseball come una volta, sono troppe le distrazioni al giorno di oggi. Tuttavia, la federazione si sta impegnando molto per incentivare i campionati giovanili. Ad oggi, per la categoria Seniores esistono 30 squadre che partecipano al campionato maggiore. 

 

A breve inizierà il World Baseball Classic e il manager Mike Piazza trasferitosi da qualche anno in Italia, sta facendo del suo meglio per far crescere il baseball in Italia anche se sostiene che tutto inizia dalle giovanili.

 

La Nazionale italiana si trova in un girone di ferro con Olanda, Cuba, Panama e Taipei, ma Bagialemani pensa che la squadra forse ha delle possibilità di superare il turno. Magari l’Italia può ripetere le gesta del WBC del 2013 quando sconfisse Messico e Canada al primo turno. Bagialemani e tutti gli appassionati di Nettuno se lo augurano con la speranza che i successi possano favorire la ricrescita del baseball, e non solo nella loro città, un po' proprio come successe dopo la ll Guerra Mondiale.  

E quale posto migliore per riaccendere quell’amore se non la Città del Baseball?   

 

Frankie Russo

 

 

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