· 

Notizia sotto silenzio.....

(Photo by Joshua Bessex/Getty Images) 

di Michele Dodde

Ci sono notizie che spesso vengono passate sotto silenzio: questa è una di quelle ma quando poi viene rispolverata dai glabri contesti, diventa un’affettuosa valenza per i reconditi motivi etici e morali che schiudono i veri sensi di ammirazione e di stima. La breve cronaca di questa notizia apparve il 13 aprile del 1948 a pag. 9 del quotidiano “Greenville News”, il giornale della città natale del personaggio Joe Jackson il giocatore passato alla storia come shoeless, il senza scarpe, felice scelta di un cronista che lo vide disdegnare le scarpe da gioco, quel giorno troppo nuove e strette, e preferì battere e poi attuare la corsa sulle basi correndo a piedi nudi. 

Troppo nota la storia di questo eccezionale atleta, generoso e sognatore ed il cui diretto coinvolgimento nel più frastornante scandalo che investì il baseball durante le World Serie del 1919 tra i Chicago White Sox ed i Cincinnati Reds, vinte da questi ultimi a seguito di combine confermate a denti stretti dagli otto giocatori che da White Sox, per ingiuria, divennero Black Sox , e che furono sospesi a vita dopo che un tribunale stabilì che si erano accordati con due giocatori d'azzardo per perdere intenzionalmente la finale, dietro pagamento di compenso, è ancora tutto da provare nell’immaginario collettivo degli appassionati per l’affetto e la stima che aveva sempre suscitato tra il pubblico dei grandi ed ancor più dei ragazzi. Si disse anche che un giovanissimo all’uscita del tribunale con le lacrime agli occhi chiese accorato: “Joe, dicci che non è vero?”… ma forse era solo colore di cronaca.

Certo è che dopo la sua radiazione Jackson continuò a giocare a baseball sotto diversi nomi falsi in un certo numero di squadre cosiddette fuorilegge e semi professionali tra la Georgia e la South Carolina per poi ritornare a Greenville nel 1933 dove prima aprì un ristorante ed infine il "Joe Jackson's Liquor Store".

 

Questo divenne per molti un punto di riferimento per molti rispettosi tifosi che lo venivano a trovare per parlare con lui delle sue indimenticabili imprese nella Major League avendo alla fine totalizzato nei 13 anni di appartenenza una media battuta pari a .356 con 357 doppi, 168 tripli, 54 home run e 792 RBI. 

 

Tra gli avventori si narra che un giorno capitassero lì anche il celebre Ty Cobb in compagnia del giornalista sportivo Grantland Rice. Entrati nel Liquor Store girarono per il negozio effettuando un mirato acquisto fin quando alla fine Cobb gli chiese molto meravigliato: “Ma Joe, possibile che non mi riconosci?”. E qui Joe, guardandolo con occhi lucidi, rispose con malcelata tristezza: “Si Ty che ti conosco, ma non ero sicuro che fossi tu a volermi riconoscere. Sai, molti giocatori, al contrario dei tifosi, non lo fanno”. 

Ecco perché allora la breve notizia riportata dal “Greenville News” assume ora un aspetto etico importante poiché essa riporta che un ex giocatore della Major League, che rifiutò di fornire il suo nome ma che disse di aver giocato negli anni verdi contro il mitico esterno Jackson, gli lasciasse una busta con denaro volendo in quel modo mostrargli il suo apprezzamento.

 

Quindi anche ex giocatori, pur in incognito, hanno seguitato a mostrare sensi di deferente stima ed ammirazione nei confronti di Jackson che gradì molto quel gesto, ma in linea con la sua reputazione di essere un benefattore regolare di varie organizzazioni caritatevoli, decise di non trattenere la donazione e la inviò al quotidiano “Times” precisando che aveva di molto trovato piacevoli le ottime intenzioni del donatore ma mandava orgogliosamente quel denaro affinchè il giornale ne potesse disporre in aiuto a qualsiasi ente di beneficenza meritevole.

 

Anche se non era una somma enorme di denaro, appena 5 dollari (in atto oggi circa 80 dollari) il regalo anonimo consegnato a Jackson, che aveva ormai 60 anni, era in sintesi il perfetto esempio dell'attrazione che aveva sempre suscitato in così tanti che lo avevano visto giocare. 

 

La sua miscela di talento insieme all'ingiustizia percepita, che troncò la sua carriera e lo fece soffrire non poco, tuttavia hanno fatto sì che nonostante sia stato bandito dalla Major League e di conseguenza dalla possibilità di essere indotto nella Hall of Fame, a suo ricordo a Greenville sia stato realizzato un parco commemorativo, lo “Shoeless Joe Jackson Memorial Park” e posta in essere una statua a grandezza naturale creata dallo scultore Doug Young ma soprattutto sia asceso nei cuori dei più attraverso lo scrittore William Patrick Kinsella con il libro “Shoeless” da cui è stato realizzato nel 1989 il film Field of Dreams (L’Uomo dei Sogni).

 

Michele Dodde

 

 

Scrivi commento

Commenti: 2
  • #1

    Ludovico malorgio (giovedì, 02 febbraio 2023 10:24)

    È triste ammetterlo, ma per ottenere giustizia bisogna prima.... andarsene per sempre. Bella storia!

  • #2

    Rosa Mariano (giovedì, 02 febbraio 2023 15:07)

    È una storia bellissima!