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Elisa Raviola, sei mesi americani senza rimpianti

di Paolo Castagnini

Oggi vi presento la bella esperienza americana di Elisa Raviola. Nata nel 2004 a Milano, in forza al New Bollate Lacomes e con il Bollate Softball 1969 nei ruoli di interbase e catcher. Ha avuto diverse esperienze in Nazionale  e si è qualificata con la Lombardia per le World Series Little League giocate a Seattle nel 2019 a cui non ha potuto partecipare perché impegnata con la nazionale nell'Europeo. Elisa non ha fatto l'intero anno scolastico negli Stati Uniti, ma solo il secondo semestre. Elisa è un fiume in piena e ci racconta i sui sei mesi passati in Texas.

Allora Elisa sei tornata in Italia e ora ci puoi raccontare com'è andata?

il 01/01/2022 sono partita per il semestre negli Stati Uniti, precisamente in Texas in un paesino vicino a Waco. Il giorno della partenza ero molto agitata e provavo un sacco di emozioni contrastanti: da una parte ero curiosa e felice di vedere un posto nuovo e soprattutto mi immaginavo la mia vita dall’altra parte del mondo, dall’altro lato avevo molta paura di non trovarmi bene e non volevo lasciare le persone a me care.

Il viaggio dell’andata è stato abbastanza lungo e lo alternavo tra pianti e gioia, mi sentivo così stupida ma confrontandomi con altre persone nella mia stessa situazione ho capito che era del tutto normale. Quando finalmente sono arrivata a Waco la mia famiglia ospitante composta da: Jennifer, la mamma ospitante, Jason il papà ospitante e Layla la mia sorella ospitante, di 2 anni più piccola di me, mi sono venuti a prendere in aeroporto e mi hanno accolta calorosamente.

La prima cosa che hanno fatto appena arrivata, mi hanno portato subito a mangiare in un fastfood li vicino. La prima sera è passata abbastanza velocemente perché appena arrivata a casa mi sono addormentata fino al giorno seguente.

 

Il primo mese per me è stato molto difficile perché il mio inglese era pessimo e a stento dicevo qualche frase, ero molto preoccupata pensando che non l’avrei mai imparato e che non mi sarei mai fatta capire.

 

Dopo circa 4 giorni dal mio arrivo dopo le vacanze natalizie è iniziata la scuola. Mi ricordo che non volevo andarci per i motivi sopra elencati. Per fortuna nella mia scuola ho incontrato fin dal primo giorno un’altra exchange student con cui mi sono trovata fin da subito bene. Il suo nome è Julia e viene dalla Spagna, ancora oggi ci sentiamo molto spesso e ci stiamo organizzando per vederci nelle vacanze di Natale. Mi sono trovata così bene con lei in così poco tempo probabilmente perché riuscivamo a capirci più che con gli altri.

 

Il primo giorno di scuola ho incontrato il mio allenatore di softball che mi ha spiegato un po’ come funzionasse il campionato, l’unica cosa che mi limitavo a fare era annuire dato che ancora non capivo nulla mentre parlava. Più i giorni passavano più finalmente iniziavo a parlare anch'io senza timore e giorno dopo giorno mi rendevo conto che il mio inglese migliorava e che non era così impossibile come pensavo.

 

La mia esperienza ha avuto una svolta quando finalmente abbiamo iniziato il campionato di softball a febbraio. Lo abbiamo iniziato così presto perché in Texas le temperature permettevano di giocare all’aperto. La squadra in cui mi trovavo non era molto forte perché la maggior parte delle persone erano del primo anno, c’era solamente una ragazza dell’ultimo anno, infatti il nostro campionato non è stato uno dei migliori però mi sono divertita lo stesso.

Durante la stagione ho stretto anche un forte legame con la ragazza dell’ultimo anno, il suo nome è Savanna e aveva un anno in più di me, con lei uscivo molto spesso, mi ha portato pure a vedere Dallas.

 

I miei genitori ospitanti erano molto permissivi, mi facevano solo delle raccomandazioni ma per il resto mi facevano fare tutto quello che volevo perché mi dicevano: “Ormai hai 18 anni perciò fai quello che vuoi".

 

Loro mi hanno sempre trattato come una figlia e mi auguro che tutti gli exchange student possano avere una famiglia ospitante come la mia. Il giorno del mio compleanno quando ho fatto i 18 anni mi hanno regalato un tatuaggio per ricordarmi di questa esperienza.

 

Il tempo passava molto velocemente e non avrei mai pensato che 6 mesi sarebbero stati così veloci. Ormai quella era diventata la mia vita a tutti gli effetti anche se, da una parte ero molto triste di tornare, dall’altra non vedevo l’ora. Come si può ben intuire è un’esperienza piena di emozioni e sensazioni opposte, un giorno vuoi andare a casa, il giorno dopo vorresti stare li tutta la vita.

 

Non posso dire che è sempre rose e fiori, perché nel mio caso ho avuto molti momenti down ma è un’esperienza che rifarei altre mille volte. 

 

Grazie Elisa!

 

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Commenti: 1
  • #1

    alex m. (mercoledì, 03 agosto 2022 12:59)

    BEATA GIOVENTU' !!!
    Grazie Paolo,
    Sono sempre belli questi resoconti delle esperienze negli USA di ragazzi/e nostrani.