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Filippo Venditti, un College per il futuro

di Paolo Castagnini

Oggi vi presento l'esperienza di Filippo Venditti uno dei più promettenti giovani della patria del baseball italiano: Nettuno. Nato a Roma nel 2004 tesserato nel Nettuno B.C. 1945, ragazzo di interesse della Nazionale ha fatto parte della Nazionale U15 all'Europeo 2019 ed è tra il gruppo dei selezionati per l'Europeo U18 del 2022. Campione d'Italia U15 con il Nettuno Academy nel 2018. Lo scorso anno ha giocato per  il Nettuno B.C. 1945 così come al suo ritorno in questi giorni. Anche per lui un'intervista per capire com'è andato il suo anno di studio e sport negli Stati Uniti.

Ciao Filippo, innanzitutto dove sei stato ospitato? 

Io sono stato in una piccola cittadina al centro del Texas chiamata Groesbeck. Una città dove non ci sono molte attività per ragazzi ma dove ho capito come anche le piccole aziende sviluppano la propria economia

 

Com’era la tua famiglia e la casa in cui eri ospitato?

La mia famiglia era composta da: la madre ospitante e 2 sorelle e un fratello. La casa era accogliente anche se costruita in modo diverso da quella italiana. e loro molto calorosi 

Hai frequentato una High School come si chiamava, quanto era grande?

La mia scuola si chi chiamava Groesbeck High School ed aveva una portata di più o meno di 750 persone.

 

Ti sei trovato bene a scuola con il sistema diverso e con la lingua inglese?

La lingua da subito non mi ha creato molti problemi e sono sempre riuscito a farmi capire. Dopo 2/3 mesi riuscivo a comunicare e a pensare anche in inglese e ad elaborare tutto in inglese. Il sistema scolastico americano è decisamente diverso da quello italiano e ci sono dei pro e dei contro. Personalmente mi trovo più a mio agio con quello americano perché ti da la possibilità di scegliere le materie in cui eccelli e di apprendere più in modo diretto come entrare nel mondo del lavoro.

 

Come sei stato accolto dai compagni di classe e da tutta la comunità?

Tutti quanti erano super contenti di essere miei amici e di stare vicino “all’italiano”. Ho fatto molti amici nella squadra di baseball e anche fuori, tanti mi supportavano anche venendomi a vedere durante le partite.

 

Parliamo di sport in genere. Com’è andata la tua esperienza con il mondo sportivo scolastico? Molto differente da quello italiano vero?

Molto differente sì. A scuola se prendi come materia atletica lavori con il tuo allenatore in base allo sport che fai e in base al periodo della stagione in cui sei. Tutti i giorni per esempio, per me che facevo baseball, avevamo palestra durante l’off-season, ovvero la parte dove non si gioca il campionato, e allenamento in gabbia di battuta o di raccolta quando la stagione era in corso; poi dopo scuola da gennaio abbiamo iniziato tutti i giorni a fare allenamento.

Passiamo al tuo sport. Racconta la tua esperienza nel baseball. Sei stato soddisfatto? Che rapporto hai avuto con i compagni di squadra?

Il baseball americano è molto più divertente di quello italiano, mi sono divertito tanto a giocare li e ho anche imparato tanto. C’è un'altra filosofia di gioco e anche di preparare le partite e gli allenamenti. Molta parte atletica caratterizza la corsa sulle basi e la difesa che deve essere fondamentalmente solida. Con i compagni mi sono trovato benissimo e non ho trovato nessun problema ad integrarmi nel gruppo-squadra.

 

Il livello tecnico che hai trovato nella tua squadra e nelle squadre avversarie era più alto di come eri abituato in Italia o più basso?

In Italia, io gioco l’under 18 e la serie A e non poso dire che il livello della High School sia più alto della serie A, ma sicuramente è più alto del livello dell’under 18 qui. Lanciatori molto più competitivi e soprattutto ragazzi che lanciano e che giocano position player in modo esemplare anche a 18 anni, dove invece qui in Italia si inizia a decidere se giocare position player o se lanciare solo già all’età di 15 anni.

Cosa ti è piaciuto maggiormente nel vivere negli Stati Uniti?

Negli Stati Uniti ho vissuto con spensieratezza e ho affrontato tutto l’anno divertendomi. Mi è piaciuta la leggerezza della vita e il fatto che potessi allenarmi a baseball ogni giorno.

 

Cosa invece hai rimpianto dell’Italia?

Il cibo salutare, le tradizioni e soprattutto l’affetto familiare.

 

Hai avuto una buona esperienza nell’organizzazione partendo dai primi contatti con Baseball On The Road e poi con MB Scambi Culturali per finire con l’Agenzia americana?

MB Scambi Culturali mi ha sempre assistito anche quando ero in America e ha soprattutto dato delle certezze importanti ai miei genitori e con Baseball On The Road ho avuto una buona esperienza e sono contento del rapporto che c’è.

 

Devi dire qualcosa ai tuoi genitori che hanno reso possibile questa tua esperienza?

Grazie! Grazie perché è un esperienza che mi ha cambiato, mi ha fatto crescere ed è importantissimo che loro si siano anche fidati di me nel lasciarmi l’autonomia di andare e di poter viverla al meglio.

 

Pensi che questa esperienza abbia segnato il tuo futuro?

Decisamente si, sia in ambito sportivo, sia scolastico, sia lavorativo

 

Ora cosa farai?

Sto cercando di andare in un college da cui ho ricevuto un'offerta per giocare a baseball e nel frattempo continuare il mio percorso di studi mirato a ciò che vorrei fare in futuro.

 

Complimenti Filippo Grazie!

Grazie a te Paolo

 

Paolo Castagnini

 

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Commenti: 2
  • #1

    Brenden Morrow (venerdì, 15 luglio 2022 08:26)

    Gran artículo y buena suerte a Filippo. ¡Sé que va a hacer grandes cosas!

  • #2

    Cade Carroll (venerdì, 15 luglio 2022 23:33)

    La bomba!