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Il magico cerchio femminile delle prime donne - 1^ parte

di Michele Dodde

L’anno 2022 resterà nella storia del baseball come il testimone della chiusura del magico cerchio delle tante donne che hanno avuto “qualcosa a che fare con il baseball” (cfr. Babe Ruth) grazie alla loro perseveranza, determinazione ma soprattutto per la riconosciuta oggettiva personalità e capacità relativa alla conoscenza e pratica del gioco ed ancor più per averne saggiato e sfruttato sapientemente tutte le sfumature. Così i nomi di Kelsie Whitmore, Alyssa Nakken e Rachel Balkovec sono andati a porre il loro sigillo di garanzia in un mondo faticosamente considerato sempre maschilista e che ora si è schiuso dinnanzi alla bravura a prescindere. 

La prima, Whitmore, ha coronato il suo sogno a 23 anni diventando la prima donna a firmare un contratto da professionista per gli “Staten Island FerryHawks” una blasonata franchigia affiliata alla Atlantic League of Professional Baseball considerata una delle più seguite leghe indipendenti del baseball statunitense.

 

Carismatica nel suo ruolo di lanciatore, ed in secondo come esterno, di fatto è stata ed è anche una inamovibile giocatrice della squadra nazionale femminile di USA Baseball con la quale ha già partecipato a tre mondiali targati WBSC e a due edizioni dei giochi panamericani.

La seconda, Nakken, che già dal 2014 era entrata nel giro organizzativo dei “San Francisco Giants” e poi nel 2020 nello staff tecnico per volere del manager Gabe Kapler per sua indiscutibile capacità, timbra il cartellino come la prima donna ad allenare in campo durante una partita di Major League.  E’ successo il 12 aprile durante l’incontro tra i “Giants” di San Francisco e i “Padres” di San Diego. 

 

A seguito dell’espulsione al terzo inning di Antoan Rishardson, titolare del ruolo, Nakken gli subentra come coach in prima base svolgendo una eccellente conduzione del gioco riscuotendo per le sue scelte anche lusinghieri apprezzamenti dagli avversari che alla fine hanno registrato una loro sconfitta per 2-13. “Ero pronta per questo momento – ha commentato al termine la 31enne Nakken con un passato di prima base a Sacramento per la squadra di Softball della California University - Non ho mai saputo se e quando sarebbe successo, ma ero pronta ad intervenire non appena la squadra avesse avuto bisogno di me. Quindi sì, penso che il mio ruolo di oggi significhi molto per chiunque mediti sulle proprie opportunità”.

La terza, Balkovec, dopo essere stata valutata eccezionalmente positiva nel 2019 come allenatrice in ambito dello staff tecnico degli “Yankees”, l’11 gennaio del 2022 è stata promossa come prima donna manager di una squadra di baseball della Minor League. Siede sulla panchina dei “Low A Tampa Tarpons”, squadra affiliata agli stessi “Yankees”, ed è la prima volta che una donna viene responsabilizzata alla guida di una squadra affiliata con la Major League Baseball.

 

Da studentessa alla Skutt Catholic High School di Omaha, dove viveva, Balkovec ha giocato a softball, calcio e basket. Poi ha definitivamente scelto il “batti e corri” ed ha frequentato la Creighton e la New Mexico University giocando continuamente nel ruolo di catcher sino a laurearsi in Scienze Motorie nel 2009.

 

Dopo ulteriori studi specifici inizia la sua carriera nel baseball nel 2012 come preparatore atletico dapprima a contratto temporaneo e poi a tempo pieno presso i “Johnson City Cardinals”, una squadra della “Rookie League” affiliata ai “St. Louis Cardinals”. Di seguito si farà valere sempre come preparatore del condizionamento della forza, uno specifico programma di allenamento che viene utilizzato per aumentare la velocità della mazza, la potenza di colpire, la velocità di lancio e per evitare lesioni prima con gli “Houstin Astros” e poi con gli “Corpus Christi Hooks”.

 

Per ampliare le sue personali competenze e conseguire un secondo master all'Università di Vrije, si reca successivamente in Olanda dove poi porterà il suo contributo ai programmi del baseball e del softball attuati nei Paesi Bassi. Al termine del master ritorna negli Stati Uniti per lavorare con una borsa di studio presso la “Driveline Baseball” ricercando il tracciamento degli occhi dei battitori e il movimento dell'anca dei lanciatori.

 

Ben consapevole del proprio bagaglio tecnico entra nel novembre del 2019 nello staff degli “Yankees” di New York i quali, come accennato, a partire dall’11 gennaio, le hanno consegnato l’intera responsabilità della gestione dei “Tampa Tarpons” rendendola la prima donna a coprire questo ruolo nel baseball affiliato. Ed al suo debutto nella partita dell’8 aprile contro i “Dunedin Blue Jays” conquisterà anche la sua prima vittoria per 9 a 6.

In verità, ad onor di cronaca, l’avere a che fare con il baseball da parte del mondo femminile ha avuto inizio a partire dal 1866 quando la cultura del baseball come attività ginnico sportiva da far praticare anche alle donne prese l’avvio presso il “Vassar College”, scuola allora tutta al femminile che, in armonia all'idealismo ed ai propri standard elevati quali “Le donne possiedono un'anima razionale e proprio per questo hanno un mandato divino per l'esercizio ed il miglioramento dei loro poteri. La loro educazione però dovrebbe essere limitata solo in virtù delle loro capacità ed opportunità”, e che sono poi diventati un particolare ed unico marchio di fabbrica, convinse il corpo docente ad incoraggiare lo sport pur non condividendone le eventuali competizioni.

Nacque qui dunque la prima squadra di baseball femminile, la “Vassar Resolutes” con una uniforme composta da abiti di lana lunghi fino alle caviglie.

 

La squadra purtroppo sarà costretta a sciogliersi nel 1878 a causa delle preoccupazioni da parte dei genitori sulla sicurezza del baseball per le loro figlie.

 

Tuttavia come attività ludica sportiva il baseball incominciò ad essere pratica nei college femminili di New York e del New England. Furono formate squadre allo “Smith College”, “Welleslet College” e al “Mount Holyoke College” mentre degna di nota fu la costituzione nel 1867, appena due anni dopo la fine della guerra civile, di una squadra femminile afroamericana, la “Philadelphia Dolly Vardens”.

 

Fu questa una squadra particolare che si è formò a Philadelphia, ben due anni prima della futura locale squadra professionista maschile, al fine di stemperare concetti e segregazioni e far valere incisivamente le loro priorità divenendo poi la prima squadra a qualsiasi livello ad essere pagata per giocare a baseball. Le giocatrici scendevano sul campo da gioco indossando corsetti, gonne lunghe e scarpe con bottoni alti. 

 

 

Michele Dodde

 

Segue

 

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Commenti: 2
  • #1

    Anna (mercoledì, 27 aprile 2022 20:54)

    Sempre interessanti gli articoli di Michele Dodde

  • #2

    Ludovico Malorgio (venerdì, 29 aprile 2022 10:11)

    Le belle storie e l’ottima scrittura di Michele inducono ad una lettura molto piacevole. Io amo particolarmente conoscere come una disciplina sportiva si è evoluta dal punto di vista socio-sportivo. Michele fa scuola. Complimenti!