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Ne influenza più la satira che......

di Michele Dodde

Il baseball come evento sportivo ed impatto sociale appare per la prima volta sul settimanale “Harper’s Weekly” il 15 ottobre del 1859, ben 13 anni dopo la prima gara documentata del 19 giugno del 1846 con una illustrazione di notevole pregio. Recita la didascalia che “at the Elysian Fields (see page 7) young men played a new game called “baseball”. Note: the umpire seated in a chair”. Da allora con inaspettata progressione il baseball diventa argomento della cultura popolare e gradevole passatempo per intere famiglie e comunità ma diventa altresì anche soggetto di divulgazione e partecipazione finemente ricercato. Un aspetto particolare sarà quello di diventare argomento da parte di cartoonist per raccontare storie o illustrare carismatici eventi o evidenziare problematiche sociali e politiche attraverso una significativa satira.

Saranno proprio questi talentuosi artisti del fumo di china ad ampliare gli aspetti visivi del gioco lasciando al pubblico lettore la personale interpretazione. La scelta di questi artisti inoltre era molto ricercata dagli editori dei quotidiani e riviste settimanali poiché, data la iniziale difficoltà a riprodurre in stampa i dagherrotipi, risultava molto più facile stampare le illustrazioni degli eventi che, tratteggiati con attenzione e vitalità, non solo presentavano con ampio diorama il cuore stesso della notizia ma riuscivano a richiamare soprattutto l’attenzione visiva dei numerosi analfabeti.   

 

Tra questi cartoonist che, ispirati dalla mentalità e seguendo le orme dei quotidiani inglesi, hanno dato vasto respiro ai periodici statunitensi si sono evidenziati Thomas Nast e Frederick Victor Gillam. Il primo, di origine tedesca essendo nato a Landau il 27 settembre del 1840, era emigrato giovanissimo, unitamente alla famiglia poiché il padre di idee socialiste mal digeriva la politica dell’allora governo teutonico, subito si evidenziò quale puntiglioso ed incisivo disegnatore tale da incominciare a lavorare a 15 anni elaborando complesse illustrazioni di avvenimenti e costume per il settimanale “Frank Leslie’s Weekly” per passare poi alla prestigiosa “Harper’s Weekly” dove rimase per oltre 27 anni divenendo di fatto il capostipete della lunga schiera di quei tanti artisti che configureranno il “Fumetto” di scuola Americana. Il secondo, di origine inglese per essere nato nello Yorkshire nel 1858 e trasferitosi nella terra promessa all’età di sei anni, divenne il primo gustoso, graffiante e pungente caricaturista politico dando vita a corposi editoriali visivi sulla rivista “Judge” per venti anni, pur compartecipando con i quotidiani “St.Louis Dispatch”, “Denver Times”, “New York World”, “New York Globe”.

 

Che fossero importanti, seguiti e coinvolgenti nel loro lavoro lo confermerà anche il Presidente Abraham Lincoln quando, esaminate tra le altre le vignette pubblicate sui vari periodici sulla Guerra di Secessione, ebbe a dire che Nast era stato “il miglior sergente reclutatore di volontari “.

Nella foto Victor Giliam
Nella foto Victor Giliam

Ecco allora che il baseball, i cui aspetti plateali e poi di intima filosofia andavano a richiamare l’interesse dei tanti appassionati, come accennato, diventa anche il mezzo usato dagli artisti per far visionare come un corposo, veloce ed intuibile editoriale le tante schermaglie politiche e similari.

 

E Victor Gillam, fedele all’aforisma, divenuto leggenda, che “la Lingua uccide più della Spada” ma anche amante dell’assioma salottiero che “la Satira influisce in modo ineluttabile la Politica” in un numero del settimanale satirico “Judge” del 1897 ha fatto passare alla storia la vignetta “The Kickers” quale Colpo di Scena o Sorpresa di una proverbiale discussione tra i senatori durante una tempestosa sessione del Congresso. Si discuteva sulla problematica o meno di incoraggiare una concorrenza più equilibrata tra importazioni e beni nazionali. 

 

Ebbene l’artista a mo’ di parafrasi ha immaginato una travolgente scivolata a casa base da parte di un corridore ed il contemporaneo arrivo della pallina nel guanto del ricevitore con il malcapitato umpire che deve giudicare la diabolica simultaneità assegnando il punto o dichiarare eliminato il corridore. In entrambi i casi l’umpire è terribilmente frastornato poiché sa che scontenterà una delle due squadre…

 

Ed ecco allora la genialità di Gillam: con il riportare le tante bagarre su tali episodi che sovente avvenivano ed avvengono nel gioco del baseball rappresenta con simpatici aspetti caricaturali l’umpire come lo Zio Sam, ovvero il popolo americano, indispettito nel dare ragione o meno al programma dei Repubblicani o a quello dei Democratici.

 

La vignetta diventa epocale. Il semplice e studiato accostamento al linguaggio del baseball così ben attagliato alla cultura sportiva popolare è vincente poiché demanda la giusta decisione in seguito a quando sarà espressa la volontà democratica.

 

Poi da par suo Gillam rimescola i molti senatori immolandoli e raffigurandoli in modo grottesco ed in appropriata sintesi ai loro interessi. Il tutto poi dinnanzi ad una panchina dove i serafici notabili del Governo sembrano sedere in modo imperturbabile ma attenti a quel dibattito che, partito poi nella primavera di quell’anno, diventerà subito virale e cavalcherà il tema contornato da ben 800 emendamenti. E come sempre era un problema di tasse che verrà passato in legge subito il 7 luglio del 1897 con lo zio Sam ad andare a convalidare il punto.

 

Quella legge poi fu abrogata anni dopo mentre la vignetta è ancora lì presso la National Baseball Hall of Fame di Cooperstown come gustoso monito: le leggi passano, il baseball resta. 

 

Michele Dodde

 

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Commenti: 1
  • #1

    Anna (mercoledì, 16 febbraio 2022 19:43)

    Gli articoli di Michele Dodde fanno sempre imparare cose nuove. GRAZIE MILLE