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Il regalo di Natale

di Michele Dodde

Gli zii putativi Frankie e Paolo in verità il loro dono l’avevano già fatto nel giorno del suo compleanno. Ora un guantone da baseball ed una pallina erano divenuti il tesoro segreto del piccolo Giorgio cui il nonno non aveva fatto mancare una completa divisa con i colori bianco azzurro dei Los Angeles e la giusta scritta del nome sul numero 21. Quel giorno, era la vigilia del Natale, la famiglia al completo era in fermento per i preparativi che annualmente si andavano ripetendo quando Giorgio prese per mano il nonno dirigendosi verso il giardino davanti casa e qui, con voce sicura disse: “Nonno, vuoi giocare a baseball con me?”. 

Il tono della voce era sorprendente poiché non delineava una domanda quanto invece evidenziava un invito affermativo che non attendeva risposta. Per il nonno quella richiesta improvvisa lo trasferì immediatamente al suo passato, al suo primo giorno quando anch’egli, motivato dai compagni e dalla voglia di esserci, aveva incominciato a giocare a baseball. Che strano: andò subito a pensare che con l’età raggiunta gli era sempre stato facile ipotizzare di essere diventato saggio ed invece ora quella semplice richiesta lo aveva destabilizzato perché si stava accorgendo quanto fosse limitato il suo sapere dinnanzi al mistero della tradizione che gli si stava parando dinnanzi. 

Sentì allora una forte vampata d’affetto crescere dentro di sé come se il tutto fosse programmato da un Dio i cui fini stavano andando oltre le sue aspettative: stava infatti cadendo con quella richiesta la barriera dell’età, si stava restringendo ad un milionesimo di centimetro quella distanza separatrice che prima ben aveva distinto lui ed il nipote.

 

Allora improvvisamente si accorse che, come aveva scritto un poeta, egli  forse era stato non solo un viandante che aveva percorso infinite strade rivelatesi poi  senza alcuna meta, o forse si era perdutamente innamorato di orizzonti mai raggiunti, ma che di certo era stato colui che non aveva mai chiuso tutte le porte del sapere. 

 

Ed ora il suo sapere era a lui dinnanzi con voce allegra: “Allora, nonno, vuoi giocare a baseball con me?”. E nel dire Giorgio gli lanciò la pallina a suo modo, istintivo e per tale pieno di talento. Sorrise il nonno, prese al volo la pallina, e poi confidando ad essa tutti i suoi pensieri la rilanciò al piccolo Giorgio poiché ora era certo che quei passaggi esteriormente rappresentati dalla pallina in realtà non erano altro che la trasmissione muta e consapevole dei valori che si tramandano nell’ambito delle tradizioni familiari. Ed anche a sottolineare come quell’iniziale gioco non fosse fine a sè stesso ma l’inizio per apprendere come in fondo la vita non è altro che una partita di baseball. Ed il piccolo Giorgio nel coinvolgere il nonno gli stava dando una pregevole continuità della vita.

Era la vigilia del Santo Natale, una festività dove tutto si dona e il piccolo Giorgio stava così donando il più bel Regalo di Natale.

 

Ed allora un Felice e Buon Natale a tutti.

 

.... da Michele Dodde e da tutta la Redazione di

Baseball On The Road

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Commenti: 1
  • #1

    Pietro (giovedì, 23 dicembre 2021 08:59)

    Bello, molto commovente��