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ALCS: incontenibile l'attacco dei Red Sox

di Frankie Russo

I 109 anni del Fenway Park possono raccontare la storia di giocatori che hanno reso famoso questi sport. Nessun altro stadio ha visto il suo diamante calcato da tanti campioni come Babe Ruth, Ty Cobb, Joe DiMaggio, Ted Williams, Willy Mays, Hank Aaron, Jackie Robinson, Derek Jeter, Davis Ortiz e tanti altri. Il Fenway Park ha sempre un fascino particolare.  Ed è in questo stadio che i Red Sox riescono a mettere in mostra la forza del loro lineup, tra i più forti nelle majors che non presenta punti deboli dall’alto al basso. E’ un attacco che nella postseason registra un media di 7,8 punti a partita, una MB di 338, 14 HR e 26 EXB. Un miglioramento dovrà venire dalla rotazione dei partenti che fino ad ora hanno lanciato una media di 4 inning per prestazione relegando al bullpen gran parte del lavoro.

Dusty Baker conferma il suo lineup con il solo inserimento del giovane prospetto Jose Siri all’esterno al posto di McCormick sempre in attesa del recupero di Myers. In questi playoff l’attacco di Houston non è stato all’altezza della sua fama specialmente dai primi tre del lineup Altuve, Brantley e Bregman che hanno combinato per un 4x25 in questa serie.  Sul monte si presenta Josè Urquidy che non lancia da 15 giorni e avrà l’arduo compito di cercare di frenare le furie rosse di Boston.  Tenuto conto anche dell’assenza di Lance McCuller e con un bullpen tassato, senza l’apporto dell’attacco la sfida contro Boston è davvero impari.

 

Purtroppo per gli Astros, i problemi di Urquidy iniziano molto presto quando nel 2° inning, in vantaggio 0-2 su Verdugo, non riesce a chiudere e concede la BB. Da questo momento si scatena l’attacco dei Red Sox favoriti anche da un errore di Altuve che da DP si trasforma in un altro punto. Con le basi cariche Kyle Schwaber batte un Grand Slam, il 3° per Boston in due gare e porta il punteggio sul 6-0. Baker vorrebbe spremere Urquidy almeno per chiudere la ripresa, ma altre due valide lo costringono a chiamare in causa il bullpen già nella 2^ ripresa. Per Baker la gestione del bullpen è diventata ormai un incubo.

Nella 3^ ripresa  neanche il nuovo entrato Y. Garcia riesce a fermare l’attacco di Boston che mette altri 3 punti sul tabellone con un HR di Christian Arroyo.

 

Nel 4° gli Astros tentano una debole rimonta con un HR da 3 punti di Kyle Tucker, ma è solo fuoco di paglia. Eduardo Rodriguez continua tenere a bada l’attacco di Houston fino a fine 6° concedendo nulla più agli Astros ormai alle corde.

 

Robles, Perez e Sawamura prendono in mano la situazione e continuano a tenere le mazze dei texani dormienti.

 

Mentre sul monte per Houston si susseguono Taylor, Raley, Maton e Stanek, i Red Sox continuano ad aggiungere punti. Un HR da 2 punti di JD Martinez porta il punteggio sull’11-3 e nell’8° anche Rafael Devers si unisce alla saga dei fuoricampo, 4° della giornata, fissando il risultato sul 12-3.

 

Il promettente inizio di gara di Rodriguez insieme al Grand Slam di Schwaber hanno fatto intendere subito in quale direzione si metteva la gara e i problemi da risolvere per Dusty Baker non sono pochi a cominciare dall’attacco. Dal 9° in battuta, Maldonado e fino al 3° Bregman, nessuno sta battendo oltre 170 ed è forse proprio da qui che deve cominciare Baker.

 

Mentre resta difficile immaginare una esclusione dal lineup dei top tre, Altuve, Brantley e Bregman, forse un tentativo di rimescolarli potrebbe tornare utile. Diversa la situazione per Maldonado che è più forte in difesa rispetto a Jason Castro ma con una squadra come Boston che non ha nella corsa sulle basi la sua forza, è probabile che vedremo in Gara 4 il ricevitore SH Castro al posto di Maldonado.

 

Le cartucce da sparare per il monte sono poche e Baker porrà le sue speranze nel veterano Zack Greinke, ma non ci sarà spazio per errori, al minimo cenno di cedimento Baker potrà rivolgersi ai migliori del bullpen che non hanno lanciato negli ultimi due giorni. 

Per concludere, già sapendo di attirarmi le ire di molti appassionati specialmente quelli di Boston, per me il Fenway Park dovrebbe essere trasformato in un museo del baseball, ormai obsoleto e non più in linea con il gioco moderno.

 

E’ senz’altro il tempio che rappresenta e ha rappresentato il baseball come detto in apertura ma la sua forma geometrica ha un impatto troppo influente per come è strutturato il gioco al giorno d'oggi.  Le distanze da casa base alle tribune, in metri, da sinistra a destra sono le seguenti: LF 94,49 mt – LC 115,52 – CF 128,02 – RC 116,82 – RF 92,05. A questo si aggiunge il Green Monster, senza dubbio molto caratteristico, ma che, allo scopo di evitare una distanza troppo corta per gli HR, viene innalzato di 11,33 mt.

 

Queste distanze esageratamente ridotte, come per lo Yankee Stadium e lo stesso per il campo sinistro a Houston, favoriscono troppo il gioco di attacco. Sarei curioso di sapere quanti HR terminati nelle prime file del Green Monster sarebbero finiti nel guanto in uno stadio dalle dimensioni diciamo accettabili. Quello di Devers ieri sera ne è l’ultimo esempio. Oppure delle normali volate che sarebbero facili eliminazioni, battendo contro il Green Monster si trasformano in valide. Le ridotte dimensioni influiscono anche sulla corsa sulle basi riducendo molto spesso l’avanzamento dalla prima alla terza o dalla seconda a casa base.  Queste sono mie considerazioni che ovviamente non incontreranno i favori di tutti, ma ci tenevo ad esternare questa mia opinione. 

 

Tornando ai playoff, stasera alle 23:08 ore italiane ci aspetta un’altra importante gara con i Braves che si recheranno a Los Angeles per Gara 3. I Braves si affideranno a Charlie Morton mente sul monte per i Dodgers vedremo Walker Buehler.

 

A seguire alle 2:08, potremo assistere a Gara 4 tra gli Astros e Red Sox. Per  Boston, Alex Cora consegnerà la palla a Nick Pivetta che in due apparizioni di questa postseason ha lanciato 8,2 riprese con un PGL 3,12 e 11 SO.

Come già detto, per gli Astros vedremo Zack Greinke. 

 

Frankie Russo

 

Sotto come sempre il condensato della gara

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