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Quando corri guarda la palla

di Frankie Russo

da Baseball Excellence

E’ una tecnica che pochi coach insegnano, anzi, molti giovani coach insegnano proprio il contrario.  Le frasi che più si sentono sui campi delle giovanili, in particolare U12 e U15, sono:

Non guardare la palla quando corri”

Lascia che sia il coach a guidarti”

Non correre fino a quando non te lo dice il coach”

Questi sono consigli sbagliati e sono frasi che non vengono proferite dai bravi coach.  Il motivo per cui vengono pronunciate è perché i giovani giocatori lasciati liberi di correre a loro piacimento, spesso commettono errori e possono porre fine a un big inning. E’ ovvio che i ragazzi delle giovanili non hanno la consapevolezza e la disciplina mentale di prendere le giuste decisioni. La domanda da porci però è: Allora, quando è il momento giusto per imparare? I genitori (spesso sono anche coach) pensano nella categoria U18. I coach dell’U18 invece sostengono nelle giovanili.

La verità è che questa è solo una delle 100  tecniche che NON vengono MAI insegnate ai ragazzi delle giovanili. Molti giovani non sviluppano un'intelligente mentalità di come correre sulle basi. Essi non imparano mai a prendere una loro decisione in una frazione di secondo. Questi ragazzi sono persi una volta che arrivano sul campo con dimensioni regolamentari. Quando si arriva sul campo con le basi poste a 27 metri, il gioco non consiste più nell’avanzare di  una base alla volta, le aspettative sono maggiori.

 

I suggeritori non danno il “vai” ai corridori; possono solo fermarli.

A partire dalla categoria U18 e oltre, i migliori corridori non sono i più veloci, sono sempre i più intelligenti. Istintivamente sono in grado di anticipare l’azione e correre da soli. Questi sono i giocatori che praticano la corsa sulle basi con impegno durante gli allenamenti e misurano i loro limiti.

Esercizio: Posizionate i giocatori a casa base e fungate palle all’esterno. I corridori devono effettuare la giusta corsa relativa  a una battuta all’esterno girando largamente la prima. Se la palla supera l’esterno o se non viene raccolta pulitamente,  il corridore non deve interrompere la corsa, ma deve proseguire per la seconda.

 

Durante il BP il coach deve chiamare un batti e corri. Dopo tre passi il corridore deve guardare il box di battuta e reagire a seconda di dove è stata battuta la palla. Deve proseguire per la terza se la palla va all’esterno, deve scivolare in seconda se la palla è battuta in diamante, deve posizionarsi  tra la prima e seconda su una volata a seconda della distanza della volata stessa.

 

Un comportamento scorretto è vedere un corridore, specie U10 e U12, arrivare in prima per base su ball, superare la base fissando il lanciatore invitandolo a tirare in base. Se questo succede, il corridore sprinta verso la seconda senza che la difesa intervenga poiché il coach non vuole prendere il rischio che la palla comincia a vagare per il campo.

 

Ancora peggio è quando il lanciatore si ferma con la palla in mano e fissa il corridore sfidandolo a correre. A sua volta il corridore sta lì battendo le mani (è una mancanza di sportività) invitando il lanciatore a tirare.

 

Peggio di entrambi i casi menzionati, è quando la palla è battuta all’esterno e viene tirata al lanciatore che corre sul monte e chiama tempo per fermare i corridori. E questo cosa significa? Siamo sicuri che stiamo insegnando il modo giusto di giocare?

 

Il coach ha il dovere invece di insegnare il gioco dove il lanciatore copre la terza e ad  ogni altro giocatore viene insegnato a tirare e prendere la palla, non a chiamare tempo!

Il coach deve insegnare come eseguire correttamente la trappola e non di avere paura di sbagliare.

 

Un’altra frase sbagliata che si sente nelle giovanili è “Non guardare la palla, guarda la base successiva e corri quando lo dice il coach (ci riferiamo al pesta e corri). Che significa guarda la base successiva?

E se il corridore non riesce a sentire il coach? E se ci sono più corridori sulle basi e il coach vuole che solo uno avanzi? E che succede se un tifoso poco sportivo grida “vai” prima che la palla venga toccata e induce il corridore a partire in anticipo?  Non solo il corridore deve imparare a guardare la palla fin quando non tocca il guanto del difensore, ma il coach deve insegnare il modo giusto di osservare a seconda di quale esterno effettua la presa.

Quando il corridore  è    in terza base deve posizionare il piede sinistro sul sacchetto e il piede destro sulla linea. In questo modo non deve girarsi per vedere la palla e ha l’intera azione di fronte.

 

Quando  è    in seconda, il corridore deve toccare il sacchetto stando di fronte all’esterno sinistro per le battute a sinistra e al centro. Deve invece rivolgersi verso il dugout di prima sulle palle battute a destra. Al corridore va ricordato di tornare velocemente sulla base appena vede che la palla è stata battuta in aria.

 

Il corridore in prima, invece, raramente esegue il pesta e corri. Deve allontanarsi il più possibile al punto però di essere in grado di tornare in prima se la palla è presa al volo.

 

Ogni volta che al corridore si presenta l’occasione del pesta e corri, egli deve guardare la palla fino a che è toccata, poi sprintare verso la base successiva. Se il coach di terza ritiene che non deve proseguire, egli deve alzare entrambe le braccia e gridare “torna” o “fermo”, o qualsiasi parola che non finisca con “ai”.

 

L’ultimo caso sono i lanci a terra. Ai ricevitori s’insegna di cadere sulle ginocchia e bloccare la palla, non di prenderla. Spesso la palla rimbalzerà a 1 o 2 metri. Il corridore deve saper trarre vantaggio anticipando e leggendo la traiettoria, prendere un ulteriore passo e sprintare verso la base successiva. Lanci a terra sono da aspettarsi generalmente quando il lanciatore è in vantaggio nel conteggio sperando che il battitore giri a vuoto.

 

Queste piccole attenzioni permettono a corridori intelligenti di essere più efficaci dei corridori veloci. Corridori che non conoscono questi aspetti del gioco generalmente tornano alla base di partenza poiché il coach non ha il tempo di dargli il “via”. Anche questo aspetto può fare la differenza.

 

Coloro i quali arrivano alla categoria U18 e hanno acquisito questi istinti, generalmente sono quelli che eccellano e hanno più possibilità di successo.

 

Frankie Russo

 

 

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