Il connubio Baseball e Arte

Paul Clemens - Two Umpires (1938)
Paul Clemens - Two Umpires (1938)

di Michele Dodde 

Il Baseball nell’Arte o l’Arte nel Baseball?

 

Il connubio si semplifica se si considera che entrambi sono frutto di un’aristocrazia del pensiero e sviluppo di una manualità fuori dal comune. In effetti il baseball è stato un pregevole soggetto per litografie, quadri e sculture che hanno contribuito non poco a dare carisma alla disciplina sportiva ed alla sua divulgazione ma di concerto a sublimare anche la qualità dei tratti di molti artisti divenuti poi famosi o dimenticati tra le pieghe del manierismo. Sicuramente è divenuta interessante la ormai celebre litografia a colori del 1866 realizzata da Carrier and Ives raffigurante la gara di campionato del 3 agosto del 1865 tra le formazioni degli Atlantics e dei Mutuals, i primi vinsero per 13 a 12, presso gli Elysian Fields in Hoboken, New Jersey. Licenziata come “The American National Game of Base Ball” essa mostra la visione completa di un campo di gioco, la particolare divisa delle squadre, la quasi nulla attrezzatura

( i giocatori non indossavano i guanti ma afferravano la pallina a mani nude ed è per tale motivo che essi venivano chiamati Bare Hands ) ad esclusione della mazza per battere la palla, il dug out quasi misto agli spettatori e l’insolita posizione dell’Umpire che è quel distinto signore con tanto di leggero soprabito e cappello a tesa larga.

 

Ancor più questa litografia dà carisma testimoniale sia all’area di New York, ovvero Hoboken, dove le gare dunque venivano giocate da squadre professioniste già prima del 1871, sia indirettamente agli Atlantics di Brooklin che compirono l’impresa di vincere nel 1870 contro i Reds tagliando la loro lunga striscia di 130 vittorie consecutive.

 

In verità l’incontro del 3 agosto del 1865 tra gli Atlantics ed i Mutuals richiamò anche l’attenzione della cronaca come ampiamente fu riportato dal Frank Leisle’s Illustrated Newspaper il 26 agosto del 1865 mentre la storica impresa degli Atlantics contro i Reds fu immortalata da una tavola dall’attento Harper’s Weekly del 2 luglio del 1870 riportante altresì la gustosissima figura dell’umpire indossare una elegantissima giacca lunga tipo redigot ed in testa calzare un cappello a cilindro, entrambi di flanella blu da cui poi il nomignolo, che diede l’idea al cortoonist Hector Sapia per il suo enigmatico Conte di Piombo.

La produzione pittorica di Carrier and Ives spaziò poi verso altri soggetti e la loro manualità fu ampiamente apprezzata dai critici, tuttavia per la cronaca la prima tavola inerente il baseball fu pubblicata, sempre dalla Harper’s Weekly, il 15 ottobre del 1859 (tavola sotto). Da notare tuttavia come nella pubblicazione di questa tavola, dove simpaticamente si nota come l’umpire fosse comodamente seduto dietro al ricevitore, l’allora direttore del settimanale la pose sotto un’altra tavola inerente il gioco del cricket nell’intenzione certa, dandone notizia, di far notare similitudini e chiare diversità. 

 

Il connubio Baseball Arte comunque da allora divenne un appassionante veicolo che incantò pittori di fama, sconosciuti imbrattatele e qualificati scultori tra cui Isaac Broome che andò a realizzare nel 1876 un espressivo “Pitcher” in porcellana, visibile nel New Jersey State Museum, e Mark Lundeen che nel 1985 fuse in bronzo la figura dell’amabile “Casey at the Bat”, ora posto presso la National Baseball Library.

 

Va comunque evidenziato che tutti questi artisti nelle loro diverse peculiarità sono stati tutti uniti nel ricercare ed immortalare con grande efficacia lo spirito del baseball ed i suoi personaggi. 

Per ora ci soffermiamo a parlare dei pittori Paul Clemens e Norman Rokwell.

 

Il primo perché durante un suo vernissage ebbe la visita di quell’affascinante e sofisticata attrice del teatro e del cinema hollywoodiano degli anni quaranta (riceverà un meritatissimo Oscar nel 1944 per l’interpretazione accanto al già affermato Cary Grant nel fim “Il Ribelle”) che fu Ethel Barrymore.

 

La diva fu attratta ed affascinata da un dipinto ad olio, 10 x 16 inches, che ritraeva due uomini in blu che confabulavano tra un inning e l’altro. Resa famosa per le sue perentorie affermazioni o commenti tra cui “La felicità si insinua nella tua vita attraverso una porta che non sai di aver lasciata aperta”, narra la cronaca che la Barrymore, nel comprare il quadro per la sua personale collezione, rivolgendosi all’attonito Clemens gli dichiarò la sua forte avversione per il soggetto concludendo: “E lo sa cosa ha dipinto?  Due boia. Perché questo è quello che sono, e lei, come tutti, ne è certamente consapevole. Sono due boia”. Il quadro, divenuto così celebre suo malgrado, è Two Umpires ed è datato 1938. (Foto in home page)

 

Del secondo perché con Norman Rockwell si parlerà ancora di Umpire. Di questo particolare artista si è già detto qualcosa in un precedente articolo ma divenuto lo stesso una unica e preziosa fonte di conoscenza della mentalità sociale statunitense riuscendo con i suoi dipinti a delinearla con garbata ironia in tutti i suoi aspetti, piace ricordare un curioso aneddoto su quel brillante “Game Called Because of Rain”.

 

Norman lo realizzò nel 1948 ritraendo gli umpire Larry Goetz, Bean Readon e Lou Jorda nel satirico momento di esprimere un “Difficile Giudizio”. Nel 1949 l’editore del “Saturday Evening Post”, cui l’artista collaborava, scelse il quadro per la copertina del 23 aprile per richiamare l’attenzione dei lettori sull’inizio della stagione del baseball e per evidenziare ancora una volta quell’eterna compassata e radicata avversione verso gli uomini in blu.

Quando il settimanale uscì nelle edicole il buon Norman si adombrò non poco con l’editore del Post perché a sua insaputa il suo quadro era stato manipolato dal responsabile della grafica del settimanale cancellando di fatto la sottile e lieve linea all’intrinseco significato di “Difficile Giudizio”. Infatti nel quadro originale, alle spalle degli umpire, l’artista aveva disegnato un cielo da una parte parzialmente plumbeo e dall’altra uno sfondo chiaro e terso. Sulla copertina invece, dietro agli umpire, il grafico aveva manipolato il cielo riempiendolo completamente di nubi rendendo così agli umpire la giusta via per emettere un “Facile Giudizio”.

 

Ed il viaggio nell’Arte continua.

 

Michele Dodde

 

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