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Gli albori del gioco

Il murales all'interno del Great American Ball Park (casa dei Cincinnati Reds)

di Andrea Salvarezza

Come giunsero negli Stati Uniti i vari «bat-and-ball games» da cui poi scaturì il National Pastime Americano? Con ogni probabilità essi furono importati dai bambini inglesi che traversarono l’Atlantico con le loro famiglie, all’interno del più ampio processo di migrazione culturale in cui generazioni successive di coloni portarono nel Nuovo Mondo aspetti significativi delle loro tradizioni politiche e folkloristiche. Al di là delle variegate e difformi origini del gioco, infatti, è certo che esso arrivò in America grazie alla diretta influenza culturale inglese:

«there is little doubt that baseball’s implantation and nourishment in colonial America was almost exclusively the immediate product of English cultural influence»

Il primo «bat and ball game» ad essere praticato nelle colonie americane dai Padri Pellegrini fu molto probabilmente lo stoolball (letteralmente “palla-sgabello”, antesignano diretto del cricket): nel 1621 a Plymouth, una delle prime colonie inglesi in America e primo insediamento stabile in New England, poi confluito in quello che sarebbe diventato lo stato del Massachusetts, il Governatore Bradford si indigna nel vedere gli ultimi coloni arrivati che nel giorno di Natale giocano a stoolball anziché lavorare.

 

Per quanto riguarda il baseball, l’annotazione più lontana nel tempo è stata a lungo fatta risalire erroneamente a Reverend Thomas Wilson, teologo Puritano di Maidstone (Inghilterra): nel 1700 il Reverendo avrebbe riferito in un passo di aver visto anni prima praticare diversi sport (tra cui il «baseball») nel “Lord’s day”, il giorno del Signore (la domenica). Ricerche più recenti hanno però svelato che la versione originale della citazione conteneva la parola «stool-ball», e non «baseball»; inoltre la datazione del passo è sbagliata (è del 1672, non del 1700), ed errata è anche l’attribuzione a Reverend Wilson, poiché non fu egli l’autore bensì il di lui biografo George Swinnock: la notazione dunque conferma la popolarità dello stoolball, ma non dice nulla circa l’introduzione della parola “baseball”.

Il termine compare così per la prima volta nel 1744 in A Little Pretty Pocket-Book, pubblicato a Londra da John Newbery115: il libro contiene brevi descrizioni di alcuni giochi accompagnate da preziose xilografie che ne rappresentano le illustrazioni più antiche ad oggi rintracciate. Fra i trentadue passatempi descritti nella raccolta di Newbery si trova anche il baseball, illustrato da una breve descrizione in versi seguita da una “morale”:

«BASE-BALL.

THE Ball once struck off, Away flies the Boy

To the next destin’d Post, And then Home with Joy.

 

MORAL.

 

Thus Britons, for Lucre Fly over the Main,

But, with pleasure transported Return back again»

Nella foto sopra: L’illustrazione mostra tre giovani intenti a praticare un tipico «hit-the-ball base- running type of game». Ognuno staziona presso un paletto di legno infisso nel terreno: uno dei giocatori è pronto a battere la palla con la mano, un altro è in procinto di lanciare e il terzo è pronto a mettersi a correre qualora il battitore riesca a colpire la palla. Manca la mazza, le basi sono ancora contrassegnate con dei paletti, e si tratta certamente di una versione semplificata… ma non vi sono dubbi che si tratti di un gioco che nella sua sostanza è vicino al baseball moderno.

 

È dunque A Little Pretty Pocket-Book, nell’edizione più datata nel tempo tra quelle oggi esistenti (quella inglese del 1760), a contenere la testimonianza più antica tuttora rintracciata della parola «BASE-BALL».

 

A distanza di pochissimi anni dalla pubblicazione del libro di Newbery appare un’altra annotazione rilevante: da una raccolta di lettere di Mary Lepel apprendiamo che la stessa Lady Hervey (così ribattezzata quando divenne damigella d’onore del Principe di Galles), in una lettera del 14 novembre 1748, scrive di un gioco chiamato:

 

«base-ball, a play all who are, or have been, schoolboys, are  well acquainted with».

 

A Little Pretty Pocket-Book, pubblicato a Londra da John Newbery nel 1744, contiene la testimonianza più antica ad oggi rintracciata della parola «Base-Ball».

La pagina sopra riprodotta è tratta dalla terza edizione pubblicata in territorio americano, la Worcester Edition del 1787, stampata per merito di Isaiah Thomas.

La testimonianza permette di stabilire che prima del 1750 una forma basilare del gioco era già molto popolare in Inghilterra, almeno tra i bambini. In realtà la lettera dice che anche «ladies and gentleman» trovavano divertimento in esso, per cui è probabile che lo praticassero anche ragazzi più grandi o adulti.

 

Negli Stati Uniti la prima annotazione relativa al gioco oggi riscontrata è leggermente più recente: nel 1778 George Ewing, rivoluzionario americano, annota nel suo diario di aver giocato a «base» a Valley Forge il 7 aprile di quell’anno.

 

È la più antica testimonianza tutt’oggi rintracciata di un vero gioco di baseball praticato in America. Ewing cita in due occasioni anche il cricket («wicket»), mostrando così come al tempo i giovani ragazzi americani, nonché i soldati di George Washington, fossero soliti giocare a diversi «bat and ball games»

 

Segue

 

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Tratto da A. Salvarezza, Eccezionale quel baseball! L'origine dell'isolazionismo americano negli sport, Dottorato di ricerca in critica storica giuridica ed economica dello sport (relatore: Adolfo Noto), ciclo XXII, Teramo 2009.

 

 

 La Tesi di Andrea Salvarezza

 

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