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Lanciare strike

Tommy Gilligan-USA TODAY Sports

di Frankie Russo

tratto da The Season dal titoloMy Kid Gives Up Too Many Hits!

Dan Spring fu selezionato nel 2003 dai Detroit Tigers e ha speso gli ultimi 10 anni insegnando baseball giovanile a oltre 17.000 ragazzi. Attualmente coordina la Spring Training Baseball Academy in Palos Verdes, California oltre a gestire il sito Eye Black Academy.

Una delle più frequenti preoccupazioni che mi sento dire dai genitori di giovani lanciatori è:

 

Mio figlio non tira forte abbastanza.” Oppure: “Cosa posso fare per farlo tirare più forte?”. E ancora: “Tira molti strike, ma vorrei che tirasse più forte”.

Vi posso dire in tutta sincerità che secondo me, a tutti i livelli, compreso il baseball giovanile (dai 6 ai 12 anni), la velocità è esageratamente considerata. Vi posso garantire che i coach che si lasciano incantare dal radar, e ne conosco a centinaia, non hanno mai lanciato.

I lanciatori ad alto livello sanno che se un lancio non attraversa la zona dello strike, indipendentemente da come tirano forte, non è un buon lancio. E a dispetto del fatto che si vedono molti scout con i loro radar quando devono valutare un lanciatore, state certi che stanno osservando almeno altri tre fattori.

In ordine di importanza sono:

  1. Locazione
  2. Rotazione
  3. Velocità

Locazione consiste nella costanza di tirare dove vuole, di come riesce a comandare i suoi lanci.

 

Rotazione consiste nella qualità di movimento che un lanciatore riesce ad imprimere alla palla, sia esso un lancio veloce o un off-speed.

 

Velocità è semplicemente ciò che segnala il radar.

 

Nel baseball giovanile, l’unico dei questi 3 elementi che veramente interessa è la locazione. Più in generale: Riesce il lanciatore a tirare strike con consistenza? I giovani lanciatori non dovrebbero tirare curve o preoccuparsi di tirare cutters, quindi possiamo tralasciare la rotazione fino a quando non diventino teenagers.

 

Ad ogni livello, la velocità è inutile se il lanciatore non riesce a tirare strike, ed è ancora meno importante perché c’è poco che un giovane può fare per aumentare la velocità. La maggior parte di guadagno in MPH che un giovane lanciatore può realizzare, è semplicemente il risultato di una maturazione fisica naturale.

La differenza fisica nell’età giovanile può essere molto evidente; tutti abbiamo visto ragazzi di 12 anni che ne dimostrano di più, e tutti abbiamo visto ragazzi di 12 anni sembrare ancora dei bambini. Se entrambi questi giocatori hanno le stesse abilità atletiche, di sicuro il più grande tirerà anche più forte, e non perché è “più bravo”, ma semplicemente perché è più grande ed è fisicamente più forte.

 

Ma quando entrambi avranno 16 anni e la differenza nel fisico diminuirà, anche la forza sarà uguale.

 

Quindi, in base a queste conoscenze, come coach, cosa dobbiamo fare?

 

Non preoccuparci della differenza del fisico. Non possiamo sapere quando il ragazzo inizierà il suo pieno sviluppo e quindi paragonare la statura e la forza a quell’età è totalmente inutile. Se poi questa condizione ci preoccupa, allora dobbiamo accertarci che il ragazzo abbia una giusta alimentazione.

 

Concentratevi nel migliorare la tecnica e la meccanica. Sapete perché? Perché il ragazzo verrà fuori alla distanza, indipendentemente dalla sua statura. I “più grandi”, o i “più talentuosi” che contano sulla loro forza e hanno successo solo in conseguenza della loro presenza fisica, si accorgeranno che quando la statura e l’atleticità saranno uguali,  non avranno imparato nulla perché non ne hanno mai avvertito la necessità. Se non hanno imparato a localizzare e comandare i loro lanci, quella che una volta era una veloce dominante, rientrerà nella media e mancherà di quella efficienza sufficiente per eliminare gli avversari. Dall’altra parte, il giocatore che ha imparato la corretta meccanica e come tirare strike sin da giovane, sarà sicuramente un migliore lanciatore una volta raggiunta la sua maturità.

 

Una palla lanciata a 100 mph è inutile se non è uno strike.  Personalmente ho giocato con un giocatore dei Tigers che sistematicamente tirava a 100 mph. Il problema era che non aveva controllo. Nonostante avesse il lancio più veloce di tutti, il giovane spese 6 anni nelle minors. E sapete perché? Perché non sapeva tirare strike. Fortunatamente per lui, maturò mentalmente come giocatore, ridusse di qualche miglio la velocità tirando a circa 96 mph. E sapete dov’è finito quasi immediatamente una volta che ha cominciato a tirare più strike? Esatto, nella major league.

Nelle giovanili i migliori lanciatori concedono più valide. E come può essere? Basta riflettere un attimo. Quando un lanciatore tira nella zona dello strike, due cose possono succedere: o è uno strike (chiamato, girato a vuoto, foul ball), o la palla è messa in gioco. E ogni volta che la palla è messa in gioco, è un buon segno perché è lì che si fanno la maggior parte degli eliminati. Ovviamente, i giovani non faranno tutte le giocate che fanno nelle majors, ma non significa neanche che la strategia del lanciatore di tirare strike forzando i battitori a mettere la palla in gioco sia sbagliata.

 

Questi sono alcuni dati che possono confermare la mia filosofia. Nel 2013, i battitori delle majors hanno realizzato un totale di 36.426 strike out, più di qualsiasi altro anno nella storia. Sono state giocate 2.430 partite in campionato e presumendo 54 eliminazioni per gara (27 ogni squadra), c’è stato un totale di 131.220 eliminazioni. Questo ci porta alla conclusione che circa il 28% delle eliminazioni sono state strike out o, detto in altre parole, due terzi delle eliminazioni si sono verificate  quando la palla è stata messa in gioco.

 

Quindi, se come coach non insegniamo ai nostri ragazzi a “lanciare per contatto”, allora stiamo insegnando loro poco o niente. Nella mia lunga esperienza come coach di ragazzi sotto i 12 anni, quando si chiede a un lanciatore di “eliminare il battitore al piatto”, cosa pensate che essi cercano di fare? Naturalmente tirare più forte. E quando cercano di tirare più forte, quale sono gli effetti del loro controllo? Più ball e più basi su ball. Per quanto mi risulta, resta un po’ difficile eliminare qualsiasi avversario quando trotta verso la prima base appena regalata.

 

Frankie Russo

 

 

Articolo pubblicato il 23 marzo 2015

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Commenti: 6
  • #1

    Bonacci Sonia (lunedì, 23 marzo 2015 20:18)

    se è vero ciò che dice quanto la mente contribuisce allo strike , può solo la meccanica influire sul buon risultato o la mente fa vacillare?

  • #2

    ROLANDO (giovedì, 21 luglio 2022 07:51)

    Sempre precisi e tecnici gli spunti di Frankie.
    @ Sonia - La mente gioca un effetto fondamentale nella performance di un lanciatore. Ci sarebbe da parlarne per qualche mezza giornata, ma fondamentalmente la stabilità e la concretezza di un lanciatore, nel tempo, la da, oltre la meccanica, proprio l'aspetto mentale. E' proprio la mente, che in circostanze di pressione agonistica, gioca dei brutti scherzi. Pensate solo, che un giocatore sotto pressione, subisce un calo della performance fino al 40% se non riesce a controllarla, pertanto, ragionando, se un giocatore è buono diventa mediocre, ma se è mediocre, purtroppo il calo è così importante che si fa completamente sopraffare dalla pressione.
    Parlando di meccanica, bisogna tenere conto di tutte quelle che sono le "preferenze motorie" di ogni singolo lanciatore. Spesso ci ritroviamo ad allenare i ns. lanciatori nello stesso modo, ma non consideriamo quelli che sono gli aspetti motori di ogni singolo essere umano, che sono "propri" di ogni persona e NON possono essere cambiati, in quanto impressi dentro di loro nel periodo fetale. Molto spesso, capita, che un ragazzo non riesce a muoversi come vogliamo e non capiamo il perchè...
    Sicuramente, conoscendo le preferenze motorie del ragazzo (con dei piccoli test), e cambiando a quel punto approccio, i risultati cambiano "radicalmente".

  • #3

    Frankie (giovedì, 21 luglio 2022 08:30)

    Grazie Rolando, ci sforziamo sempre di trovare articoli che possano servire alla causa. Buon lavoro

  • #4

    Davide Zuccon (giovedì, 21 luglio 2022 11:22)

    Buongiorno, molto utili questi spunti di riflessione.
    Nei corsi tecnici di base però affermano l'esatto contrario, ovvero che nelle prime fasi bisogna dare maggiore importanza alla velocità piuttosto che alla precisione del lancio. Faccio un esempio pratico: il consiglio che si dà ad un ragazzino dell'U12 prima di salire sul monte non deve essere "cerca l'area di strike" ( questo ovviamente a discapito del bel gioco in quanto si vedranno tantissime BB) poiché questo lo predispone a tirare piano, ma bensì "tira con tutta la forza che hai". Questa inversione di tendenza viene giustificata dal fatto che prima si genera nel ragazzo la mentalità di sfruttare le proprie potenzialità fisiche al massimo, solo successivamente si lavora la meccanica per aumentare la precisione. Purtroppo non essendo mai stato un lanciatore non saprei quale teoria sposare nella mia attività di manager

  • #5

    ROLANDO (giovedì, 21 luglio 2022 12:50)

    Salve Davide,
    mi riesce difficile pensare che ai corsi tecnici venga detto questo, io ne ho dati e fatti tanti, ma non ho mai sentito questo tipo di indicazioni.
    Come si può dare input di tirare forte ad un ragazzo, se non si conoscono nemmeno le sue preferenze motorie? Si rischia di fargli del male.
    Allora diciamo così, prima conosco il ragazzo, lo metto in condizioni di lanciare a seconda delle sue capacità motorie e a quel punto, essendo lui completamente a suo agio con il movimento, vedrà che tirerà la palla al massimo, poiché riuscirà a tirare fuori il massimo dal suo corpo.

  • #6

    Pino Bataloni (giovedì, 21 luglio 2022 18:56)

    Concordo con Rolando, anche io provenendo dal lontano passato, ho fatto, come fiduciario CNT, molti corsi, ma mai insegnato di dare maggiore importanza a lanciare forte nelle prime. fasi. Lanciare forte proviene dal proprio DNA , dalle proprie capacità motorie, dalla meccanica corretta, coerente con le capacita motorie, ed infine, per i giovani nella prime fase tener conto del processo di ossificazione che si conclude tra i 16-18 anni.