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Com'è nato il Bullpen moderno

di Frankie Russo

Traduzione dall'articolo su fivethirtyeight.com

How Bullpens Took Over Modern Baseball

Charles “Charlie” Feeny, un giornalista sportivo che nei suoi 40 anni di attività dal 1946 al 1986 seguì i NY Giants, NY Yankees, NY Mets e Pittsburgh Pirates, ebbe una volta a dire:

 

“Statemi ben  a sentire. Potete mettere in quel dugout il più bravo manager del mondo e me nell'altro con i due più bravi rilievi. Vi garantisco che vincerò tutte le partite!” Il 9 luglio scorso i NY Yankees giocavano a Cleveland e dopo 6,2 inning, con il punteggio di 4 pari, il partente Brandon McCarthy fu sostituito sul monte dal rilievo Matt Thornton che con solo due lanci a 97mph eliminò l’avversario con una rotolante. 

 

L’inning successivo salì sul monte Dellin Betances, partente nelle minors, ma trasformato in rilievo nelle majors, che eliminò tre battitori con solo dieci lanci di cui quattro a 99mph.

Seguirono Adam Warren per 1,1 inning con 12 palle veloci a 95mph; poi David Huff, che dopo aver affrontato tre battitori senza eliminati, fu sostituito da Shawn Kelly per due inning senza concedere punti fino a quando nel 14° segnarono gli Yankees. Con 14 lanci il closer David Robertson chiuse l’inning per una vittoria di 5-4. Al contrario dei suoi compagni nel bullpen, Robertson non domina con la palla veloce, ma principalmente con il “cutter” che ha abbastanza movimento per ingannare l’avversario.

 

Oggi giorno la maggiore parte dei rilievi hanno una palla veloce che mediamente viaggia  intorno ai 97/100mph e il loro utilizzo è diventato sempre più frequente. Il semplice fatto che i partenti non lancino più per molti inning ha fatto crescere la necessità di avere potenti e fresche braccia nel bullpen.

 

Grazie a Baseball-Refernce è possibile ora monitorare l’utilizzo dei rilievi negli ultimi 50 anni:

La tendenza nell'ultimo mezzo secolo è molto chiara. Nel 1964 (quattro anni dopo l’introduzione della regola delle “salvezze”), le squadre utilizzavano mediamente 2,58 lanciatori per partita, compreso il partente; oggi se ne utilizzano mediamente 3,92. Nel ’64, i rilievi lanciavano mediamente 2,64 inning per partita; oggi ne registrano più di tre inning per partita. Ma ciò che maggiormente si evidenzia è il rapporto tra numero di rilievi utilizzati e il numero di inning che essi lanciano.


Ma l’utilizzo del bullpen non è stato sempre così. Nel 1960, lo scrittore sportivo Jerome Holtzmann introdusse la statistica delle “salvezze” per meglio riconoscere i meriti a lanciatori di rilievo, quali Joe Page e Hoyt Wilhem, per il loro lavoro nel rimpiazzare i partenti e spesso lanciando più inning per preservare una vittoria.


Nei successivi 25-30 anni, l’utilizzo del bullpen ha continuato lentamente la sua evoluzione fino al punto di utilizzare rilievi per più inning.

La persona alla quale si attribuisce maggiore merito per il cambiamento è Tony La Russa. L’ex manager dei White Sox, A’s e Cardinals, ritenne che adeguando le caratteristiche di un rilievo alle specifiche situazioni di gioco,  questi potesse aiutarlo ad avere più successo.  Quindi, se oggi vi chiedete perché un manager utilizza tre differenti rilievi nello stesso inning, magari anche per affrontare destro contro destro o sinistro contro sinistro, sappiate che il merito (o, se preferite, la colpa) è di Tony La Russa.

 

Ciononostante, potrebbe sorgere il dubbio se molti manager farebbero lo stesso utilizzo di tanti rilievi se non avessero nel pen lanciatori forti da 95-100mph. Pertanto, con l’aiuto di FanGraphs, siamo in grado di rispondere alla domanda: Quale è la percentuale di lanciatori di rilievo che lanciano a 95mph e più, rispetto al passato?

Seppure è solo dal 2002 che è possibile avere una valida misurazione della velocità, il lasso di tempo è sufficiente per darci una idea: Siamo solo a due terzi della stagione e si è potuto registrare che circa il doppio degli inning è già stato lanciato da lanciatori che tirano a 95 e oltre rispetto a 12 anni fa.


Perfetto, adesso sappiamo che i manager utilizzano più rilievi e che la maggior parte tirano forte. Ma quello che interessa è se questo utilizzo del bullpen sta dando migliori risultati.

Per verificare questo fenomeno, abbiamo posto un’altra domanda a Baseball-Refernce ed è risultato che la media dell’OPS+ concesso dai rilievi è sceso drasticamente negli ultimi 45 anni. La differenza tra partenti e rilievi ha registrato un forte incremento nella seconda metà degli anni ’90 quando la formula La Russa ha veramente cominciato la sua piena applicazione.

Il periodo di paragone è maggiore e ci indica come nel 1988, l’OPS+ concesso dai partenti e rilievi era quasi uguale: ora invece i rilievi stanno lanciando costantemente meglio dei partenti. E’ un cambiamento che va anche di pari passo con il sopra menzionato maggior utilizzo di rilievi. I Managers sono diventati più furbi per il fatto che hanno capito che gli inning più importanti vanno affidati ai rilievi più efficienti e spesso i rilievi sono ancora più avvantaggiati conoscendo le debolezze degli avversari.

Questi dati ci danno una giusta ragione del “perché”.  Capire il motivo per cui i rilievi tirano sempre più forte e meglio, è un po’ difficile in quanto è un giudizio soggettivo. E’ possibile, però, che gli addetti ai lavori riescano meglio a individuare quali lanciatori devono essere convertiti in rilievi e quali rimanere partenti. Lo stesso modo in cui gli Yankees hanno capito che Betances avrebbe avuto migliore successo come rilievo, e come i Cincinnati Reds hanno resistito alla tentazione di trasformare  Aroldis Chapman in partente e lasciare invece che la sua elettrizzante palla veloce lo facesse diventare un closer dominante. Chapman da solo potrebbe falsare i numeri riportati dato la frequenza con cui lancia e gli incredibili risultati che riesce ad ottenere. Baseball Savant ci dice che quest’anno Chapman ha lanciato 257 palle veloci a 100+mph mentre tutti gli altri lanciatori della majors combinati ne hanno lanciati 103!

 

Molti articoli inerenti il Tommy John surgery hanno spiegato perché vediamo più frequentemente lanciatori che cercano sempre più la velocità. Una teoria è che gli adolescenti scelgono lo sport da praticare in età più giovane e quando scelgono il baseball la loro priorità è di potenziare il braccio rendendoli, di conseguenza, più suscettibili a subire infortuni. Il fatto che molti possano tirare più forte e che molti sono spesso sulla lista degli infortunati, fa si che i rilievi siano più fragili (con alcune eccezioni come Betances e Chapman).

Risultato finale è che le squadre scelgono alcuni di questi lanciatori potenti, ma ne hanno sempre un certo numero in serbo in caso di infortuni.

 

In definitiva possiamo affermare che vedremo i lanciatori sempre con meno lanci, ma la tendenza ad avere lanciatori con braccia come cannoni fa parte del futuro.

 

 

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