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Quando leggere altrove è istruttivo…

 DJ Suonandajie (Photo Amy Kontras for The New York Times) 

di Michele Dodde

Potrebbe sembrare un paradosso ma sono fermamente convinto che gli attuali quotidiani sportivi italiani, avendo indirizzato del tutto l’attenzione degli appassionati di sport esclusivamente verso il gioco del calcio e la sua emergente miseria economica, non sarebbero mai stati capaci di illustrare agli italiani in modo coinvolgente cosa sia e cosa significhi per gli statunitensi il gioco del baseball così come ha fatto invece “Il Foglio”, un giornale da molti imitato ma da nessuno eguagliato e che si misura con i fatti e con la loro interpretazione. Ed ecco infatti che sulla pagina due di questo apprezzato e ricercato contenitore di svariati segmenti culturali sul numero abilitato al week end di sabato 12 febbraio, a firma di Joseph H.H.Weiler, appare un significativo articolo inerente a quello che “è molto di più di uno sport: è pura cultura”  ovvero il gioco del baseball che in sintesi è “il simbolo dell’eccezionalismo americano”.

Ora per dare una sintesi veritiera all’articolo basterebbe citare l’affermazione di Weiler quando, confessando che è anche un appassionato di calcio, va a precisare che “se mia moglie è il calcio, la mia amante è il baseball” per dare peso al suo intervento ma interessante poi quando cerca di riversare sul lettore il perché il baseball sia il passatempo preferito e lo sport americano per eccellenza.

 

Dunque non soffermarsi a spiegare le regole del gioco, ovvero quegli atti leciti ed illeciti che gli umpire, ovvero i giudici di gara, dovranno vagliare in modo insindacabile, ma andare oltre, a configurarsi come “il cuore della stagione agonistica si svolge durante le vacanze estive” e quindi “andare ad una partita di baseball è come andare ad un picnic” fuori dalla realtà per estraniarsi dal pessimismo della vita e liberi dal tempo per non essere sempre soggiogati dal dio orario.

Qui subentrano vari concetti rivelati ed altri sfumati tra le righe, tuttavia è da evidenziare in cosa consisti il gioco: "Non esiste… un gioco che combini l’abilità individuale…con un gioco di squadra mozzafiato. Non puoi vincere se non hai il meglio di entrambi. Questo aspetto è presente in tutti gli sport di squadra, ma in nessun altro è così evidente come nel baseball”.

 

E poi va a terminare il suo incipit sul gioco con una profonda dimensione spirituale inerente alla segnatura del punto che non è realizzato con l’ausilio di un attrezzo bensì dal giocatore stesso. “Dimensione spirituale? Sì! Si pensi a un gioco in cui lo scopo è arrivare a casa” sani” e salvi. E’ ricco di significato”.

 

Ecco allora perché nell’alveo della cultura statunitense, ed ora anche nella mente dei molti appassionati italiani ed europei che hanno avuto la fortuna di conoscere, seguire ed anche praticare il baseball, l’unica “questione irrisolta è se il baseball imiti la vita o se la vita imiti il baseball”. Di certo a questo punto resta una unica certezza: non importa chi sia mia moglie, la mia amante è il baseball.

 

Michele Dodde

 

 

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Commenti: 3
  • #1

    Rosa Mariano (mercoledì, 01 marzo 2023 14:46)

    Caro Michele tu divulghi la passione, l'etica, le vicende umanissime del baseball, sport che apprezzo attraverso i tuoi articoli.
    Grazie

  • #2

    Ezio Cardea (mercoledì, 01 marzo 2023 14:59)

    Complimenti, Michele, per questa " chicca"! Chissà cosa ne pensano tutti quelli che vorrebbero comprimere i tempi e ridurre gli inning a 7 quando non addirittura il numero degli out, dei ball e degli stryke per stare allo stadio solo un'oretta! Ma cos'hanno capito costoro del baseball ?

  • #3

    Marco Pasquini - Modena (mercoledì, 01 marzo 2023 18:20)

    Grazie della segnalazione, pensavo lo chiamassero soccer il nostro calcio :)