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The Base Umpire: la chiamata Over Head

di Michele Dodde

E’ ormai acclarato che in una normale gara di baseball, o di softball, gli umpire saranno chiamati a vagliare e quindi ad emettere il verdetto su circa 350 giudizi tutti a carattere decisionale. Di questi, circa 300 saranno di competenza dell’home plate umpire, gli altri 50 di competenza dei base umpire. Di certo i giudizi più attesi e seguiti sono quelle dell’home plate umpire per via della qualifica dei lanci e per tutto ciò che accade attorno al cerchio magico di casa base, tuttavia anche da parte dei base umpire, pur chiamati ad emettere minori decisioni classificate generalmente “close” o “easy”, e che in definitiva andranno ad interessare il gioco sulle basi, ci si aspetta da loro un particolare stile ed una significativa postura.

 Infatti, oltre a coadiuvare l’home plate umpire circa il giudizio su eventuali “balk” o se una pallina è da verbalizzare “fair” o “foul”, a dare la giusta caratterizzazione ad una decisione cosiddetta “close” sarà necessario che essi usino in modo appropriato sia la voce che la gestualità e diversamente se il verdetto verterà su un giudizio “easy”. 

 

Poiché i base umpire, chiamati a formalizzare le chiamate di “out” o “safe”, dovranno emettere il loro giudizio simultaneamente sia con la voce sia con la gestualità va da se che su un arrivo ad una base o un gioco, ed essi saranno chiusi, la voce dovrà essere corroborata da grande enfasi accompagnata da un chiaro e visibile gesto delle braccia e viceversa la stessa enfasi diminuirà gradualmente in modo direttamente proporzionale se l’arrivo ad una base o la giocata in diamante sarà di ampia e chiara visione per tutti. Dunque anche ai base umpire viene richiesto un personale studio che migliori il loro stile ed la loro etica, stile ed etica che vengono attagliati da quei movimenti sul diamante delineati con la semplice parola: meccanica.

 

A partire da quella a suo tempo inviata alle varie delegazioni in modo ciclostilato e facente parte del primo Vademecum, era l’anno 1954, via via la meccanica è diventata scuola di base da infarinatura cubana, era l’anno 1971,  e così via sempre più modellata a seconda dei contatti creativi con le diverse scuole.

 Così mentre sui testi statunitensi e canadesi veniva indicata solo la posizione ideale da attuare sul diamante con le specifiche responsabilità, la scuola italiana cercò di approfondire la già meccanica cubana sviluppando le tematiche con più supposizioni di gioco. Era una ventilata ricerca per migliore la prestazione dei base umpire affinchè non si lasciasse alcunchè al caso. (per inciso chi scrive, per suo diletto, quando divenne membro del Consiglio Direttivo del C.N.A., scrisse una meccanica valutando ben 72 casi di gioco…)  e si andava anche a catechizzare persino sui metri di distanza da osservare al fine di essere sempre nella migliore posizione per vedere ogni situazione.

 

A formalizzare questo sigillo di garanzia, in un testo statunitense, e ripreso anche da un regolamento made in Cina, compare un ausilio di forma sempre interessante: poiché il base umpire deve dimostrare anche visibilmente ai manager ed al pubblico di essere sempre nella migliore posizione per emettere un giudizio che potrà essere valutato negativamente se è distante dal gioco, ecco allora importante attuare la  chiamata cosiddetta “over head” destinata a trasportare la figura del base umpire di circa tre-quattro metri verso il gioco.

 

 

Ironicamente il testo recita in teoria “come saper vendere la propria chiamata”, ovvero se il base umpire avverte che il gioco sarà di sicura fattura “close”, allora dalla sua posizione con le mani sulle ginocchia, il busto in avanti leggermente piegato, fa un passo in avanti con il piede sinistro direttamente verso il gioco acquisendo di fatto la eretta posizione. Poi solleva il braccio destro con la mano aperta, incrocia il piede destro con il sinistro e, se il suo giudizio è out, incominciare a stringere la mano a pugno e con forte enfasi vocale dichiarerà "l’ooouuuttt"  muovendo ancora i piedi in chiusura di movimento per assumere infine l’iniziale giusta posizione in diamante e lo sguardo sempre fisso sul gioco.

 

Se invece il suo giudizio sul gioco sarà dichiarare il safe, allora porterà entrambe le braccia aperte e sempre con forte enfasi vocale sancirà il “sssaaafffeee” chiudendo poi il movimento di traslazione riassumendo l’iniziale posizione.

 

Con questo escamotage il base umpire nella visione collettiva avrà dimostrato di essere lui, e solo lui, il più vicino al gioco e dunque il solo ad avere quella sempre ricercata posizione per vedere e giudicare ogni situazione. Ed il saper “vendere” una chiamata diventa poi per i base umpire un segno indelebile di stile e sostanza. 

 

Michele Dodde

 

 

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Commenti: 4
  • #1

    Ezio Cardea (martedì, 22 maggio 2018 23:51)

    "Poiché i base umpire, chiamati a formalizzare le chiamate di “out” o “safe”, dovranno emettere il loro giudizio simultaneamente sia con la voce sia con la gestualità ..."
    Caro Michele, questa simultaneità è richiesta solo per i giudizi sulle basi o anche a casa base nella chiamata dello strike?
    Ricorderai come ho criticato su Baseballmania.eu (http://www.baseballmania.eu/notizie/news/riflessione-su-uno-dei-ruoli-piu-delicati-di-una-partita-di-baseball-lesempio-di-silvano-filippi/)
    il fatto che molti umpire usino strillare lo strike per poi alzarsi e con comodo esprimere il loro giudizio col gesto.
    A questo proposito ho interpellato vari arbitri i quali si sono giustificati appellandosi al "timing" che viene raccomandato durante i corsi di formazione.
    Un tecnico sicuramente autorevole, Claudio Rizzo di Conegliano veneto, che con mia grande soddisfazione ha apprezzato le mie osservazioni, a tal riguardo ha commentato:
    “Signor Cardea, come “timing giusto” intendo non essere troppo veloce nel fare il giudizio perchè in molti casi sopratutto per i colleghi nuovi ma comunque anche per qualcuno con esperienza sulle spalle la fretta di dare il giudizio o anche solamente il chiamare lo strike senza il giusto timing si rischia di chiamare prima che arrivi la palla nel guanto del ricevitore e quindi se è una palla con effetto potrebbe passare fuori dall’area dello strike”.
    Dalla spiegazione di Rizzo è evidente che la raccomandazione al “timing” si riferisce alla necessità di attendere che la palla finisca nel guantone del ricevitore e non certo a tempi di “meditazione”: quale meditazione o riflessione potrà mai aiutare l’umpire a capire se ha visto ball o strike?
    Quindi, ritengo del tutto ingiustificato il comportamento di coloro che indugiano troppo nel chiamare lo strike ed è del tutto assurdo l’altro comportamento e cioè quello di chi, palesato il giudizio con un urlo spesso indecifrabile, mette in atto la segnalazione gestuale solo dopo qualche secondo: un vezzo controproducente perché può dar luogo ad inconvenienti del genere che ho descritto nello stesso articolo; può inversare il pubblico che, non avendo compreso il grugnito, ha dato al lancio la sua interpretazione smentita poi dal tardivo gesto arbitrale; e, pertanto, quell’umpire dimostra di ignorare che “il saper ‘vendere’ una chiamata diventa poi per i base umpire un segno indelebile di stile e sostanza”! Che a mio parere, vale anche per i casa base umpire.

    Insomma, dall’alto della tua esperienza, Michele, puoi dirci qualcosa? Perché questa ridicola e assurda ma sempre più diffusa abitudine, da parte degli umpire di casa base, della gestualità dissociata dalla chiamata vocale?

  • #2

    Michele Dodde (mercoledì, 23 maggio 2018 11:48)

    Caro Ezio, le qualità che formalizzano un buon home base umpire sono:
    -- acquisire la propria specifica set position idonea al suo fisico e personalità al fine di visionare in modo ottimale la Zona dello Strike:
    -- la sua Zona dello Strike dovrà essere "sempre" costante al fine di giudicare i lanci sia Strike sia Ball.
    A tal fine l'home base umpire, che fa parte integrale dello spettacolo in sè sportivo, deve memorizzare il suo giusto timing che gli consentirà prima di valutare il lancio e poi, ritornando nella posizione eretta, emettere il giudizio "simultaneamente" sia con la voce sia con la gestualità. Va da se che il primo strike verrà chiamato con voce normale, il secondo strike con enfasi, il terzo strike, che psicologicamente sanziona un verdetto negativo per il battitore ma concede spinta emotiva positiva al lanciatore, dovrà essere chiamato con grande enfasi con il seguito dell'ooouuuttt.
    Dunque la "simultaneità" è un atto da perseguire ed attuare sempre poichè solo in questo modo sia il pubblico sia i manager si convinceranno della giustezza del giudizio e non si creeranno polemiche o fastidiose rimostranze.
    D'altra parte vorrà pur dire qualcosa se in venti anni quale direttore di gara io non abbia mai avuto motivo di espellere qualcuno dal diamante...

  • #3

    eziocardea@hotmail.it (mercoledì, 23 maggio 2018 15:24)

    Finalmente un'autorevole conferma!
    Sarebbe opportuno che i responsabili della formazione degli umpire spiegassero bene il concetto di "timing", proprio nel senso precisato da Claudio Rizzo, e li invitassero alla simultaneità, vocale e gestuale, delle chiamate non solo sulle basi ma anche quelle ovviamente di gran lunga più numerose a casa base!

  • #4

    ludovisi franco (giovedì, 24 maggio 2018 12:35)

    "non avendo compreso il grugnito" unica espressione non condivisa dell'articolo e dei commenti,