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Giocare e sbagliare

(Photo by Joshua Bessex/Getty Images)

di Lorenzo Malengo

"Per i più, educare significa cercare di indurre il bambino a somigliare al tipico adulto della sua società" - Jean Piaget. 

Nonostante tutti ci lamentiamo di come spesso vanno le cose nel mondo, quasi nessuno si rende conto che è un mondo che abbiamo creato noi attraverso l'educazione che abbiamo ricevuto da giovani. Se pensiamo che ci siano cose da cambiare dovremmo concentrarci nel fare in modo che i giovani di oggi ricevano un'educazione diversa dalla nostra invece che cercare di farli assomigliare in tutto a ciò che il tipico adulto fa nella propria vita quotidiana e sociale. L'educazione parte dal riconoscere il tipo di personalità di ogni individuo che ci troviamo a voler ispirare: qualcuno è estroverso, qualcuno introverso, qualcuno è molto sensibile alle emozioni negative, qualcuno è creativo e per natura non riesce a stare negli schemi abituali...non possiamo educare tutti allo stesso modo, ancora meno partendo da ciò che abbiamo imparato noi quando avevamo la loro età. "Sono sempre disposto ad imparare, sebbene non sempre gradisca che altri mi insegnino" - Winston Churchill. 

Personalmente, la parola "insegnare" non mi piace perché sottintende che chiunque si trovi ad ascoltare l'"insegnante" automaticamente debba imparare, mentre l'apprendimento è una scelta volontaria attiva più che il ricevere informazioni in modo passivo. Lo psicologo svizzero Jean Piaget, attraverso i suoi studi ed esperimenti, ha scoperto che i bambini imparano davvero qualcosa attraverso il gioco soltanto se sono loro stessi ad inventarne le regole.

Nei nostri allenamenti, a partire dal riscaldamento, possiamo costruire un ambiente in cui sono i ragazzi stessi a creare vari giochi per sviluppare le proprie abilità ed imparare a conoscersi. Dobbiamo però avere pazienza: all'inizio nessuno saprà cosa fare, proprio perché non sono abituati a pensare da soli e a creare. Tuttavia, attraverso questa strategia, scopriremo presto chi tra tutti può diventare il leader poiché ci sarà sicuramente qualcuno che prima o poi prenderà l'iniziativa e creerà qualcosa che gli altri accetteranno.

 

"L'intelligenza è quella cosa che usi quando non sai che fare". In questo modo noi potremo restare fuori dal gioco e solamente osservare il loro comportamento: scopriremo chi ha lo spirito più competitivo, chi ha la furbizia di piegare le regole del gioco per tentare di vincere, chi ha bisogno di essere più incoraggiato a far parte della squadra, chi ha bisogno di più aiuto tecnico perché ha scarse abilità motorie, chi è troppo aggressivo, chi invece non lo è abbastanza…"Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco che in un anno di conversazione". - Platone

 

Dobbiamo inoltre incoraggiare i ragazzi a commettere più errori possibile: troppo spesso li critichiamo appena fanno qualcosa di diverso da ciò che vogliamo noi, oppure quando commettono un errore tecnico di presa, di tiro, di battuta, o ancora peggio quando commettono un errore mentale, di pensiero.

Gli errori tecnici si riducono con la semplice ripetizione finché il gesto diventa inconscio, automatico, parte della memoria muscolare. Gli errori mentali invece, per quanto "gravi", non si risolvono criticandoli o semplicemente dicendo al ragazzo che ha sbagliato e cercando di insegnargli che cosa avrebbe dovuto fare secondo noi. È molto più utile ed efficace tentare di fare in modo che sia il ragazzo stesso a riconoscere che ha sbagliato, per quale motivo ha commesso l'errore, cosa lo ha spinto a prendere quella decisione, che cosa avrebbe potuto fare in alternativa...in questo modo sarà lui a creare nella sua mente il percorso necessario ad evitare di ripetere lo stesso errore e allo stesso tempo scoprire nuove possibilità di azione da mettere in pratica.

 

Non solo, più i ragazzi riescono a pensare da soli a cosa hanno sbagliato in una determinata situazione e più si sentono incoraggiati e al sicuro nell'errore, più riusciranno a portare i loro ragionamenti verso situazioni nuove senza aver bisogno di sbagliare prima di sapere cosa fare. 

 

Dobbiamo essere pazienti, comprensivi ed incoraggianti verso gli errori mentali, poiché è proprio attraverso quel tipo di errore che possiamo capire come aiutare i ragazzi a imparare volontariamente ad esplorare la propria mente alla ricerca di soluzioni adeguate al loro carattere e alle loro abilità, incluse soluzioni che magari a noi non sarebbero mai venute in mente.

 

"La conoscenza è un sistema di trasformazioni che diventa sempre più adeguato".

 

Lorenzo Malengo

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Gianni (mercoledì, 07 settembre 2022 12:14)

    Bravo. Condivido appieno il tuo pensiero.