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La nascita della knuckleball

di Frankie Russo

tratto da MLB.com

Non è una scelta essere un lanciatore di knuckleball. Qualsiasi lanciatore vorrebbe tirare a 95+ mph anziché diventare uno di quegli strambi individui sul monte che lanciano una palla fluttuante, svolazzante e che poi all’improvviso cade. E se è strambo il modo in cui viaggia la palla, è altrettanto strambo il modo in cui è nata dal suo altrettanto strambo ideatore.  Il suo nome? Thomas “Rospo” Ramsey. Certamente non è gentile apostrofarlo con il suo soprannome che si riferiva al suo "corpulento" corpo, ma sono trascorsi più di 100 anni da quando ha smesso di giocare, quindi non rischiamo querele. La scoperta di questo lancio è del tutto casuale e frutto di uno sfortunato incidente. Lavorando come operario nel ramo delle costruzioni, Ramsey si tagliò il tendine del dito indice, incidente a seguito del quale fu costretto ad impugnare la palla con le punte delle dita imprimendo alla palla due diverse curve o cadute.

Anche se ci assomigliava molto, all’epoca non fu definita una knuckleball e nel 19° secolo nessuno poteva immaginare l’importanza che avrebbe assunto in futuro. Oggi forse l’avremmo definito una knuklecurve.  Era un lancio devastante e i battitori poco o nulla ci potevano fare contro. 

Seppure Ramsey oggi è quasi dimenticato, questo lancio gli permise di essere al centro dell’attenzione per molti anni ancora.

 

Nel gennaio 1923, cioè 30 anni dopo il suo ultimo lancio, un giornale sportivo riportò:

“La palla lasciava la mano viaggiando diritto verso il piatto e all’improvviso cadeva. Ramsey ne aveva il pieno controllo e lo lanciava con la stessa naturalezza con cui altri lanciatori tiravano la diritta. Seppure impugnata diversamente, la palla lasciava la mano simile ad una diritta, ma viaggiava svolazzando come le ali di un pipistrello per poi cambiare direzione. Fu definito dagli esperti come la perfetta dimostrazione della rotazione di una sfera”.

 

Fu una delle più memorabili stagioni di un lanciatore che il baseball ricordi. Ramsey lanciò 589 riprese con 66 gare complete e 499 strikeout (ndt: oggi è un miracolo raggiungere 200 riprese, forse qualche gara completa e più di 200 SO diventa una grande impresa).

 

La stagione successiva fu praticamente una replica ivi compresi i 17 strikeout contro i Cleveland Blues. Tutto questo in un’era in cui erano necessari quattro strike per eliminare un battitore. Il lancio consacrò Ramsey come Re degli strikeout, riconoscendo al lancio la sua efficacia ancor prima che lo facessero le sabermetriche moderne. Per questo Ramsey aveva una sua personale teoria e trovava una giustificazione per lanciare per lo strikeout. 

 

La teoria di Ramsey si reggeva sul fatto che una rotolante battuta in diamante, presa dall’interbase con conseguente eliminazione in prima, assegnava un’assistenza e una eliminazione ai due difensori coinvolti ma nessun merito al lanciatore. Ramsey sosteneva che se l’interbase non avesse raccolta la palla, sarebbe stata conteggiata come una valida a carico del lanciatore, anche se egli non avesse avuto più il controllo sull’azione dopo che aveva effettuato il lancio. (ndt: Oggi esiste una statistica che corregge questo aspetto, il FIP [Fielding Indipendent Pitching]. È una statistica intesa a misurare l'efficienza di un lanciatore, escludendo le azioni che coinvolgono la difesa. In altre parole tiene conto degli strikeout, basi su ball, battitori colpiti e fuoricampo concessi e li traduce in un numero rettificativo del PGL). 

 

La fiducia che aveva in sé stesso nell’eliminare i battitori al piatto è ampiamente confermata dalla narrazione che a Ramsey furono offerti 100 $ per lanciare una partita. Lui rispose che voleva 5 $ per ogni strikeout. Seppure vincendo la scommessa, di strikeout ne ottenne 24, Ramsey si dovette accontentare di 50 $ e una settimana di vitto e alloggio. 

 

Sfortunatamente, tutti quegli inning lanciati e l’amore per l’alcool si tradussero in una carriera piuttosto breve. La sua prima gara lanciata fu nel 1895 e dopo solo 6 anni Ramsey aveva già smesso. Complice fu anche la reputazione di essere un forte bevitore. Infatti, Ramsey non solo fu l’inventore della knukleball, ma creò anche la sua bevanda preferita, un cocktail che consisteva in una pinta di whiskey mescolata in una giara piena di birra, bevanda che consumava almeno tre volte al giorno.

 

Quindi, la prossima volta che vedete una palla lanciata che fluttua nell'aria e confonde completamente un battitore, il vostro pensiero non può che andare al quasi dimenticato Thomas Toad Ramsey.

 

ndt: Nelle majors esiste un aneddoto per affrontare la knukleball e che recita in rima: If it’s high, let it fly. If it’s low, let it go (se è alta, falla volare. Se è bassa, lasciala passare).

 

Frankie Russo

 

 

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Commenti: 2
  • #1

    ludovisi franco (sabato, 22 gennaio 2022 17:29)

    Il Modena che giocava in Seconda Serie negli anni 80 fece una amichevole col Parma che militava in Massima Serie:
    L'allenatore del Parma mi chiese di schierare un lanciatore con palle difficili per testare i suoi battitori; scelsi Mauro Brandoli che lanciava un naccher (Kcnuckerball) niente male e gli dissi di lanciare solo quel tipo di lancio..
    Dopo un paio di riprese lo stesso allenatore mi chiese di cambiare il lanciatore perchè i suoi battitori non riuscivano a capirci molto con quel lancio!

  • #2

    Frankie (domenica, 23 gennaio 2022 07:41)

    Infatti è un lancio impossibile da prevedere e non dipende solo dall'impugnatura che varia, ma il suo percorso verso il piatto, fluttuazione e privo di rotazione, spesso dipende anche dal le correnti d'aria.