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MLB un modello da imitare: Tampa Bay Rays

(Steve Nesius/AP)
(Steve Nesius/AP)

di Frankie Russo 

Tratto da ESPN

Il fascino che i Tampa Bay Rays emanano per gli occhi di molti appassionati dello sport può essere riassunto in tre numeri:

-Presenza di spettatori dal 2008 ad oggi: 30° nelle majors;

-Tetto salariale all’Opening Day dal 2008 a oggi: 30°;

-Vittorie dal 2008 ad oggi: 5°. 

In uno sport dove esiste da tempo una correlazione tra potere finanziario e numero di vittorie, questo non dovrebbe essere possibile. Certo, molte squadre hanno dimostrato di poter vincere nell'arco di un solo anno o anche di pochi anni senza introiti esuberanti. Sostenere questo equilibrio nel tempo è un’impresa veramente difficile, e se anche i Rays hanno avuto i loro alti e bassi, nel lungo periodo essi sono stati una delle squadre più vincenti del baseball nonostante il loro indiscutibile status di organizzazione finanziariamente molto povera.

Con il campionato 2021 ormai a metà percorso, i Rays hanno confermato questa tesi. Hanno uno dei migliori record nelle majors e lottano alla pari con due colossi finanziari nella AL East come Boston e New York. E ancora, nonostante abbiano iniziato la stagione come i Campioni in carica dell’AL, i Rays hanno il quinto tetto salariale più basso nelle majors. Comunque si voglia definire il modo di operare dei Rays, il dato di fatto è che continua a funzionare.

USA-TODAY
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Se società come gli Astros, Red Sox e Dodgers continuano ad assumere i dirigenti ex Rays, significa che hanno compreso l’importanza del loro modo di operare.

 

Tuttavia, forse il più grande contributo che Tampa Bay offre al baseball contemporaneo, è che elimina ogni possibile scusa da parte dei propri tifosi che spendere poco non può portare al successo.

 

E se lo possono fare costantemente i Rays, allora chiunque può fare lo stesso. In effetti, in teoria chiunque può copiarli, ma praticamente poche squadre lo fanno davvero. Alcune, almeno in alcuni settori, riescono ad andare di pari passo, ma pochi lo fanno in toto. Al di là del fattore economico, ogni organizzazione potrebbe utilizzare un po' più il modus operandi dei Rays.

 

Ottenere più vittorie per ogni dollaro speso.

Cominciamo con il dire la cosa più ovvia, ovvero che i Rays vincono molto senza spendere molto. Questo è vero nel lungo termine come detto sopra, ma rimane una regola a tutt’oggi ancora in vigore. Infatti, dall'inizio della stagione 2019, solo i Dodgers hanno vinto più partite di Tampa Bay, mentre, in termini salariali ad inizio campionato, solo i Pirates hanno speso di meno. 

 

Ora, è indubbio che i Rays hanno problemi ad attirare tifosi al Tropicana Field, ma alcuni sostengono pure che i Rays potrebbero spendere più di quanto non facciano, e il fatto che non lo abbiano fatto potrebbe essere visto come qualcosa di dannoso per il baseball, ma non è questo l’argomento di oggi.

 

Poniamoci piuttosto la domanda se i Rays avessero potuto avere più successo se avessero speso più soldi. In altre parole, quanto della meritata reputazione di efficienza e innovazione dei Rays è un prodotto conseguenza della necessità, anche se tale necessità è più forzata di quanto realmente dovrebbe essere?

 

In definitiva, nessuna squadra ha speso con più efficienza dei Rays. Secondo un calcolo matematico molto complesso che non riportiamo, dal 2008 i Rays hanno un punteggio di 216 per efficienza di spesa seguiti da Oakland (172) e Cleveland (107). 

Nella foto Blake Snell (Fred Thornhill / Canadian Press via AP)
Nella foto Blake Snell (Fred Thornhill / Canadian Press via AP)

Tra le squadre invece che hanno speso male in rapporto al numero di vittorie, troviamo i Red Sox e Giants che però hanno compensato avendo dei titoli delle WS che lo giustifica.

 

Ma allo stesso tempo è da tener conto che le due società sopra menzionate hanno assunto due ex dirigenti dei Rays nell’intento di imitare il loro modus operandi.

 

I NY Mets, invece, sembrano andare in direzione opposta ignorando il fatto di spendere in modo più oculato come se il loro spendere possa portare risultati migliori rispetto all’efficienza dei Rays. 

 

Avere il meglio negli scambi vendendo a prezzi alti. 

Esiste un detto nel mondo delle majors: Non fare scambi con i Rays, chiunque ne uscirebbe perdente. Secondo alcuni studi, il 53,3% del 40 man roster comprende giocatori arrivati a Tampa Bay via scambi. 

 

I Rays sono stati in grado di fare molto affidamento sugli scambi perché hanno un fiuto per il tempismo che è acuto quanto la loro capacità di tenere a disposizione un buon numero di giocatori ancora negoziabili. L'ultimo esempio è stato lo scorso inverno quando Tampa Bay ha scambiato il partente Blake Snell, recente vincitore del Cy Young che aveva altri tre anni di contratto ed è ancora nel suo periodo migliore. In ritorno i Rays hanno ricevuto giocatori più giovani che stanno già aiutando la squadra nelle majors. Per quello che vale, Snell non sta per producendo quanto aspettato nei primi mesi con i SD Padres.

 

Queste sono operazioni che i Rays fanno spesso: Cedono un buon giocatore in cambio di un gruppo di giocatori sotto contratto per diversi anni e che poi crescono e migliorano nel loro sistema. E’ una strategia a cui fa riferimento Wall Street: Vendere alto per comprare basso, ma pare che sia un concetto che si adatta anche al baseball. 

 

Il mai dimenticato Branch Rickey usava dire che era meglio cedere un giocatore un anno prima, piuttosto che un anno troppo tardi. Rickey, uno dei pionieri della moderna organizzazione societaria (ndt. fu lui a ideare il sistema delle minors e fu sempre lui a portare Jackie Robinson nelle majors) era anche molto restio a spendere somme ingenti per comprare giocatori. Sicuramente oggi sarebbe ammirato dal modus operandi dei Rays. 

Nella foto Randy Arozarena (Ashley Landis/AP Photo)
Nella foto Randy Arozarena (Ashley Landis/AP Photo)

Tenere il farm system sempre ben fornito.

Molto più facile a dire che a fare. Neanche i Rays lo hanno sempre fatto con costanza. Ma dopo il periodo buio a metà dell’ultimo decennio, negli ultimi tre anni il loro farm system è stato classificato primo o secondo nei ranking dell’ESPN.

 

Non è sempre facile compilare un ranking poiché molti prospetti vengono promossi alle majors mentre alle minors si aggiungono nuovi prospetti. Ma se consideriamo un periodo pari a 5 anni come riferimento, a partire dal 2000, solo i Braves (8,5) sono stati valutati meglio dei Rays (9,7).  

 

Molto del loro modus operandi comunque, dipende dalla mentalità organizzativa e dall’esuberanza di talenti, anche se poi solo il 27,7% dell’attuale roster dei 40 è cresciuto nel sistema. E qui rientra il discorso del sapere quando e chi cedere.

 

Un esempio lampante è dato dall’operazione che ha portato a Tampa il fenomeno Randy Arozarena che per poco non portava i Rays al loro primo titolo delle World Series lo scorso ottobre. Arozarena è arrivato da St. Louis nello scambio per il lanciatore mancino Matthew Liberatore, uno dei più quotati prospetti del momento. Molte squadre sono restie a cedere promettenti lanciatori, ma i Rays sapevano che ne avevano ancora altri nel loro sistema. 

 

Non tutte le operazioni portano necessariamente a risultati positivi. I Mets, per esempio, potrebbero per molto tempo rimpiangere la cessione del prospetto Jarred Kelenic ai Mariners mentre gli Orioles potrebbero pentirsi per non aver partecipato in tempi passati al mercato di giocatori internazionali.

 

Quindi non esistono motivi che giustifichino il trascurare il farm system, anche se si utilizzano i giovani solo come merce di scambio. La decisione di alcune società di ridurre le operazioni di scouting personale ha reso ancora più inefficiente la ricerca sul mercato di ottimi giocatori ed è un altro motivo per cui le società dovrebbero prestare particolare attenzione alla propria organizzazione interna. I Rays sono una delle squadre che si sta muovendo in questa direzione. Hanno tagliato molto sullo scouting investendo di più nel personale esperto delle analisi e statistiche. 

Andrew Friedman è stato Direttore Generale dei Rays ed ora è President of Baseball Operations dei Dodgers
Andrew Friedman è stato Direttore Generale dei Rays ed ora è President of Baseball Operations dei Dodgers

Evitare contratti a lungo termine per i free agent

Questo è un concetto che porta i Rays in conflitto con il sindacato dei giocatori, anche se a volte qualche società cade nella trappola del contratto a lungo termine, ma i Rays non sono una di loro.

 

Gli ultimi lucrosi contratti sono stati stipulati all’inizio degli anni 2000 e furono 35 milioni per Wilson Alvarez e 34 milioni per Greg Vaugh, entrambi prima della gestione di Friedman, e oltre a loro, solo Roberto Hernandez ha avuto un contratto per più di due anni. 

 

I Rays risultano essere al 26° posto per tetto salariale per il 2022, 25° nel 2023 e 19° per il 2024. L’incremento è dovuto all’estensione di contratto offerto a Brandon Lowe, nessun altro contratto va oltre il 2022. Ovviamente non tutto funziona sempre alla perfezione, ma ogni imperfezione non influisce sull’equilibrio di bilancio nel lungo termine. Allo stesso tempo, questa decisione non permette di avere i migliori free agent, cioè quelli che si vedono una volta per generazione.

 

Enfatizzare lo sviluppo per le majors

E’ in questa direzione che ormai molte squadre si stanno muovendo. Prendere un giocatore che non produce per un’altra organizzazione o semplicemente sottovalutato, individuare i suoi punti deboli e lavorare per correggerli.

 

In questo i Dodgers sono stati grandi con Chris Taylor e Max Muncy e i Giants sono prossimi ad entrare in questa categoria. Nessuna società però riesce ad ottenere migliori risultati dei Rays ed è uno dei motivi per cui sembrano avere sempre la meglio nello scambio di giocatori.

 

Ad oggi i Rays hanno cinque giocatori che registrano un fWAR positivo: Joey Wendle, Randy Arozarena, Tyler Glasnow, Austin Meadows e Mike Zunino. Nessuno di loro ha iniziato la carriera professionista con i Rays e tutti hanno speso molto tempo in altre organizzazioni. 

 

Al fine di quantificare questi risultati, si è creato una lista di ogni stagione per ogni giocatore. Poi si è verificato in quale anno hanno avuto la loro migliore stagione per i giocatori dai 26 anni in su. La conclusione è stata che tra i Rays si annoveravano ben 14 di questi giocatori, nessuna altra squadra ne ha avuto più di dieci. Dei 14 giocatori, otto sono cresciuti nell’organizzazione di Tampa mentre sei arrivavano da altre società. 

Un altro modo di descrivere questo tipo di mercato potrebbe essere il “mercato delle seconde opportunità”.  Una piccola lista di questi giocatori sono Max Muncy, Gio Urshela, Wendle, Adolis Garcia, Luke Volt e Mitch Haniger. Il costo economico che devono subire le società che non sanno trarre vantaggio da queste seconde opportunità come lo fanno i Rays, è enorme. 

 

Vi sono altre numerose aree dove i Rays eccellono e che hanno meno visibilità ma che molto spesso conducono a risultati positivi. E sono anche difficile da intravedere poiché non si leggono attraverso le statistiche.

 

Quando finalmente le altre società individuano le loro tattiche e strategie, i Rays stanno già lavorando su altro. Le loro innovazioni sono all’ordine giorno, probabilmente facilitate dal low cost dei loro giocatori che serve da piattaforma perfetta per questi esperimenti. Provate ad immaginare per quanto tempo altre società come gli Yankees, Red Sox e Dodgers avrebbero potuto proseguire nell’esperimento nell’utilizzo dell’opener al posto del partente. 

 

Altra caratteristica è come lo scouting dei Rays presta particolare attenzione ai difensori con atletismo e che abbiano almeno un punto positivo nella battuta. Considerati i bassi costi, l’organizzazione non ha problemi nel rimescolare il 40 man roster che non comporta mai sconvolgimenti economici. 

 

Cercare di comprendere esattamente come operano i Rays non è facile, soprattutto perché il precetto dei Rays è di non parlare pubblicamente dei Rays. Dall'esterno possiamo analizzare i risultati dei loro processi, ma non i loro punti sottili. Dal momento che non si possono davvero sapere nei minimi dettagli come i Rays facciano le cose che fanno, si può almeno esaminare le aree in cui hanno avuto successo. E quando si fa, si può anche vedere dove le altre squadre sono carenti. Ed è in questi spazi che ogni squadra dovrebbe inserirsi per essere più simile al modus operandi dei Tampa Bay Rays.

 

NDT: Forse il lettore che ha avuto la costanza di leggere l’articolo fino in fondo si sta chiedendo cosa può avere a che fare l’argomento con il baseball nostrano. Ebbene, esaminiamo alcuni punti:

-Spendere bene può essere inteso come spendere maggiormente per il giocatore che torna più utile all’economia della squadra anziché uno dai grandi numeri;

-Tenere il farm sempre ben fornito può facilmente essere rapportato alle nostre giovanili;

-Enfatizzare lo sviluppo significa investire in tecnici che preparano i giovani per il futuro insegnando i fondamentali e il modo giusto di giocare con particolare attenzione all’approccio mentale. 

 

Frankie Russo

 

 

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