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30 giugno 1954.......

Il campetto da calcio dei Missionari Comboniani di Verona
Il campetto da calcio dei Missionari Comboniani di Verona

di Paolo Castagnini

Sono nato in Veronetta, antico quartiere ora inserito nel centro storico di Verona, ultimo di tre figli. Mio padre, che aveva aperto una falegnameria, era orgoglioso di noi ed era convinto che un giorno saremmo diventati una grande azienda. Ci lasciò quando io avevo 2 anni. Il suo cuore si fermò lasciando tutto nelle mani di nostra madre che dovette chiudere. Ma oggi festa del mio compleanno su sollecitazione di un amico del sito Baseball On The Road, vi voglio raccontare del mio rapporto con il calcio e perché invece scelsi il baseball. Abitavo a fianco del Giardino Giusti, tra chiese, campanili e conventi. All'età di 12 anni frequentavo ragazzi più grandi di me. Non ho mai capito perché mi volevano con loro e un giorno mi chiesero di giocare una partita a calcio. Alle pendici delle Torricelle a fianco della stupenda San Giovanni in Valle sorge il convento dei Missionari Comboniani che oltre alla famosa tipografia ha un campetto da calcio. Non avevo mai giocato una partita "vera" se non quattro tiri in cortile come si faceva allora. La mia destinazione da ultimo arrivato e più piccolo fu "portiere"....naturalmente.

Era una giornata fredda d'inverno e aleggiava una nebbiolina sul campo. Io tremavo dal freddo e il "riscaldamento" non c'era, così come non c'erano allenatori e preparatori. Iniziò la partita. Io non sapevo che fare ma mi posizionai tra i pali. Dopo pochi minuti di gioco arrivò verso di me un ragazzone che stava correndo come un toro scatenato sulla fascia destra, si accentrò indisturbato dai miei compagni difensori. Decisi di andargli incontro e quando caricò il destro istintivamente mi girai facendo scudo. Il pallone mi colpì le natiche con una violenza tale da sembrare una badilata. Non feci una piega, non volevo fare la figura del piagnone; Fu la mia prima e ultima parata. In seguito mi infilarono un gol dietro l'altro. Alla fine andammo verso casa e tra me e me pensai che mai più avrei giocato a calcio e così fu.

 

Il resto ve lo racconto attraverso un'intervista che il blogger di Orangogo Francesco Esposito mi ha fatto e ha pubblicato sul sito. Chi è interessato la può leggere qui da questo link.

 

Voglio ringraziare pubblicamente Orangogo il sito di ricerca sport per l'attenzione nei miei riguardi.

Con loro ho scritto la Scheda sul baseball/Softball che potete leggere a questo link

 

E la video intervista con la psicologa dello sport Ambra Nagliati che potete vedere se avete un profilo Facebook a questo link.

 

Colgo anche l'occasione per ringraziare tutti voi lettori che da tanto tempo ci seguite con grande costanza. Un grazie da parte mia e a da tutti i miei collaboratori.

 

Paolo Castagnini

 

 

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Commenti: 3
  • #1

    ludovisi franco (sabato, 03 luglio 2021 16:00)

    Che ricordi Paolo: il Boschetto, la Caserma Passalacqua, la bellissima Verona e la tua costante amicizia e compagnia. Un appunto te lo faccio dopo aver letto anche la tua intervista: tua moglie non ha avuto parte alcuna nelle tue scelte?

  • #2

    Paolo (sabato, 03 luglio 2021 16:11)

    Caro Franco, ogni cosa che io ho fatto è stata condivisa con Giovanna che è sempre al mio fianco. Non ne parlo perché lei tiene molto alla sua privacy e non vuole apparire ne in foto e nemmeno nei miei racconti. :-) �

  • #3

    ludovisi franco (sabato, 03 luglio 2021 23:54)

    Giovanna, ti faccio un dispetto. Violo la tua privacy. Voglio qui ricordare non tanto gli incontri fra noi, ma lo stupore mio quando al Gavagnin ti vidi fare il pitching coach. Non sono uno che si formalizza, ma nell'occasione restai sorpreso: piacevolmente sorpreso!