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Da “Indians” a “Municipals”, ma sempre a Cleveland…

di Michele Dodde

Come era nelle previsioni già evidenziate nel mio articolo “Cleveland Indians: una storia sofisticata “ del 28 dicembre 2020, i tifosi ed i giornalisti sportivi della città di Cleveland, capoluogo amministrativo della Contea di Cuyahoga, nello Stato dell'Ohio, sono tuttora in continua fibrillazione per individuare a maggioranza accettata il nuovo nomignolo da dare alla loro terza realtà sportiva cittadina dopo i Browns del Football ed i Cavaliers del Basket, ovvero quella più antica che è la franchigia del baseball. 

Ormai definitivamente rinnegato il tema “Indians” avendo miseramente tolto dalle casacche e furtivamente posto nei cassetti il volto sorridente di “Chief Wahoo” che pure era stato un notevole contributo sociale sia in ricordo di Louis Sockelexis, un pellerossa della tribù Penobscot che fu il primo nativo americano ad aver giocato in Major League nel 1890 con la casacca dei Cleveland Spiders, sia perché quel volto andava a rispecchiare nuovi intendimenti che forse la società americana avrebbe dovuto tessere nei confronti dei nativi dopo aver assorbito manu militari le vicende che avevano dato colore all’epopea del Far West, nella città si sono evidenziate molte correnti di pensiero in verità non tutte ancora all’altezza delle aspettative visto che Cleveland, grazie agli investimenti fatti dai cittadini benestanti, può ora vantare diversi segmenti culturali che investono l’arte, la filantropia, un considerevole sistema bibliotecario pubblico e soprattutto alcune attrazioni turistiche come il Progressive Field, il Rock and Roll Hall of Fame ed il Playhouse Square.

 

Sotto il Progressive Field costruito nel 1994

Ora tuttavia, sorvolando sulla scia intrapresa dai dirigenti degli ormai ex Indians a favore di una condivisibile e concreta battaglia sociale ancor più rafforzata dopo l’uccisione di George Floyd da parte della polizia di Minneapolis e sulle intenzioni degli Atlanta Braves (MLB), dei Kansas City Chiefs (NFL) e dei Chicago Blackhawks (NHL) di non voler tuttavia minimamente cambiare i propri nikname tutti riferiti ai nativi, da parte di molti cittadini si è evidenziato il desiderio di ricercare un soprannome che, dopo essere stato registrato, possa durare per il resto del secolo.

 

Dunque  si è andati a scavare nella storia e negli aneddoti più disparati e strani per individuarlo con un certo pedigree di tutto rispetto.

 

Così è naufragato quello di  “Spiders” perché giudicato non assimilabile a qualcosa a che fare con il presente e che poi era già stato usato da quella franchigia dell’altra Lega, la National League, il cui ricordo è fortemente dannoso per essere passata alla storia quale la peggiore squadra di sempre avendo nel 1899 realizzato il più negativo record di tutti i tempi con sole 20 gare vinte su 154 partite giocate.

 

Ancora poi il soprannome “Spiders” sarebbe stato facilmente usato dai velenosi opinionisti ironici perché lo avrebbero accostato al bagaglio poco culturale nato attorno a “Spider Man” che in sintesi è solo un fenomeno da baraccone. 

 

Poi è sfumata la petizione di coloro che desideravano che fosse riportato il nome “Guardians” in riferimento alle quattro monumentali statue che danno lustro al ponte Lorein Carnegie, vere opere d’arte presenti a Cleveland, ma già una squadra di New York nell’ambito della XFL è portatrice di questo nome. 

 

Ancora è stata subito cestinata la proposta di “Blues” o “Blu Sox” ritenuta priva di fantasia poiché ormai già in ambito Major League circolano nomi similari come i White Sox, St. Louis Blues, Red Sox. 

 

Un certo appiglio per un po’ di tempo l’ha movimentato l’idea di nominare la franchigia “Rocks” o “Rockers” per via della prestigiosa testimonianza della Rock and Roll Hall of Fame presente nella città quale omogenia della immortale eredità musicale, ma poi è stata miseramente depennato poiché un nome non può derivare da un’attrazione divenuta turistica. 

 

Così ultimamente ancora viene caldeggiato il nome di “Municipals” cui hanno dato vitalità e sostegno i due cofondatori Will Weible e Jamie Lansdowne. Le loro argomentazioni in verità risultano convincenti ed appassionanti nella volontà di unificare la squadra al nickname “Municipals” perché hanno stigmatizzato garbatamente come questo nome oltre ad essere storico ed in stile classico ben si addice ad una mazza da baseball, che è anch’essa classica, ma soprattutto ancor più perché si adatta perfettamente alla personalità della città di Cleveland.

In questa loro campagna di sensibilizzazione sono stati supportati ampiamente anche dal più diffuso quotidiano di Cleveland “The Plain Dealer” con un accurato articolo di presentazione pubblicato l’8 luglio del 2020, ed in esso Will Weible e Jamie Lansdowne si sono lasciati andare a confermare che la scelta “Municipals” deve essere accettata in quanto:

il baseball, più degli altri grandi sport, è un gioco di riflessione. La coscienza nazionale intorno al baseball è incentrata sulla nostalgia, sia per il gioco stesso sia per le nostre esperienze con esso, i suoi ricordi e il folklore tramandati di generazione in generazione. Allora immaginiamo di essere seduti ad una partita con il nipote, o un amico di fuori città, o qualcuno che non conosce il gioco, alla loro domanda del perché la squadra porti quel nome la risposta sarà che c'era un vecchio stadio in città chiamato “Municipal Stadium”, che ha ospitato alcuni dei più grandi eventi sportivi e culturali del XX secolo. Ed è il luogo dove la maggior parte dei fan che tutt’ora vivono ha visto per la prima volta giocare a baseball. Lì la nostra squadra di baseball ha vinto i suoi ultimi campionati. Quello è stato il sito di molti trionfi e dolorosi fallimenti che hanno intrecciano il tessuto di questa città. Era un luogo di pellegrinaggio, dove in una calda sera d'estate persone provenienti da tutta la città andavano alla deriva per passare alcune ore felici a guardare una partita di baseball con la brezza proveniente dal lago. Allora il nome “Municipals” starebbe a significare ancora che la squadra appartiene ai cittadini stessi, proprio come noi si ritiene che la squadra sia nostra e non una proprietà privata dei proprietari. "Municipals" andrebbe a chiarire che questa squadra appartiene ad ogni singolo Clevelander, oltre a rappresentarlo. E mentre finalmente sarebbe un nuovo nome nell’ambito del baseball, in realtà è un termine antico e familiare della nostra città, che onora non solo la nostra caratteristica civica fondamentale, ma il passato storico che è il fondamento del nostro orgoglio”.

 

Nella foto sotto il Municipal Stadium (1931-1996)

In verità i due animatori hanno già confezionato berretti e colori a prova della loro determinazione affinché alla griglia di partenza della stagione agonistica del prossimo 2022 sulla casacca della franchigia di Cleveland appaia la scritta “Municipals” o, se ritenuta lunga, semplicemente “Munis”.  Per il logo caratteristico per ora la semplice “M”  in corsivo “Harlow” potrebbe bastare.

 

Purtroppo anche il mio input di nominare la franchigia con il nome “Jumbo Jet”, anche se bello, non è stato preso in considerazione…ma era una garbata celia. 😊

 

Michele Dodde

 

 

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