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Anthony Santander, eroe in un giorno

di Allegra Giufferdi

L’anno scorso avrei voluto assistere alle London Series, perché si sarebbero dovute giocare tra il mio team favorito, ossia i Chicago Cubs e i Saint Louis Cardinals. L’anno precedente si erano giocate tra gli Yankees di NY e i Boston Red Socks con un grande successo di pubblico sia europeo che locale. Non so per quale artificio, con mio marito, nei mesi precedenti, non siamo riusciti a prenotare i biglietti: ci abbiamo provato in tutti i modi, ma niente da fare, perciò no tickets, no London Series.  Poi come sappiamo fin troppo bene ormai,  causa pandemia le London Series non si sono proprio giocate e quindi ce ne siamo fatti ancor più una ragione, chiedendoci il perché di cotanta fortuna, ma tant’è quest’anno non se ne parla nemmeno, anche se credo che l’anno prossimo, un viaggetto a Londra ci potrebbe scappare. 

Pare infatti che gli inglesi apprezzino sempre di più il baseball, e questo è fantastico! Avere ad un’ora e mezza di aereo (da Bologna) la possibilità di vedere un incontro di MLB è come il cacio sui maccheroni, la ciliegina sulla torta o quel che di meglio può esserci per un tifoso di baseball europeo.

 

Anche in Inghilterra c’è un discreto movimento sportivo che pratica e tifa per il baseball, ma evidentemente il business che questo evento porta con sé va al di là di qualsiasi interesse dei locali per il baseball in quanto tale, anche se a dire il vero e non sembrare sempre così cinicamente sfiduciati verso il genere umano, il terreno per avere anche in Inghilterra un bel giro sportivo, oltre che economico, c’è, ed è nato proprio negli Stati Uniti,  grazie ad un giocatore.

 

Eh sì, perché le vie dell’intrattenimento sportivo sono le più disparate, quasi come quelle divine e adesso vi dirò il perché.

Dovete sapere infatti che qualche anno fa in concomitanza con un raduno mondiale degli Scouts, tenutosi a Baltimora, molti ragazzi inglesi, già che c’erano, andarono a vedere una partita di baseball, tra i Baltimore Orioles e i Blue Jays di Toronto e l’eroe di quella partita fu Anthony Santander, giocatore esterno neanche troppo conosciuto, ma così simpaticamente “piacione” da farsi particolarmente apprezzare dagli astanti made in England, perché per tutto l’incontro gli lanciò un sacco di palle, conquistandoli tutti.

 

Chiaramente, ad ogni minima cosa che faceva, scrosciavano gli applausi a scena aperta e questo è  già buffo di per sé, ma è chiaro che se vuoi fidelizzare un pubblico nuovo, colonizzando al contrario la madre patria britannica, devi fare anche così e così è stato.

 

Gli inglesi si sono appassionati anche in questo modo al baseball, dedicando a Santander pure un fan club con tutti i crismi.

 

Ecco, perché le London Series si giocheranno ancora, anche se nessuno mi toglie dalla testa che si potrebbero giocare anche delle Italian Series e magari proprio a Roma.

 

Credo che a parte il pubblico locale ed italiano in generale, si muoverebbero un sacco di olandesi, tedeschi e centroamericani che vivono e lavorano in Italia, per vedere almeno due partite di MLB giocate in Italia e il ricco business potrebbe arridere anche a noi che una tradizione già l’abbiamo.

 

Ma pare che questo mio auspicio rimarrà tale e che portare in Italia le star del baseball statunitense resterà una pia ed Allegra illusione. Pazienza! L’importante è crederci e chissà …in fondo i sogni son desideri di felicità e il baseball è felicità al 100%!

 

Allegra Giuffredi

 

 

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