
Hall of Fame 2020: i protagonisti
Mike Romano Famer 2020
Il giocatore di baseball Michael Anthony “Mike” Romano, nasce a Highworth, Swindon, Gran Bretagna l’11 aprile 1953. I suoi genitori erano di origine italiana, sicuramente campana per via del cognome molto presente in quella regione e per la presenza della base NATO ubicata a Lago Patria a Napoli presso cui il padre iniziò a lavorare e poi, naturalizzato statunitense, a seguitare il suo impiego presso una base NATO a ovest di Londra ed infine a trasferirsi a New York.
Qui, nel sobborgo di Rock Tavern, all’età di dieci anni, unitamente agli studi, Michael incominciò a praticare diverse discipline sportive tra cui il basket, il football ed il baseball con eccellenti risultati. Da allora la sua storia diventa la sintesi di un appassionante saggio d’appendice per via di combinazioni occulte, cambiamenti, grande passione e profonda personalità.
Negli anni a seguire predilige il baseball e la sua applicazione al gioco diventa primaria nell’attento studio della tecnica e dell’andare oltre nel capire le sue sfumature. Molti infatti sono sempre pronti a dire che il baseball è come una partita di scacchi ma poi la maggior parte è solita vedere solo il bianco contro il nero e pertanto a non capirlo.

Romano invece va a calibrare con umiltà e personalità la sua conoscenza tanto che al suo secondo anno trascorso nella squadra dell’Ulster County Community College il suo coach, Al Di Bernardo, da buon talent scout, gli suggerisce di andare a giocare nella franchigia italiana di Rimini, dove lui aveva già svolto le funzioni di allenatore, al fine di migliorare ancor più il suo assetto.
Nella foto Al Di Bernardo (1935-2017)
Esaminato nella sua particolarità, entrò quasi di diritto nella formula “visto e comprato” e, per ovviare alle lungaggini burocratiche insite nell’ottenimento della cittadinanza italiana, fu coinvolto in carteggi inappropriati che comunque esulavano dalla sua comprensione visto anche che non conosceva ancora bene la lingua italiana.

A lui in definitiva, all’età di venti anni, interessava solo giocare e quel Patrik “Pat” Cardinali, con cui sotto falsa identità di cittadino di San Marino fu tesserato nel 1973 dal Rimini Baseball, poteva sembrare un musicale nome d’arte.
E che fosse un giocatore di diversa caratura lo dimostrò subito sui diamanti italiani in specie in una delle partite passate alla storia per il loro elevato numero di inning. Durò quella gara contro l’Edipem Roma ben 20 riprese e “Pat” lanciò in modo impeccabile per 18 di esse.
Ma non si era negli USA bensì in Italia e l’acclarata frode, di certo non da lui attuata, fu subito scoperta e gli procurò per oggettiva partecipazione un anno di fermo nel campionato italiano.
Tuttavia nel 1975, sbiancato definitivamente quel nome d’arte “Cardinali”, comparve nuovamente nel roster del Rimini da giovane “hair long” pronto a cimentarsi con ottima duttilità in più ruoli dando ad ognuno dei quali la giusta finalità di intenti.

Sul monte di lancio andò a padroneggiare con una cospicua e ben studiata varietà di lanci con ben 1331 strikeout, e chi scrive queste note può attestarlo di diritto avendoli giudicati quale "plate umpire" nel dirigere alcune gare, come inquilino dell’hot corner non fu mai comprensivo nell’ospitare gente di passaggio ma solo ad invitarli ad uscire dal palcoscenico, quale shortstop il suo funambolico istinto e le micidiali 2725 calibrate assistenze furono sempre tematiche di studio ed infine, anche nel ricoprire il ruolo di esterno, le sue prese ed i suoi giochi di copertura hanno sempre ripagato il costo del biglietto di ingresso in tribuna mentre l’impiego nel line up ha incrementato il suo palmares con 100 fuoricampo di notevole fattura.

A partire da quell’anno, con il Rimini che andava a vincere il suo primo storico scudetto, la sua permanenza tra i Pirati come giocatore è durata sino al 1998 per poi senza soluzione di continuità salire in cattedra come manager sino al 2011 collezionando una permanenza di 38 anni che lo hanno giustamente delineato come sinonimo ed icona di quella splendida realtà che fu la Casa dei Pirati del Presidente Cesare “Rino” Zangheri.
Le sue indiscutibili qualità umane e di forte carattere lo perfezionarono come naturale leader di quella squadra con la quale da giocatore ha vinto 7 Campionati Italiani e 3 Coppe Campioni e da manager 4 Campionati Italiani e 2 Coppe Italia ed essere insignito della Stella di Bronzo e d’Argento al Merito Sportivo.

Come oriundo è stato chiamato ad indossare la maglia azzurra in 52 gare partecipando a 4 Campionati Europei ed all’esordio del baseball alle Olimpiadi nel 1984 a Los Angeles.
Dopo Rimini, per due anni ha portato il suo bagaglio tecnico a Novara dove, pur guidando la prima squadra, ha coordinato da par suo la locale attività giovanile per poi, richiamato dal piacere di vivere sulla riviera romagnola, ritornare a Rimini dove attualmente segue proficuamente l’attività giovanile assecondando il suo progetto sportivo appreso a suo tempo negli Stati Uniti.
Il giocatore Mike Romano è stato indotto nella Hall of Fame della Federazione Italiana Baseball Softball il 28 gennaio 2021.
Michele Dodde
N.d.r
Il 18 gennaio 2014 intervistammo Mike Romano qui su Baseball On The Road. Ecco l'intervista
Scrivi commento